sabato 23 dicembre 2017

CARMEN martedì 19 dicembre 2017

Locandina dello spettacolo


E' una versione onesta e artigianale quella che la SNG mette in scena, affrontando un altro mostro sacro della lirica come il capolavoro di George Bizet Carmen.

Certo, ridotta in dimensioni per il piccolo palco del Teatro di Lubiana, è meno raffinata e fa meno effetto, rispetto agli allestimenti italiani o addirittura a quello dell'Arena di Verona: niente cortei di toreri, che la regista lascia sapientemente alla nostra immaginazione, schierando coro e bambini in proscenio come se il corteo fossimo noi spettatori; niente montagne e poche, scarne scene.
Ecco, forse la cosa che meno mi ha convinto sono scene e costumi che ho trovato poco raffinati, non amalgamati, particolarmente brutta la scena della caserma con una scarna porta scorrevole e i muri ricoperti a cortina anni '60 che si trovano in ogni isolato romano, firmate come la regia da Pamela Howard.
La regia è tradizionalissima, affidata molto all'interpretazione dei cantanti, senza particolari trovate ma scorrevole.

Sul lato musicale abbiamo due vincitori assoluti.
La prima, Irena Parlov, cesella una Carmen che non può che risultare affascinante e simpatica; è padrona della scena e ha molto lavorato su gestualità e posture che risultano naturali ma curate; la voce ha un grande volume e un bel timbro da mezzosoprano che si schiarisce molto negli acuti generosi ma non ostentati.
Il secondo è l'Escamillo di Peter Martincic: voce meravigliosa per timbro e colore, volumi generosi e grande presenza scenica, uniti ad un naturale carisma.

Il Don José di Aljaz Farasin si riscatta nel finale dopo un inizio difficile e una scarna costruzione del personaggio: nel terzo e soprattutto nel quarto atto, rivela doti canore e interpretative più generose e interessanti.
Giovane e graziosa è la Micaela di Martina Burger ma spinge troppo sul volume e perde tutta la dolcezza virginale che dovrebbe avere il suo personaggio.
Bene il quartetto di Dancairo, Remendado, Frasquita e Mercedes con buoni voci e belle presenze. Poco chiaro invece il Zuniga di Zoran Potocan e nella norma gli altri comprimari.
Lo scarno intervento danzato, affidato alle coreografie di Berta Vallribera si regge solo sulla prestanza di un giovane danzatore di cui non ci è dato sapere il nome, che spicca notevolmente rispetto ad un gruppo di signore, amabilmente amatoriali.

L'Orchestra e il Coro della SNG suonano e cantano bene e dimostrano che l'andare spesso in scena giova, dimostrando un buon mestiere in tutto quello che fanno. La direzione di Jaroslav Kyzlink privilegia il fragore della partitura, trascurando un po' i pianissimo e i toni pacati, ma è precisa e puntuale.

Mi ha molto colpito vedere il teatro pieno solamente a metà (la recente replica de A Christmas Carol era esaurita in ogni ordine e posto): ma la danza non funziona, no, no...

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