martedì 20 novembre 2018

UN UOMO CON UN COLTELLO/COMPOSIZIONE martedì 20 novembre 2018

Locandina dello spettacolo

Un uomo con un coltello e Composizione, in scena sul palcoscenico del Teatro dell'Opera e del Balletto di Lubiana, potrebbero avere come sottotitolo "o di come anche le scenografie possono danzare"...

Vi spiego il perché.

Oltre ad essere accomunate da due partiture contemporanee entrambe, a mio modesto parere, decisamente riuscite ed interessanti, le due coreografie godono della particolarità di avere delle scenografie che, specialmente in Un uomo con un coltello, danzano al punto di rendersi più interessanti della costruzione coreografica.

Matjaz Faric è un coreografo sloveno di grande successo, conosciuto anche dal pubblico italiano, che festeggia il suo primo ventennio creativo. In questa produzione intitolata  Un uomo con un coltello ho trovato molto più interessante la regia, il climax che ha saputo creare,le tensioni che ci ha imposto rispetto al tessuto coreografico vero e proprio che, a parte il blocco dei terzetti che entrano continuamente da punti diversi della scena e la parte affidata ai soli uomini, mi è sembrato molto vago e poco incisivo, nonostante la ricerca di innovare il proprio personale vocabolario tersicoreo. Questo non vuol dire che non ci siano, come scrivevo prima, momenti di bellezza e di poesia, ma la mia impressione principale è che Faric sia stato più interessato dai movimenti di scena e dalle luci che la dalla creazione della danza.

La Composizione di Sanja Neskovic Persin invece resta fedele al suo titolo e mostra un buon lavoro artigianale della direttrice della compagnia slovena: musicalità sopraffina, fantasia scatenata, struttura coreografica riconoscibile e di buon mestiere, innovazione creativa fanno della Neskovic una coreografa interessante e da non sottovalutare. Il suo brano scorre via leggero, spensierato e gradevole, tutto ciò di cui spesso abbiamo bisogno in tempi così convulsi e tesi. I costumi di Uros Belantic non particolarmente belli ma sviluppati in gradazioni di colori magnificamente accostati tra loro, aiutano la coreografia a risultare ancora più lieve e gradevole.

Su tutto, come dicevo all'inizio, svettano le scene di Meta Gurgrevic: nel primo brano due enormi muri grigi serigrafati e mobili che scandiscono lo spazio scenico trasformandolo in uno stretto vicolo, un ampio salone e tanti altri luoghi che la nostra immaginazione è libera di proiettare; nel secondo dei fondali bianchi drappeggiati rubano la scena ai danzatori, accorciandosi, stendendosi, crollando e oscillando con effetti di alta poesia...veramente interessanti e di notevole impatto visivo!

Danzatori che la scena non se la fanno rubare proprio per niente! Magnetico e competente Owen Lane nella prima coreografia, tanto quanto Hugo Mbeng nella seconda che, peraltro, non tralascia di sfoderare un'ottima tecnica classica: a lui si affianca splendidamente Marin Ino interprete di uno splendido solo che danza con libertà e ardore. Tutta la compagnia presente in scena lavora bene, unisona ma ricca di personalità. Di Composizione mi resterà nel cuore e nella mente la splendida sezione in controluce affidata ai danzatori e alle danzatrici giapponesi in forza alla compagnia, il blocco affidato alle danzatrici e l'ipnotico manege in cui le coppie girano su se stesse, come moderni dervisci...

L'orchestra della SNG di Lubiana esce vittoriosa da due partiture roboanti e complicate: la prima per  Un uomo con un coltello scritta da Milko Lazar intensa, potente e straziante; la seconda di Drago Ivanusa per Composizione molto più "facile e riconoscibile" ma così gradevole da pacificare i nostri spiriti. A guidare entrambe la bacchetta giovane ma sapiente di Marko Hribernik.

Pubblico sparuto ma plaudente soprattutto alla prima coreografia a riprova che, molto probabilmente, io non capisco un piffero...