Questa operetta di Johann Strauss jr è giustamente un capolavoro. A cominciare dall'ouverture che sciorina gran parte dei temi che ascolteremo nel corso dei tre atti e che già da sola è un'opera d'arte compiuta. Se poi, alla guida dell'orchestra, troviamo Ayrton Desimpelaere, direttore principale dell'Orchestra della SNG di Lubiana, siamo in una botte di ferro! Ayrton, conferma la sua grande attenzione al palcoscenico, ai solisti quindi ma anche al coro e ai danzatori, senza per questo tralasciare di dare la propria raffinata lettura di Strauss: via i clamori bandistici, si a respiri e corone, grande spazio agli archi per farci scoprire toni di Strauss insolitamente delicati e poetici.
Il Pipistrello è un'operetta con una corposa parte recitata che la avvicina più ad una commedia che ad un'operetta, ma molto dipende dall'approccio registico che in questo caso, ad opera di Kresmir Dolenčić, è riuscito a mantenere alta la tensione dello spettacolo per tutta la durata, con un esplosivo secondo atto. Il libretto di Carl Haffner e Richard Genée, basato su Le Reveillon di Henri Meilhac e Ludovic Halévy, ha un peso non indifferente per la trama intricata e scoppiettante che ne fa però un vaudeville perfetto con tanto di piacevole morale finale: chi la fa l'aspetti! Per le mani Dolenčić ha avuto un buon cast di interpreti capaci di passare dal canto al parlato senza particolari difficoltà: veramente degli ottimi attori! La regia scorre liscia, con grande professionalità, anche se senza particolari trovate o insolite letture. Originali invece le scenografie, che si sono avvalse di videoproiezioni che animavano le singole quinte e il fondale del secondo atto, rendendo grande effetto e molto sfarzo nel movimentare anche l'azione: un bravo ad Andrej Stražišar e Stella Ivšek che ha creato i video! Costumi con qualche eccentricità cromatica e stilistica di troppo ma nel contesto adeguati di Alan Hranitelj, illuminati dal curato disegno luci di Andrej Hajdinjak.
Le prime parti sono state tutte eccellenti, anche se il mio personale palmares mette al primo posto Martin Sušnik che ha cantato un Gabriel von Eisenstein con grandi mezzi vocali, buona recitazione e grande vitalità. La Rosalinda di Martina Zadro ha sofferto per il volume in qualche momento ma conferma la grande esperienza e maestria che porta da tempo sul palcoscenico sloveno. Ha un bellissimo timbro la voce di Marko Ferjančič che interpreta Frank, così come l'Alfredo di Aljaž Farasin. Štefica Grasselli è stata una brillante e solida Adele, così come Slavko Savinšek è stato un ottimo Dottor Falke. Non voglio dimenticare il Dottor Blind di Edvard Strah, la Ida di Ireneja Nejka Čuk e il principe Orlovski cantato da Nuška Drašček, che avrei preferito fosse meno dichiaratamente una donna... Ho trovato il Frosch di Gojmir Lešnjak Gojc spassosissimo pur avendo capito solo qualche battuta...mi domando però: in una capitale inevitabilmente internazionale come Lubiana è, perché non sottotitolare anche i dialoghi? Potrebbero non essere stati perfettamente aderenti (è facile che ogni tanto recitando si improvvisi o si scambi qualche battuta) ma avrebbero senza dubbio aiutato chi non capisce lo sloveno a seguire lo spettacolo con maggior piacere...
Una menzione d'onore per le sempre interessanti coreografie di Lukas Zuschlag (il trio dei Compositori è un piccolo capolavoro e meritano di essere citati: Jakob Kavšek, Jure Gostinčar e Maj Žan Peršin) e per Željka Ulčnik Remic che ha magistralmente istruito il Coro del Teatro dell'Opera di Lubiana.
L'immensa sala Gallusova Dvorana era quasi totalmente piena e il pubblico ha fortemente apprezzato la rappresentazione a dimostrazione che, quando è ben fatta, l'operetta piace ancora!