sabato 28 dicembre 2013

THE SOUL CHILDREN OF CHICAGO 23/12/13

Locandina dello spettacolo

Che bella idea quella di proporre un concerto gospel nei giorni delle festività di fine anno! Tanto più se a proporlo è un ensemble musicalmente valido.

Il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia ha proposto come introduzione al periodo delle festività natalizie, il concerto dei "The Soul Children of Chicago" diretto da Walt Whitman, che nasce dall'idea filantropica di offrire ai tanti ragazzini e adolescenti che abitano le periferie degradate della città, un'alternativa alla strada e al teppismo. In scena vediamo cantanti adulti, che immaginiamo esseri stati protagonisti giovanissimi di questo coro sin dalla sua fondazione nel 1981, ma anche i giovanissimi di oggi tra i quali spicca un bimbetto in prima fila che sembra la versione afro del protagonista delle "Piccole canaglie", Alfa Alfa.

 Il repertorio che ci propongono spazia dai gospel più classici fino all'immancabile, ma splendida, suite dedicata al Natale: It's Christmas, Santa Claus is coming to town, Oh Holy Night, Joy to the world fino a Carol of the Bells, vero banco di prova armonico e ritmico per un coro, magistralmente eseguita!




Il maestro del coro è l'istrionico Walt Whitman che governa una ventina di ragazzi e tre musicisti, ma la sua abilità principale resta quella di saper incantare la platea con gag intraducibili, costringere tutti a schiodarsi dalle poltrone per ballare e cercare di catechizzare la platea. Personalmente avrei preferito che spingesse meno sui messaggi divini (alziamo tutti il palmo delle nostre mani dove abbiamo messo i nostri problemi e chiediamo a Dio di risolverceli; oppure scrollate la mani per sentirvi più liberi e vicini all'Altissimo; oppure arrampichiamoci per raggiungere il paradiso, imitando il gesto di salire una fune invisibile) e si fosse occupato unicamente di allietare i nostri animi e il nostro apparato uditivo, senza inutili moralismi o proselitismi che credo vengano raccolti con maggiore entusiasmo dalle platee americane. Il pubblico triestino segue gli ordini del nostro: si alza, oscilla, scuote le mani, ma poco dopo l'anima laica di questa città si manifesta e l'entusiasmo basato sul fervore mistico, lascia il passo alla pigrizia di alzarsi dalla poltrona e l'imbonitore di pecorelle smarrite si trova sempre più solo a glorificare il suo dio. Grazie Trieste!

A parte ciò, serata gradevolissima! Sala piena, pubblico festante.

Nessun commento:

Posta un commento