lunedì 20 aprile 2015

BALLETBOYZ 14 aprile 2015

Locandina dello spettacolo

Sono 10 gioielli, 10 pietre preziose, questi prodi e splendidi danzatori che formano la compagnia Ballet Boyz di stanza nel Regno Unito. Sanno essere leggeri come l'aria, forti come il ferro, ruvidi come il legno, lisci come l'acqua, caldi come il fuoco, sinuosi come il vento...sono veramente dei fenomeni della natura: fantastici!

Mi sembrava giusto aprire questa recensione parlando di loro, visto che sono i veri protagonisti e l'aspetto più interessante di questa serata. Peccato che ci fosse poco pubblico ad applaudirli...anche se i presenti hanno saputo essere molto calorosi. Ma è il problema degli spettacoli di danza contemporanea, dei titoli che non esercitano grande richiamo e delle compagnie che non si avvalgono di grandi nomi...

È una bella idea quella dei direttori artistici della compagnia, Michael Nunn e William Trevitt, di fondare un ensemble tutto al maschile e di far creare un apposito repertorio da coreografi interessati al progetto.

La prima coreografia Mesmerics e di Alexander Whitley mi è sembrata la più interessante nel dittico che ci hanno proposto. Piena di tensioni emotive, coreograficamente ricercata, ispirata alle formazioni che gli storni compongono istintivamente, è frutto di un giovane talento della coreografia britannica, ancora in forza come danzatore al Royal Ballet di Londra. I danzatori indossavano semplici magliette o canottiere, alcuni lise e sbiadite, come a sottolineare che l'importante è il contenuto della danza e non la forma. Bellissimo anche il light design ad opera di Jackie Shemesh e la musica di Raim.


Il secondo brano di Christopher Wheeldon, intitolato The Murmering, si riscatta con un movimento finale di rara bellezza, mentre la parte iniziale sembra essere solo una preparazione, un'introduzione ai temi che verranno poi sviluppati, ma per essere solo questa è troppo lunga e frammentata. Forse è anche troppo "classico" e di linea per questi danzatori. L'ipnotica musica di Philip Glass si sposa benissimo con i movimenti che Wheeldon propone ai suoi danzatori, aggiungendo un quid di classe e raffinata matematica. Molto belli i costumi di Amanda Barrow che seguono la danza fino a diventare quasi dei gonnellini durante gli chaines dei danzatori

Insomma, molte grazie al Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia per averci regalato un altro bellissimo spettacolo; qualche rimprovero al pubblico triestino per aver così poca voglia di rischiare e molti complimenti a Nunn, Trevitt e ai loro fantastici danzatori

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