Locandina dello spettacolo (allego quella in sloveno perché quella in inglese è molto scarna)
A distanza di 8 anni sono tornato a vedere questa produzione della SNG di Lubiana e non sono rimasto deluso, anzi!
C'è chi dice che Etudes di Harald Lander sia il vero banco di prova di una compagnia che affronta il repertorio della danza classica.
Secondo me La Bella Addormentata di Peter Ilijc Cajkovski è anche peggio, sia per le difficoltà tecniche e la purezza cristallina stilistica da rispettare, sia per lo stuolo di Primi Ballerini e Solisti che richiede.
La piccola compagnia slovena se la cava egregiamente.
L'allestimento scenografico è suntuoso come si conviene ad una compagnia nazionale e ad un titolo così famoso: bellissime scene, arricchite da alcune proiezioni, realizzate in economia ma con intelligenza, come richiede l'attuale situazione economica, ad opera di Andrej Strazisar (peccato sia stato modificato l'ingresso di Carabosse che avveniva sollevando l'intero palcoscenico per svelare l'antro della Fata arrabbiata); costumi immaginifici e fantasiosi, dai colori sgargianti e dalle stoffe - falsamente - ricche firmati da Marija Levitska (strepitosi quelli di Catalabutte!). Efficaci ed eleganti le luci di Andrej Hajdinjak.
La coreografia di Irek Mukhamedov è fedelissima all'originale di Marius Petipa o comunque ne rispetta perfettamente lo stile e l'epoca. Lo condanno solo per alcuni tagli musicali veramente raccapriccianti, ma lo assolvo per aver condensato questo balletto in 135 minuti incluso l'intervallo! E' da un po' di tempo che asserisco che il pubblico non riesce più a restare attento e concentrato per lunghezze troppo imponenti, come di moda nei secoli scorsi, ma credo anche che i tagli potevano essere apportati più armoniosamente. Per il resto, riesce a raccontare perfettamente la storia, a renderla piacevole e moderna, senza toglierle gli aspetti favolistici, né la suntuosità. Speravo che il Maestro Ayrton Desimpelaere, alla direzione dell'Orchestra della SNG e non un nemico della danza avrebbe riaperto qualche taglio ma, giustamente, subentra in una produzione in piedi da molti anni.
L'attuale direttore della compagnia di Balletto della SNG di Lubiana, Renato Zanella, sa che bisogna alternare produzioni contemporanee ad altre prettamente classiche per mantenere in forma e stimolare i danzatori Loro, infatti, rispondono benissimo. Come già dicevo l'ensemble maschile è affiatato e di buon livello; quello femminile idem anche se pecca di una certa disomogeneità fisica che negli atti bianchi è penalizzante.
Mi stupisco ancora di poter vedere danzare a pochi passi da casa, una stella di prima grandezza come Anastasia Matvienko, transfuga dalla Russia putiniana assieme al marito Denis. Certo Aurora è una ragazza di 16 anni mentre la Matvienko è una bellissima donna matura ma lo stile del Marijnsky e la pratica del ruolo è mirabilante. Ha migliorato la sua prestazione scena dopo scena, per cui preferisco dimenticare l'Adage à la rose molto teso e titubante e ricordare un radioso passo a due finale, in cui ha sfoggiato una tecnica sicura e la giusta allure. Kenta Yamamoto è un Principe Desirè solido, elegante e affidabile che la salva in alcuni momenti critici e pericolanti. Proseguendo per ordine di ruolo e di bravura, Marin Ino e Filippo Jorio sono una Principessa Florina e un Uccellino azzurro strepitosi: non una sbavatura, ritmo, stile, tecnica e presenza...cosa chiedere di più? Detesto il ruolo di Carabosse quando viene rappresentato en travesti: tutte le altre fate danzano (e tutte molto bene con una menzione speciale per Erica Pinzano, una Violante comme il faut!) e questa poveretta non è stata invitata, è una psicopatica e si limita a muoversi goffamente a destra e manca...ma quando ad indossare gli abiti è Lukas Zuschlag la musica cambia e siamo di fronte ad un Artista capace di molti, se non di tutto. Buona anche la prova di Emilie Tassinari ne la Fata dei Lillà, più sicura di come la ricordavo anche se mi permetto di suggerirle di abbassare ogni tanto lo sguardo anche a chi è in platea...
Bello spettacolo, sala esaurita, pubblico plaudente e soddisfatto, come il sottoscritto.
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