Locandina dello spettacolo
Lode e gloria a Ivan Liska, direttore del Bayerisches Staatsballet II, che è riuscito nell'intento di fare di questo gruppo giovanile una compagnia interessante ed eclettica! E grazie alla direzione di Marco Feruglio per averli ospitati nel bellissimo Teatro Nuovo Giovanni da Udine nell'omonima città.
Ivan Liska ha messo nelle mani, anzi gambe, le coreografie di alcuni tra i maggiori e più interessanti coreografi degli ultimi 50 anni: Balanchine, Van Manen, Duato, Siegal.
Proprio da quest'ultimo vorrei partire perché ho trovato il suo brano
The New 45 di una forza, di una bellezza e di una simpatia che non mi aspettavo proprio. Pensato per quattro danzatori che devono essere dotati di consapevolezza corporea e dinamiche di movimento raffinatissime, ha visto in scena uno strepitoso Nicholas Losada, seguito da Shawn Throop di cui si dimentica presto lo strano fisico, affascinati dalla sua bravura e dalla coppia formata da Alexander Bennet e Simon Jones, uno più bravo dell'altro a destrutturare il movimento e seguire i dettami del loro demiurgo. STREPITOSO/I!!
Il primo e il quarto brano della serata erano firmati da George Balanchine, uno dei principali geni coreografici del 1900. Qui erano proposti un titolo conosciutissimo,
Allegro Brillante su musica di Piotr Ilic Tchaikovskj
, ed un altro a me ignoto
Valse Fantasie, su una partitura di Michail Glinka
. Il ruolo protagonistico di entrambi era affidato ad una danzatrice che non mi ha molto convinto: brutte spalle, espressione forzata e monocorde. Accompagnata con poca verve credo da Elvis Abazi in
Allegro Brillante e da un più solare ma poco affidabile come partner Flemming Puthenpurayil. Bene l'
ensemble, correttamente balanchiniano su cui tra tutti spiccavano Filippo Lussana - dinamica brillante! - ed una ragazza mora, anche lei italiana, la Voltolini o la Kumanaku...
Una coreografia di Hanz Van Manen chiudeva la serata
Concertante, sulla musica di Frank Martin
. Curiosa perché alcuni momenti erano di una bellezza abbacinante ed altri molto datati. I poveri ragazzi erano massacrati da delle calzamaglie a righe che avrebbero inquartato anche un'anoressica...ma si sono ben difesi tecnicamente e stilisticamente. Ho molto apprezzato lo stile e la dinamica di Carl van Godtsenhoven.
Se posso permettermi di dare un consiglio al Direttore Liska (chissà se mi ricorda nel corpo di ballo di un Cavallino Gobbo di molti anni fa all'Opera di Roma... :-) avrebbe dovuto chiudere con
Jardi Tancat di Nacho Duato che i suoi giovani danzatori hanno interpretato magistralmente, meglio di molti altri danzatiori di maggiore esperienza cui lo vidi danzare altre volte. Intensi nella gestualità e nell'uso dei loro corpi per interpretare questo quadro di sapore contadino ancestrale, musicalmente basato sulle canzoni di Maria del Mar Bonet, ispirate ad su alcuni racconti popolari, hanno saputo usare le dinamiche offerte dal coreografo per rendere al meglio i loro personaggi: un bravo particolare a Isidora Markovic e Simon Jones.
Sala piena, pubblico plaudente e caloroso.
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