La prima delle due serate dedicate alla danza è un successo e non possiamo che complimentarci con la direzione del Teatro Nuovo Giovanni da Udine, dell'omonima città, per le scelte sempre coraggiose e lontane da logiche di mero sbigliettamento e facili titoli. La prima compagnia che vediamo è il Ballet Biarritz diretto da 24 anni da Thierry Malandain.
La serata inizia con una composizione di Thierry Malandain che è solo forma, senza sostanza. Le cose vanno meglio all'inizio, quando in scena c'è tutta la compagnia ed esce fuori il mestiere e l'abilità di Malandain nel gestire il corpo di ballo. Ma quando si passa a formazioni ridotte, aldilà della grande musicalità del coreografo, nulla riesce ad eguagliare la meravigliosa composizione di Igor Stravinskij,
La seconda parte, una creazione di Martin Harriague che cura anche le scene e le luci (queste ultime assieme a François Menou, costumi Mieke Kockelkorn), ci tira un bel cazzotto in pancia, quello che spero sempre di ricevere quando mi scomodo da casa per andare a teatro. E non deve essere per forza doloroso, anzi. Ma l'apatica indifferenza, quella no. Così già dai primi movimenti si capisce che siamo di fronte a qualcosa di strano, qualcosa di arcaico, un rito che viene condiviso con noi: l'intento di Stravinskij è totalmente rispettato e noi pubblico capiamo di essere soltanto dei voyeurs ammessi a guardare senza poter partecipare. Il coreografo sa far crescere il ritmo, sa incalzare, sa sorprenderci e spaventarci come quando con una piccola esplosione fa sobbalzare tutti gli spettatori comodamente seduti sulle poltrone.
Poco importa chi sono l'uomo saggio e la donna anziana, o la giovane che verrà sacrificata (una strepitosa Patricia Velazquez, sbattuta da un carnefice all'altro o frullata senza pietà da altri ancora) o i suoi adepti/compaesani. Quello che importa è che siamo testimoni di un rito ancestrale, temibile e potente, forse l'unico cui potremo mai assistere. Sperando che sia salvifico per tutti noi.
Bravo Martin Harriague, veramente bravo!
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