giovedì 19 maggio 2016

LA BOHEME 17 maggio 2016

Locandina dello spettacolo


Scrivere de La Boheme di Giacomo Puccini mi è sempre più difficile.
E' un capolavoro, è conosciutissima e, a meno che non si tratti di versioni particolarmente rimaneggiate, non serve raccontarne molto. Mi limito quindi ad un mero resoconto.

Di questa edizione proposta dal Teatro Verdi di Trieste bisogna sottolineare la gradevolezza generale di un allestimento che proviene dal Teatro del Giglio di Lucca, con le semplici ma efficaci scene di Italo Grassi, gli adeguati costumi di Anna Biagiotti, la puntuale e fedele regia di Marco Gandini, degno erede della tradizione tipica italiana.
Bene si adeguano le compagini artistiche del massimo triestino.
L'Orchestra si conferma versatile ed affidabile come sempre, anche alla guida del Direttore Renato Balsadonna che mi permetto di rimproverare solo per volumi di suono a volte troppo "verdiani" Bene anche il Coro adulto diretto dal Maestro Fogliazza e quello dei Piccoli Cantori della Città di Trieste diretti magistralmente da Cristina Semeraro.

Molto gradevole anche la compagnia di canto che vedeva la Mimì di Lana Kos dal bellissimo fraseggio, misurata nel canto e generosa nella recitazione; brillante comme il faut la Musetta di Marie Fajtova, splendida nel Valzer a lei intitolato e autrice di uno smorzato da manuale. Venendo al comparto maschile ho trovato interessante la prestazione di Rame Lahaj nel ruolo di Rodolfo, dotato di bel timbro, buon volume e bella presenza scenica; lo stesso posso dire di Marcello Rosiello nell'omonimo ruolo del pittore; piacevolissimo sia per presenza scenica che per linea di canto lo Schaunard di Vincenzo Nizzardo. Decisamente un gradino sotto il Colline di Ivan Saric. Completavano dignitosamente il cast Dario Giorgelé, Motoharu Takei, Giuliano Pelizon e Dax Velenich.

Teatro stracolmo, pubblico entusiasta, grande successo: complimenti al Sovrintendente Stefano Pace che ha inanellato una serie continua di successi!


martedì 3 maggio 2016

RITORNO A MIRAMAR 3 maggio 2016

Locandina dello spettacolo

Quante sane, meravigliose, dolci, fragorose risate con questo nuovo testo scritto dalla brillante penna di Alessandro Fullin che ne è anche inerprete e regista, assieme a Tina Sosic.

Risate a chilo nel solo vedere certe non-espressioni di Fullin, i tempi comici e teatrali di Ariella Reggio e la verve di Marzia Postogna.
Uno spettacolo che allieta due ore di vita - soprattutto per chi conosce il triestino - per cui non possiamo che ringraziare Fullin, abile anche nel creare un clima famiglire e sereno che dal palcoscenico arriva fino alla sala. Si percepisce che gli attori si divertono e con loro noi spettatori; che si vogliono bene così come noi gliene vogliamo per averci donato allegria; che hanno una gran professionalità per la quale non possiamo smettere di applaudirli.

Il testo è il proseguo dello spettacolo che aveva inaugurato la stagione 2014/2015 del Teatro Bobbio per La Contrada di Trieste. Fullin aveva immaginato all'epoca che Sissi fosse sopravvissuta all'attentato di Luigi Lucheni sul Lago di Ginevra, che Carlotta del Belgio fosse pazza ma solo per sviare la pressione di corte, che Guglielmo Oberdan fosse scampato alla fucilazione e tutta una serie di altri credibilissimi assurdi.
In questo sequel Carlotta del Belgio - l'indomita Ariella Reggio - fa la pazza per offrire un servizio completo ai visitatori del Castello di Miramare, nel quale continua a vivere dopo l'abbandono di Massimiliano; ha una governante piuttosto sbevazzona - lo stesso iconico Fullin - di nome Ottilia che cela spaventose sorprese sotto le cotole; subisce la visita improvvisa di Elisabetta di Wittelsbach - la regina del birignao contemporaneo Marzia Postogna - che Carlotta tollera malamente; rifiuta l'ospitalità a Guglielmo Oberdan - il preparatissimo Francesco Godina - che diventerà poi Batman e Darth Vader, amante di Sissi e poi della di lei figlia Gisella - la graziosa e caratteriale Giulia Corrocher; accoglie l'arrivo del Vate-r D'annunzio - un notevole Franko Korosec - speranzosa di ottenere una favorevole recensione al suo operato pittorico mentre ottiene solo un preventivo di spesa; infine rivede con piacere anche il Dottor Mayer - il brillante Valentino Pagliei - che è reduce da una storia d'amore con Ludwig di Baviera, anche lui sopravvisuto alla sua tragica fine....insomma, di più non vi dico, perché vi invito ad andare a scoprire di persona il suo delizioso svolgimento!

Completa l'operazione un bellissimo allestimento costumistico e scenografico di Andrea Stanisci che ci accoglie in una quadreria naif, meravigliosamente illuminata dalle luci di Bruno Guastini e una gradevole colonna sonora delle musiche originali di Carlo Moser, abbinate a Julio Iglesias e Barry White

Andate, andate, andate...