Ahia...non posso dirmi soddisfatto dall'esecuzione di Tosca a cui ho assistito nell'ambito del 72esimo Festival di Lubiana e mi dispiace, perché è una delle mie opere preferite ed è un festival che seguo e amo, soprattutto per l'alta qualità degli spettacoli che ha saputo proporre in questi anni.
Questo allestimento della SNG di Maribor non mi ha convinto scenicamente e vocalmente e ora vi spiego il perché. Da un punto di vista visivo, tanti piccoli dettagli trascurati, sbavature spazio/temporali, mi hanno spesso riportato al presente, impedendomi di lasciarmi andare alla visione e all'immersione nella vicenda ma non mi metterò a sciorinare una lista inutile per chi non ha visto lo spettacolo. Il palcoscenico è diviso su due livelli, anche se viene spesso privilegiato quello alto, a grande discapito del canto che, perlomeno dal Balkon dove ero seduto, risultava perennemente sovrastato dai volumi dell'orchestra. Il risultato era talmente squilibrato da percepire soltanto gli acuti (però che volumi di voce nel cast!) senza poter godere dei colori e della linea di canto. Quindi, per un'opera così intima come questa di Giacomo Puccini, dove non ci sono concertati o momenti corali (ad eccezione del Te deum) l'ascolto è stato davvero uno strazio. Del tutto diverso durante il duetto nelle segrete di Castel Sant'Angelo dove finalmente si è potuto ascoltare e non cercare di percepire. Se a questo si aggiunge una regia probabilmente poco provata e un po' pasticciata, la frittata è fatta.
L'orchestra della SNG di Maribor suona bene e ne ho percepito qualunque sfumatura, come già scritto. Al Direttore Simon Krečič rimprovero di non aver fatto un giro per i vari ordini dell'immensa Gallusova Dvorana dello Cankarjev dom per verificare l'equilibrio tra voci e orchestra ma, probabilmente come in tutte le tournée, il tempo sarà stato tiranno. Stranamente, entrambe le romanze del tenore, nonché il Vissi d'arte della soprano avevano invece un buon equilibrio, tale da far risaltare anche il fraseggio e colori...mah! Bene il coro sloveno.
Mi dispiace non aver potuto godere con maggior piacere delle voci dei tre protagonisti che mi sono parse tutte di buon livello. Vince su tutti il Mario Cavaradossi di Jonathan Tetelman, seguito dallo Scarpia di Željko Lučić, nonostante qualche problemino di intonazione, e un po' in sordina la Floria Tosca di Rebeka Lokar, poco nel ruolo. Sia chiaro: tutti e tre hanno voce e mestiere da vendere anche se talvolta gli acuti di Tetelman sono veramente too much (specie quello arricchito di corona che chiude Recondita armonia e sembrava soltanto auna dimostrazione di fiato). Angelotti, cantato da Valentin Pivovarov mi è sembrato avere maggior dignità e presenza che in altre versioni, per cui un bravo va a lui, al Sagrestano di Sebastian Čelofiga e alla Pastorella di Terezija Potočnik Škofič.
Tanti applausi e sala quasi esaurita.
Nessun commento:
Posta un commento