È stata una duplice e bellissima sorpresa quella che ho vissuto domenica scorsa. La prima quella di scoprire un luogo nuovo, ricco di fascino e di storia. La seconda è in verità una conferma: quella di una piccola e giovane realtà locale di qualità
Il MuCa - Museo della Cantieristica di Panzano - è uno spazio ricavato in una piccola parte di quello che una volta era l'Albergo Operai costruito dalla famiglia Cosulich, nell'ambito del più vasto progetto di offrire ad operai, impiegati e dirigenti, abitazioni moderne, servizi di qualità e spazi di aggregazione, oltre al lavoro nei cantieri di proprietà, come a Rosignano Solvay o al villaggio Olivetti a Ivrea. Gli spazi, magnificamente restaurati e riaperti, ospitano principalmente una ricostruzione della vita dell'epoca, i modelli di quanto costruito in questo primo secolo abbondante di attività e gran parte delle tele che abbellivano il Teatro di Panzano, bombardato durante la Seconda Guerra Mondiale e mai più ricostruito, ad opera di un pittore che amo molto: Vito Timmel.
In questo spazio ha avuto luogo la prima tappa del Festival Bellanda Suite, in scena dal 2016. Tre le coreografie presentate ma mi soffermerò su due.
La prima è un assolo creato da Jessica D'Angelo che ci ha fatto scoprire e vivere la sala dove sono esposte le tele di Timmel, di cui scrivevo prima. Inizia lento, ipnotico, per poi accelerare e incalzare sempre più, cambiando totalmente registro ma sottolineando sempre la grazia e la forza dell'interprete. Sembrava quasi un site specific (una creazione fatta appositamente per un certo luogo) quando Jessica ha iniziato a chiamare dei nomi, diversi da quelli scritti sulle tele di Vito Timmel ma che sembravano un eco a quello che vedevamo e sentivamo: magico!
Ho visto diverse coreografie di Giovanni "Gava" Leonarduzzi, sin dai suoi inizi come protagonista della scena hip hop e della break dance locale, ma è la fase successiva più dedita alla ricerca coreografica quella che mi piace maggiormente della sua creatività: il suo ricercare un movimento rotondo, privo di spigoli e di stacchi. Non lo avevo ancora visto in coppia con Lia Claudia Latini ma credo che la di lei formazione, più accademica immagino, abbia influenzato positivamente la ricerca di fluidità di Gava. Fatto sta che Simposio, il duetto che hanno presentato è un piccolo, meraviglioso capolavoro. Cattura lo sguardo sin dal primo approccio tra i due e non ha un solo attimo di calo di tensione: lift originalissimi, fusioni di corpi in posizioni inaspettate e inimmaginabili, gestione dell'altro in totale abbandono e fiducia e poi rotoli e salite e discese che non saprei neanche come raccontare se non invitandovi a vederli, viverli, assaporarli alla prima occasione possibile: bravissimi!
Non resta che aspettare e seguire le altre tappe del festival: il 16, 17 e 18 giugno a Cormons e il 15, 16 e 17 settembre a Gradisca d'Isonzo
Nessun commento:
Posta un commento