E, come al solito, la SNG di Lubiana mi conquista con le sue produzioni...
Per questo resoconto ho deciso di postare qualche fotografia in più perché questa produzione lo merita, tanto sembra essere figlia del genio lineare di Bob Wilson: è talmente sobria e asciutta che rasenta la perfezione...
Via tutti gli orpelli, le epoche definibili, i saloni, le gabbie per i Papageni, via tutto il Settecento e
l'Ottocento che hanno permeato tonnellate di allestimenti, ed eccoci ai giorni nostri o appena più avanti, in un futuro asettico ma molto prossimo, che piace e al contempo impaurisce.
La simbologia massonica, esoterica, c'è invece tutta, e diventa questa il rispetto della tradizione. Alcune scritte che appaiono qua e là rafforzano, scandiscono ancora di più i concetti che vengono cantati e non può che tornare utile, invece che pedissequo...
Tutto il team creativo composta dal regista Jaša Koceli, dallo scenografo Darjan Mihajlović e dalla costumista Branka Pavlič ha
lavorato in una coesione massima di vedute e stile, supportati dalle incredibili e immaginifiche luci di David Andrej Francky e dalle belle immagini di Mankica Kranjec.
Ma per una volta un plauso ancora più grande va alla coreografa Tajda Podobnik che spiega, visualizza e sottolinea con grande forza lo scorrere della narrazione e gli aspetti meno chiari, grazie ai corpi dei suoi danzatori Anamaria Bagarić e Kany Obenga, oltre che al suo.
Venendo alla parte musicale, l'Orchestra del Teatro dell'Opera di Lubiana ha suonato
magistralmente la partitura di Mozart, sotto la guida sicura ed elegante di Jaroslav Kyzlink, assistito da Marko Hribernik. Molto bene anche il coro diretto da Željka Ulčnik, interprete di una regia molto "piazzata" ma spesso piuttosto esigente con una massa artistica in genere non molto incline al movimento.
La compagnia di canto femminile si reggeva sulla sicura e potente Pamina di Urška Arlič Gololičič, sulla strepitosa Regina della Notte di Nina Dominko, sulla Papagena, appena sotto tono, di Martina Robinšak e sulle divertentissime e sicure Dame interpretate da Katja Konvalinka, Štefica Stipančević e Sabina Gruden; quella maschile, forse un po' meno sicura, con il Sarastro di Saša Čano, il Tamino di Edvard Strah, il Monostatos Andrej Debevec e il brillante Papageno di Matjaž Robavs: Adeguato il resto dei comprimari.
Uno spettacolo veramente molto interessante e gradevole che, come prima nuova produzione della stagione, non può che far ben sperare sul proseguo...