giovedì 24 gennaio 2013

L'OLANDESE VOLANTE (IL VASCELLO FANTASMA) 19 gennaio 2013


"L'OLANDESE VOLANTE"
Opera romantica su libretto di Richard Wagner
Musica di Richard Wagner
Daland PETER MARTINCIC
Senta REBEKA RADOVAN
Erik BRANKO ROBINSAK
Mary SONJA MILENKOVIC
Il timoniere di Daland ANDREJ DEBEVEC
L’Olandese ROBERT VRCON
Orchestra e coro del Teatro Nazionale Sloveno di Opera e Balletto, Orchestra Sinfonica della Radiotelevisione Slovena e Coro da Camera Sloveno
Direttore ALEKSANDAR MARKOVIC
Maestro del coro ZELJKA ULCNIK REMIC e MARTINA BATIC
Regia MATIAZ BERGER
Coregrafia MAGDALENA REITER
Scene MARKO JAPELJ
Costumi ALAN HRANITELJ
Luci SIMON ZIZEK e ZORAN NAJDENOV
Videoproiezioni GASPER BREZOVAR
Cankarjev Dom, Gallusova Dvorana, Lubiana, 19 gennaio 2013

Ecco l'ennesima dimostrazione di come non c'é bisogno di miliardi per allestire un'opera. Anzi, non una semplice opera: addirittura "L'olandese volante" di Richard Wagner!
Basta un tulle, della sabbia sul palco, 4 videoproiettori, un po' di attrezzeria e 3 ore di spettacolo volano come niente fosse. Beh, quasi. I primi 100 minuti filati di musica sono una quantità alla quale non siamo più abituati...ma le suggestioni visive che la regia di Matiaz ci propone sono tali da distrarci, trasportarci, ammaliarci. Le immagini sono di mari burrascosi con navi che rischiano gli abissi, ideali femminini, paesaggi invernali e sciatori: dettagli di tutto ciò che diventano immagini a grandezza reale, prima sul tulle in proscenio e poi sui lati della quintatura "alla tedesca" bianca. La quintatura alla tedesca si ottiene mettendo davanti alle quinte laterali dei fondali con il risultato di chiuderle e di ottenere così che il palcoscenico si trasformi in una specie di scatola o camera.
Fino al grandioso finale che inghiottisce Senta e l'Olandese nell'inferno del sottopalco mobile, altro che farli salire al paradiso....
La regia di Matjaz Berger è lineare, elegante, Toglie piuttosto che aggiungere, ma lo fa con perfetta consapevolezza, lasciando grande spazio al potere immaginifico del pubblico di tradurre i suoi stimoli visivi in immagini interiori. Eppure non trascura nessun dettaglio, aiutato dalle Magistrali (si, con la M maiuscola) luci disegnate da Simon Zizek e Zoran Najdenov: bellissime! Concorrono le suggestive videoproiezioni di Gasper Brezovar: indimenticabile il momento in cui Sanja Neskovic Persin, la Senta danzante, sembra fuoco puro dietro al tulle dove vediamo proiettata una piccola colata lavica. Tutto il team artistico ha lavorato perseguendo un risultato comune di uguale levatura, incluse le asciutte scenografie di Marko Japelj e i costumi essenziali di Alan Hranitelj.


La musica di Wagner é da vivere, é un'ondata di emozioni che non ci si può troppo soffermare ad analizzare o a "capire". Bisogna conoscerla. Io pur apprezzandola la frequento poco e sentirla cantata in tedesco con i sopratitoli in sloveno non mi é stato di grande aiuto :)
Ma
ho avuto la fortuna di assistere ad un'allestimento intelligente, per nulla didascalico che ha lasciato la nostra fantasia libera di viaggiare; con orchestra e coro potenti, veramente ben preparati e allenati ai volumi e alle potenze richieste dalle partiture del maestro tedesco.
In questa occasione l'Orchestra del Teatro Nazionale Sloveno di Opera e Balletto di Lubiana è stata affiancata dall'Orchestra Sinfonica della Radiotelevisione Slovena: Wagner non badava a spese... Mi è sembrata un'operazione molto intelligente e, da un punto di vista prettamente musicale, ho trovato grande coesione in tutti i settori, fiati inclusi che, in genere, sono a mio avviso la parte più a rischio.
Uguale considerazione per il Coro diretto da Zeljka Ulcnik Remic e Martina Batic che, anche in questo caso, integra l'organico del complesso lubianese con quello del Coro da Camera Sloveno.
La direzione orchestrale di Aleksandar Markovic (incantevole nel suo smoking orientale bianco) mi é sembrata molto attenta e "comme il faut", esattamente come me l'aspettavo: ricca di colori, di fortissimi come di pianissimi. Molto più attento a gestire l'orchestra invece che le voci che, in effetti, mi sono sembrate ben legate con il golfo mistico

I cantanti, quasi tutti sloveni e scritturati a stagione come usa all'estero, mi sono sembrati perfettamente adeguati: dalla cristallina Senta di Rebeka Radovan, al potente e preciso Daland di Peter Martincic; dalla notevole Maria di Sonja Milenkovic all'esperto Eric di Branko Robinsac, all'adeguato timoniere di Daland interpretato da Andrej Debevec. Unico neo l'Olandese di Robert Vrcon che mi è sembrato avere spesso problemi di intonazione e di volume, forse a causa di qualche malanno di stagione.
Molto gradevole anche le controfigure di Senta e dell'Olandese, danzate da Sanja Neskovic Persin e Juki Seki: precisi, eleganti e molto concentrati nel loro ruolo, così come il gruppo di danzatrici che interviene nel primo atto coreografati, con stile minimalistico ma d'effetto, da Magdalena Reiter.

Insomma, veramente un bellissimo spettacolo che rende la maestosità di Wagner, senza appesantirla di inutili sottolineature, ma anzi spogliandolo dell'inutile per rivelarne la totale bellezza. Sala (enorme!) quasi piena e pubblico entusiasta.

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