venerdì 17 febbraio 2023

PRETTY WOMAN venerdì 17 febbraio 2023

Locandina dello spettacolo  

Un'altra serata che scivola via perfettamente oliata, guardando una storia che amo da sempre, trasformata in un musical che non avevo ancora mai visto: Pretty woman!

Ho l'età giusta per averlo scoperto già nel 1990, al cinema e lo avevo scolpito nel cuore e negli occhi per la bellezza dei due protagonisti, la raffinata dolcezza dell'immortale "mito" di Cenerentola su cui è basato il plot che mi stregò come tanti altri all'epoca. Devo averlo visto una seconda volta in home video, qualche anno dopo, e poi nulla più. Per cui mi sono approcciato a questa versione musicale con almeno 30 anni di distanza, senza alcun pregiudizio e con parecchi buchi di memoria. Ovviamente la sorpresa - positiva! - è stata ancora più grande!

Lo spettacolo è tenuto in piedi dalla immensa bravura dei quattro protagonisti - Beatrice Baldaccini, Thomas Santu, Giulia Fabbri e Cristian Ruiz: voci potenti, presenze salde e grandi professionalità - e da un ensemble talmente all'altezza che i vari ruoli comprimari vengono sostenuti a turno da diversi di loro, tale da sembrare che la compagnia sia in verità formata da 20 protagonisti, più un poderoso corpo di ballo! Stavolta posso veramente dire che tutti cantano, ballano e recitano con lo stesso livello in tutte e tre le arti, come i colleghi di oltremanica o oltre oceano: bravissimi, davvero! Mi resta nel cuore la scena con i cinque camerieri capeggiati da Cristian Ruiz che esalta l'agilità da buffo di Pietro Mattarelli e dei suoi bravissimi colleghi.

La storia è ultra nota e, dopo un numero di apertura che mi è sembrato un po' banale, i ricordi e i rimandi, ad esempio dei bellissimi costumi di Ivan Stefanutti, riaccendono briciole di memoria che vanno dagli stivaloni di Julia Roberts alla meravigliosa definizione citata da Kit ("quella granculo di Cenerentola"), a tante altre battute e situazioni. La scena, ad opera di Carla Janssen Höfelt, è risolta brillantemente con una struttura multipiano che si trasforma facilmente in un caseggiato, nella suite dell'hotel o nel teatro d'opera. Le luci di Francesco Vignati esaltano le situazioni registiche e l'allestimento che meglio non si poteva. La regia originale di Carline Brouwer, condivisa con Chiara Noschese, è veramente ineccepibile: pesi scenici, brio, fantasia e cura del dettaglio sono profusi in ogni scena, aiutando noi spettatori ad immergerci nella vicenda senza alcuno sforzo. Le musiche e i testi di Bryan Adams e Jim Vallance forse sono la parte meno convincente, orecchiabili ma senza particolare appeal. Sembrano costruite solo a sostegno della vicenda e ho l'impressione che ascoltate senza il supporto visivo non desterebbero particolare emozione. Ad eccezione della scena al teatro dell'opera dove la fusione tra rock, voci contemporanea e brani da La Traviata di Giuseppe Verdi crea un momento di alto valore artistico. La direzione musicale è superba, così come la fonica risulta rodata e calibrata.

Lo spettacolo è veramente piacevole e vi invito a vederlo nelle prossime repliche triestine o nelle città dove sarà in tournée.



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