domenica 20 novembre 2016

BOLERO 19 novembre 2016

Locandina dello spettacolo

Masa Kolar conferma di essere una coreografa molto, molto interessante.
Dopo averla scoperta a Rijeka nel suo Triad ero molto curioso di vedere questa sua nuova fatica per la compagnia nazionale del balletto di Zagabria e...sono stato premiato.

Masa ha scelto di portare in scena il celeberrimo Bolero di Maurice Ravel e lo ha fatto partendo ragionando su come ogni individuo sia una parte, una componente del ritmo comune con cui viviamo, ci muoviamo, amiamo e così via. Riesce a farlo utilizzando un suo personale e fantasioso linguaggio coreografico, rotondo e fluido ma anche forte e fatto di molti grand plié à la seconde e di piccole sequenze di grande musicalità.

E' stata coraggiosa perché, dopo la versione di Maurice Bejart che è scolpita nella memoria visiva di noi ballettofili, è sempre un rischio avventurarsi su questa musica ma ha fatto bene perché ci consegna una lettura completamente diversa, intrigante e suggestiva. Così come Viseslav Labos fa per la parte musicale, elaborando e campionando passaggi del Bolero, allungandolo senza snaturarlo o danneggiarlo, restituendolo alla contemporaneità con stile e sapienza.
Nella sua semplicità è molto suggestiva anche la scenografia, composta com'è da fili supportanti delle piccole sfere dorate che dalla graticcia scendono a lambire il palco, riflettendo le luci di scena e delimitando gli spazi che i danzatori creano spostando questa sorta di tende dorate. Minimali e adeguati anche i costumi, così come il bel disegno luci che sottolinea  questa riuscita creazione.

Gli audaci, versatili, appassionati e forti danzatori dell'ensemble croato, assecondano bene la coreografa arrivando a sembrare completamente integrati nel suo stile, come se non danzassero altri, invece che essere principalmente dei danzatori classici.
Perdonerete l'orgoglio nazional-popolare, ma non posso fare a meno di citare un mio ex allievo ora solista della compagnia Andrea Schifano, fluido e potente com'era fin da bambino; Duilio Ingraffia, a lungo nelle fila del Balletto di Milano, ed ora interprete di spicco di questa serata, nonostante sia un semplice membro del copro di ballo; Guilherme Gameiro Alves che spicca per presenza e carattere; Atina Tanovic, dalle lunghe linee e con una bella qualità di movimento.

Detesto dover scrivere recensioni negative, per cui mi limiterò a ricordare che la serata era aperta da un'altra coreografia di una inutilità scioccante, retta dalla bravura dei danzatori che avevano tutta l'aria di non sapere cosa fare, se non improvvisare passi e sequenze a caso, senza che questo creasse alcuna reazione negli spettatori, ad eccezione della noia.

La sala del bellissimo Teatro Nazionale Croato era strapiena e il pubblico ha saputo perfettamente riconoscere la qualità del secondo brano, rispetto al primo, al punto da poterlo misurare con il famoso applausometro...

venerdì 18 novembre 2016

CABARET 17 novembre 2016

Locandina dello spettacolo

È stata una serata emozionante sotto diversi punti di vista.
Emozionanti gli straordinari protagonisti dello spettacolo ed emozionante anche per il messaggio sotteso che è quanto di più attuale, anche dalle nostre parti.

Sentiamo parlare di Cabaret e subito pensiamo di trovarci di fronte ad una copia  più o meno fedele della Sally Bowles immortalata dall'arte di Liza Minnelli; attendiamo di respirare l'aria fumosa e decadente della Berlino anni '20; ci aspettiamo uno spettacolo fatto di bellissime canzoni e divertimento e invece usciamo dalla sala con lo stomaco contratto. Tutto ciò succede grazie ad un semplice, futile musical che ha debuttato ieri sera nella grande Sala Assicurazioni Generali del Politeama Rossetti di Trieste. Con il plusvalore di tutta la classe e la bravura di Giampiero Ingrassia e di Giulia Ottonello. Sublimi, veramente!

La storia racconta della faticosa vita di due giovani nella Berlino degli anni '30, prossima a sostenere il nazismo, una città indolente più brava nel lamentarsi che nel prendere una posizione: Sally e Cliff si innamorano improbabilmente, con il cuore e la testa pieni di sogni, di idee, di speranza ma poco altro di concreto. Sally resterà incinta e deciderà di abortire, senza condividere la decisione con Cliff che non vedrà altra soluzione che abbandonarla all'ecatombe in arrivo...
Questo storico spettacolo del 1966, ispirato ai Racconti Berlinesi di Christopher Isherwood e alla commedia I'm a Camera di John Van Druten, ha debuttato a Broadway con libretto di Joe Masteroff, musiche di John Kander e liriche di Fred Ebb, ottenendo immediatamente un enorme successo. La Compagnia della Rancia lo rimette in scena per la terza volta con la regia di Saverio Marconi e i testi tradotti da Michele Renzullo in una versione tanto scabra quanto toccante. Il semplice ma efficace impianto scenico di Gabriele Moreschi, svela tutti i dietro le quinte, portando lo spettatore a sentirsi attore e motore della vicenda; i costumi di Carla Accoramboni ci trascinano perfettamente nell'epoca, mentre le splendide luci di Valerio Tiberi sottolineano il tutto "alla vecchia", senza bisogno di decine di teste mobili...
Raffinata la direzione musicale di Riccardo Di Paola, supervisionato da Marco Iacomelli, che arrangiano le canzoni e armonizzano canto e controcanto sontuosamente. Ironiche e fantasiose le coreografie di Gillian Bruce, con un cenno particolare al numero con le corde.


