lunedì 16 ottobre 2023

VISAVÍ Gorizia Dance Festival 10/15 ottobre 2023

Locandina dello spettacolo 

È una occasione rara, e come tutte le cose rare, è  quindi preziosa, quella che ci regala Walter Mramor, direttore artistico della ArtistiAssociati, consegnando a Gorizia un piccolo ma perfetto festival di danza contemporanea, denominato Visavi, così chiamato anche perché condivide alcuni degli eventi con la parte di Gorizia che è diventata slovena, Nova Gorica, in un vicinato fatto di scambi e buone relazioni. Il punto di forza del festival è il cartellone vario e composto da tante prime regionali, una organizzazione certosina dei vari appuntamenti che si incastrano alla perfezione e la fortuna che tutto questo accada a poco chilometri da casa!

Ho iniziato a seguire il festival dalla terza serata e non potevo avere un inizio più fortunato, avendo assistito come primo spettacolo al Gran Bolero della compagnia En Knap di Lubiana che, citando uno spettatore del festival, ci ha regalato probabilmente una delle letture più belle del Bolero di Ravel. Certo, resta insuperabile la versione di Maurice Bejart con il tavolo rosso, il o la protagonista al centro del tavolo e intorno una serie di uomini accattivanti e ammaliati, pronti ad conquistare e a godere della forza e della bellezza dell'essere al centro del tavolo. Ma questa è un'operazione molto diversa che ha un punto di grande, grandissimo pregio nell'elaborazione musicale compiuta da Josè  Pablo Polo che modella, allunga, reimmagina la partitura di Ravel (la durata della partitura originale è di 17 minuti circa) trasformandola in una composizione che dura tre volte tanto. Su questa nuova partitura il coreografo spagnolo Jesus Rubio Gamo accende la miccia ad un materiale sempre in crescendo, e totalmente esplosivo, che ha immaginato per i dodici danzatori in scena: sei provenienti dalla compagnia En Knap e sei in arrivo dalla Zagreb dance company. Se all'inizio la coreografia sembra essere solo un perfetto e oliatissimo esercizio di stile di camminate e formazioni geometriche, man mano prende la forma e la forza di un rito di seduzione e conquista, tipico del genere umano. L'energia che si sprigiona in scena è infinita e continua a farci vibrare ancora a lungo dopo la fine della performance.




