domenica 9 novembre 2014

TRISTANO E ISOTTA 4 novembre 2014

Locandina dello spettacolo

Splendida, splendida premiére al Teatro dell'Opera di Lubiana con questo Tristano e Isotta ad opera del coreografo rumeno Dan Datcu.
Si nota immediatamente un cambio di rotta tra la precedente direzione del classicissimo Irek Mukhamedov e quella di Sanja Neskovic Persin, ex danzatrice dell'ensemble sloveno, che ha da sempre una grande attenzione anche al mondo artistico contemporaneo, giustamente senza rinnegare il passato fatto di grandi classici! Infatti anche in questa stagione vedremo in scena il Lago dei cigni, Don Chisciotte, ecc. ma, giusto per marcare il segno, il debutto viene affidato ad un giovane coreografo e ad un'opera contemporanea.
(Per portare un po' di acqua al mio mulino, sono fiero di aver ospitato nel Festival di danza contemporanea che dirigevo a Trieste, una coreografia di Sanja, Roommate, che avevo molto apprezzato durante il Gibanica Festival del 2009)
Torno allo spettacolo.

Si apre il sipario e si vede una figura di spalle, vestita con un grande pastrano agitato dal vento, e subito resto colpito dalla profondità scenica del palcoscenico del teatro di Lubiana: impressionante, suggestiva, spettacolare. Da lì in poi la danza la fa da padrona ed è un continuo susseguirsi di coreografie di gruppo. Si, perché la particolarità e la preziosità di questo coreografo è proprio la capacità di utilizzare l'ensemble dei tersicorei. Riesce a dipingere la partitura musicale con i corpi dei danzatori: se alcuni di loro iniziano un movimento lo stesso si chiude grazie ad alcuni altri che sono posizionati sul lato opposto del gruppo. Oppure scompone la tessitura acustica per renderne visivamente la struttura, come la scia di un aereo nel cielo. Insomma è veramente un bravissimo artigiano nel muovere le masse, qualità piuttosto rara.
A chiudere il primo atto, che suggella l'incontro tra Tristano e Isotta un vero coup de theatre: una serie di proiettori a testa mobile allineati perfettamente in una riga che bagna il fondo del palcoscenico, percorre tutto il palcoscenico per arrivare al proscenio, superarlo accecando la platea e poi il resto della sala. Una ambientazione sonora prosegue e lascia il pubblico talmente sorpreso che non riusciamo neanche ad iniziare l'intervallo con l'applauso di rito: geniale!
Il secondo atto ha un taglio meno corale, visto che inizia introducendo duetti che faranno salire il climax fino al bellissimo passo a due, celebrato sulle celeberrime pagine Wagneriane del Preludio e della Morte di Isotta. E sono anche le uniche che il compositore canadese Saso Kalan lascia correre quasi intatte, seppur rielaborate elettronicamente. Ho trovato la partitura musicale di Kalan stupefacente, suggestiva, imponente, toccante, intelligente. Il lavoro svolto assieme al coreografo è stupefacente sia per bilanciamento che per libertà e fantasia compositiva, che per rispetto e reciproca dedizione.

Ho visto Ana Klasnja nel ruolo di Isotta, brava e intensa anche se talvolta un po' esitante, e Kenta Jamamoto dalla splendida dinamica di movimento, nel ruolo di Tristano. Intensa ma forse troppo filiforme la Brangaene di Rita Pollacchi. Gli altri ruoli in cui si esibiscono altri bravi danzatori della SNG di Lubiana sono troppo impastati con le danze d'assieme per poterne cogliere le singole qualità.
Era notevole anche l'apparato scenografico ad opera di Meta Grgurevic in collaborazione con Jasa che ha proposto una struttura inedita e molto originale! Era composta da varie figura geometriche realizzate in materiale trasparente che erano sospese sul capo dei danzatori e componevano varie figure a seconda dell'altezza a cui venivano singolarmente calate: a momenti un cuore, in altri delle nuvole, oppure delle frecce. Suggestiva e molto appropriata!
Meno interessanti i costumi di Uros Belantic, troppo didascalici e pesanti alla vista.
Come già detto per il finale del primo atto, notevole il disegno luci di Jaka Simenc che ha creato ambienti e sottolineato situazioni con maestria e originalità

Ottima la scelta della direzione del Teatro di creare un lavoro corale per il suo corpo di ballo: sono
occasioni importanti per creare collante tra i danzatori e gratificarli con un successo che riconosce la loro abilità di fare squadra.
Come sottolineava anche Datcu nel programma di sala, questo è un lavoro corale, creato con passione e interesse da un gruppo di artisti che sono stati messi nelle condizioni di operare senza particolari censure, dove tutti avevano lo stesso potere decisionale e dove non c'è stato un unico referente a prendere le decisioni. E si è visto!

Sala abbastanza piena e pubblico contento.


Nessun commento:

Posta un commento