Tornando al cast Giampiero Ingrassia sfodera grande maestria nel canto e nell'interpretazione istrionica del ruolo del Maestro di Cerimonia; Giulia Ottonello è una portentosa, civettuola, accattivante e commovente Sally Bowles che ci porta fino all'apice con la canzone che da il titolo al musical, chiudendola con una sorta di scena della pazzia degna del balletto Giselle; Alessandro Di Giulio è stato un Cliff leggermente opaco; bravi e toccanti Altea Russo e Michele Renzullo; strepitosa Valentina Gullace nel ruolo di una prostituta ninfomane e bravissimi anche Andrea Verzicco, Ilaria Suss, Nadia Scherani, Marta Belloni, Marco Rigamonti e Matteo Tugnoli che meritano di essere citati al pari dei protagonisti principali.

Sala piena solo a metà, pubblico plaudente: si replica fino a domenica 20 novembre

giovedì 3 novembre 2016

ROMEO E GIULIETTA 2 novembre 2016

Locandina dello spettacolo

Fantastico. E fantastici!
La compagnia della SNG di Lubiana cresce e migliora ad ogni spettacolo: ne sono felicissimo!

Ero titubante per questa nuova produzione, perché Youri Vamos non è uno dei miei coreografi preferiti ma mi sono dovuto ricredere completamente! E' riuscito nell'intento di creare una SUA versione di questo grande classico sulla meravigliosa musica di Serghej Prokofiev, senza poter essere riconducibile ad altre versioni, con un linguaggio coreografico personalissimo e con una drammaturgia curatissima e molto interessante. E' un lavoro che ha già 17 anni, ma Sanja Neskovic Persin ha fatto benissimo ad includerlo nel repertorio della compagnia che dirige, perché è perfetto per i suoi danzatori, sempre in bilico tra classico e contemporaneo, generosi e di grande personalità.

In più godere della musica di Prokofiev suonata dall'Orchestra della SNG - seppur con qualche imprecisione e, causa la piccola fossa d'orchestra alcune percussioni erano dislocate nei due palchi di proscenio, con poca coesione di suono - guidata dalla bacchetta sapiente di Marko Gaspersic, ha reso il tutto ancora più emozionante!

Vamos sposta la vicenda degli innamorati di Verona in una qualunque cittadina del sud Italia, dominata da un boss invisibile che appare sempre e solo a bordo di un auto, a ricordare chi è che comanda. E' lui che, seguendo il plot Shakespeariano, riporta la pace come il Principe di Verona fa nella versione originale, costringendo le due famiglie mafiose a sottostare al suo volere. L'aspetto più interessante è che di questo boss si vede solo un braccio che esce dal finestrino del posto di guida, ma è più che sufficiente per incutere rispetto e a far capire le sue volontà. Il resto della storia è inutile raccontarlo perché combacia perfettamente con la conosciutissima vicenda, a parte la morte di Mercuzio per un colpo di pistola e Giulietta che si taglia le vene, invece di trafiggersi l'addome. Il merito principale di Youri Vamos è sicuramente quello di aver spostato i personaggi dal mito, per portarli in mezzo a noi, facendoci vivere il dramma d'amore come se fosse accaduto ad uno di noi: veramente toccante.

Di gran figura la semplice scenografia di Michael Scott che firma anche i costumi, assolutamente adeguati. Belle le luci di Klaus Garditz e Jasmin Sehic. Chapeau alla qualità e all'assieme della compagnia, credo dovuto alla cura di Claudia Sovre, oltre che allo stuolo di assistenti alla coreografia.

Venendo agli interpreti, la performance di Petar Dorcevski nel ruolo di Romeo è stata al contempo magistrale e toccante. La maturità artistica che sta raggiungendo, unita ad un saldo bagaglio tecnico, ne ha fatto un interprete profondo, coinvolgente e commovente: grazie Petar!
Meno matura ma carica di tutto l'entusiasmo e l'ardore di una quindicenne, la Giulietta di Giorgia Valiati necessita ancora di curare il lavoro dei piedi, per poter essere una prima ballerina a tutti gli effetti e controllare la mimica a volte troppo marcata. Ma è stata una Giulietta fresca e vibrante come poche altre ho visto!
Divertente e commovente anche il Mercuzio di Richel Wieles, così come giustamente beffardo e spietato anche il Tebaldo di Yuki Seki, accompagnato dagli aitanti Kenta Yamamoto e Luca Ziher. Molto bene anche Owen Lane, un Benvolio che riesce a farsi notare anche nel piccolo assolo sotto finale. Splendidi Regina Krizaj e Tomaz Horvat come coppia Capuleti e pieni di verve i quattro ragazzacci tra cui si "nascondevano" due ballerine della compagnia usuali a primi ruoli...

Platea non pienissima ma pubblico felice e festante: ci sono ancora moltissime recite 3/5/6/15/17/18 novembre e il 4 dicembre! Fate una gita nella sempre bella Lubiana e chiudete la giornata con questo bellissimo spettacolo! Aspetto i vostri pareri...