Il mio secondo giorno di festival inizia con coreofonie #le sacre della compagnia EgriBiancoDanza di Torino. I due autori dello spettacolo, il coreografo Raphael bianco e il musicista Gianluca Verlingieri, introducono una performance site specific che altrimenti risulterebbe depauperata dei suoi profondi e interessantissimi contenuti. Una telecamera registra la quantità di pubblico presente, che intercetta al loro ingresso, per restituire una scaletta musicale ad hoc, diversa ad ogni replica, tra i 10 brani rielaborati elettronicamente dal musicista rispetto all'originale di Stravinskij. In un piccolo spiazzo all'aperto circondato di verzura e cespugli (il giardino degli Incontri del Borgo Castello di Gorizia) vediamo l'Eletta, interpretata da una intensa Chiara D'Angelo, cercare di schivare le avances indesiderate di tre baldi giovani. La casualità dettata dalle tracce musicale ha fatto in modo che in questa replica l'eletta si salvasse ma, nel futuro, tutto dipenderà dalla composizione del pubblico/popolo che, esattamente come nella vita, decide il destino per i membri della propria comunità...
Il festival di sposta a Gradisca d'Isonzo dove nel cortile di palazzo Torriani assistiamo a Four un intervento in situ della compagnia Arearea di Udine. Per l'occasione alcuni pezzi della galleria cittadina Spacapan sono stati trasferiti a creare una sorta di museo open air. Utilizzando la splendida struttura architettonica del palazzo e le due opere scultoree esposte, la coreografa Marta Bevilacqua crea un brano dal perfetto equilibrio formale, tra bianco e nero, tra staticità e movimento, agita da armonia e bellezza di chiara ispirazione neoclassicista dove ben figurano i quattro giovani interpreti, a loro volta opere d'arte viventi.
Subito dopo nello spazio anticonvenzionale della Sala Bergamas va in scena il frutto di una ricerca sul movimento,  interessata ad esplorare la connessione tra il ritmo respiratorio e lo stato emotivo. Lo spazio viene prontamente invaso da diversi tipi di microfoni che serviranno a amplificare i suoni prodotti in vario modo dai corpi dei danzatori, che sono i freschi e deliziosi Caiti Carpenter e Liam Francis, anche coreografo, supportati da Chloe Mason alla gestione dei suoni. Nora, questo il titolo dello spettacolo, è sicuramente molto cresciuto durante la residenza creativa denominata Artefici, al cui circuito ArtistiAssociati aderisce, che aiuta molti giovani creativi a sviluppare le proprie idee e il proprio originale linguaggio espressivo.
Per la serie "questo è il bello della diretta" di baudiana memoria, lo spettacolo clou del festival che prevedeva la presenza della Kibbuz dance company, è stato cancellato a causa della recente crisi israeliano palestinese. Ma le arti magiche di Walter Mramor hanno immediatamente trovato una soluzione, ospitando al Teatro Verdi di Gorizia, una prova aperta al pubblico del dittico che debutterà sabato prossimo al Teatro Ivan Zaič di Fiume. Le due coreografie, la prima ispirata al mito di Adamo ed Eva ad opera di Maša Kolar mentre la seconda è di Jeroen Verbruggen, sono pronte per andare in scena ma vengono mostrate con i crismi di una prova in sala, quindi ancora senza costumi, scene e luci. Per entrambi i brani, si percepisce che questi saranno apporti fondamentali per definire luoghi e ambientazioni e rendere più chiaro e leggibile il senso delle due creazioni. In ogni caso il livello della compagnia del Teatro nazionale Croato Ivan Zaič cresce mese dopo mese mese e noi, pubblico in sala, restiamo estasiati dalla qualità del movimento, dall'energia profusa e dalla ricchezza del vocabolario coreografico utilizzato da entrambi i creatori.



Le seguenti 4 foto sono di Nicola Merlino: tutte le altre sono di Giovanni Chiarot







Nell'ultimo giorno di festival va in scena Il Piccolo re dei fiori, un delizioso spettacolo per bambini coreografato da Valerio Longo e creato assieme a Fabrizio Montecchi, per il Balletto di Roma e Teatro Gioco Vita. Se eri penso agli spettacoli totalmente inadatti che dovevamo interpretare noi per i bambini per i bambini, ringrazio il cielo che nessuno di loro abbia cercato vendetta! Vedere invece una produzione così fiabesca, una romantica e piena di sogno mi aiuta a ben sperare per la formazione di un pubblico più consapevole per il futuro. Valerio Longo ha scelto due interpreti, Marcello Giovani ed Isabella Minosi, che sono ugualmente abili nel danzare i passi così come nella costruzione dei loro personaggi e nella capacità di azionare le varie maschere e sagome che arricchiscono lo spettacolo con un cesellato gioco di luci e ombre.
Il festival chiude veramente con il Visavi Experimental Contest che è andato in scena al teatro nazionale sloveno di Nova Gorica, curato dalla compagnia Bellanda, un format che non conoscevo ma che ho trovato molto piacevole, divertente e creativo. 16 ballerini di diversi stili legati alla scena hip hop o della danza contemporanea, si sfidano a coppie e vengono eliminati da una giuria tecnica. Il tutto si basa sull'improvvisazione legata alla musica gestita dal DJ Aron Shorty oppure al piacevolissimo Organika ensemble che suona e vocalizza dal vivo con strumenti insoliti ma molto interessanti. Durante il contest ne sono volate delle belle (nel senso letterario): passi, trottole, ruote, elementi di break dance e di hip hop, contrazioni e rilassamenti tipici della danza contemporanea e chi più ne ha più ne metta. Crudele, soprattutto per i temi proposti, la scelta di far pescare ai singoli ballerini un tema letterario, un sentimento, una frase veramente difficile da rendere attraverso la danza come terremoto in montagna, la solitudine, fissarti negli occhi e così via. Divertimento e tanti applausi, assieme al coinvolgimento in un voto finale chiesto al pubblico, non potevano chiudere meglio un'edizione brillante e indimenticabile del visavi festival!









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