sabato 8 febbraio 2014

JE SUIS ELEONORA ABBAGNATO 8/2/2014

Locandina dello spettacolo

Mannaggia: ce l'ha fatta a conquistarmi!
Nonostante fossi partito prevenuto, totalmente prevenuto nei confronti di questa nostra stella all'estero, mi sono dovuto ricredere....che fastidio!
Bellissima ballerina, del tipo che proprio mi piace: non troppo dotata per la danza classica (non un tipo alla Zakharova o alla Guillem per intenderci, con chili di collo del piede ed estensioni infinite), ma lavorata, intelligentemente lavorata; un grande charme e appeal...si, è proprio una Prima Ballerina, anzi un Etoile de l'Operà de Paris. Complimenti Madame Abbagnato, chapeau!
Assieme a lei, colleghi di grande qualità e una interessante scaletta di coreografie hanno fatto di questa serata il momento di danza più alto di questa stagione teatrale del Politeama Rossetti di Trieste.

 Un teatro pieno, esaurito anche nei posti a visibilità limitata, ha applaudito con sapienza e generosità la Abbagnato e i suoi colleghi, consci di aver vissuto una serata magica. Non c'è molto da dire: quando la qualità è alta, anche lo spettatore più ignorante se ne rende conto.

La serata è impostata come un Galà, una serie di pezzi di bravura con i quali i protagonisti si esibiscono nei propri cavalli di battaglia. Ma bisogna dire che quando, come in questo caso, sono coordinati da Daniele Cipriani, si può stare certi che non si assisterà solo ad una serie di passi a due da Il Corsaro o dal Don Chisciotte: Cipriani richiede una programmazione diversa, alternativa, ed è un grande pregio perché in cittadine più provinciali come la nostra, un certo repertorio di danza è tutt'altro che frequentato.

Ecco quindi brani d'epoca (troppo d'epoca, in verità) di Roland Petit e di Maurice Bejart, nuove coreografie e capolavori del contemporaneo a firma di Forsythe o Preljocaj e un neoclassico di Jerome Robbins.

La serata inizia con la protagonista del Galà che si cimenta in un duetto, francamente dimenticabile, di Roland Petit: Les Rendez vous dove, secondo i cliché esistenzialisti francesi dell'epoca, una donna/mantide uccide il suo amante alla fine del duetto. Coreograficamente molto datato, seppur danzato sui tacchi, mette immediatamente in risalto l'allure dell'Abbagnato: alta, regale, longilinea, una vera star. E' accompagnata da un Benjamin Pech poco trascinante, ma partner solido e non troppo ingombrante.
Segue il solito In the middle somewhat elevated che, dopo essere stato portato in giro per il mondo da Sylvie Guillem e Laurent Hilaire o Manuel Legris, è sempre poco credibile danzato da chiunque altro. Nonostante la bravura e la precisione sia Alice Renavand che Alexandre Gasse restano un ricordo nebbioso.
Tutt'altro tiro per Nicolas Le Riche coreografo, e interprete assieme a Clairemarie Osta, del bellissimo duetto Odyssée: fluido, elegante, originale, con una bella struttura compositiva e delle belle idee coreografiche, indica Le Riche come un coreografo interessante e da seguire.
L'assolo da Sept Danses greques di Maurice Bejart nulla porta e nulla toglie alla serata, se non il mostrarci il bellissimo fisico di Gasse, apollineo, statuario, ma che per colpa dei pantaloni a zampa di elefante sembra meno preciso di quanto invece lo è tecnicamente.
Il terzo passo a due da Le Parc di Angelin Preljocaj è molto più bello quando è inserito nel contesto dell'intero balletto, ma resta interessante e riesce a strappare un applauso a scena aperta quando la Renavand appesa al collo di Pech volteggia a velocità sempre più vorticosa: a parte ciò resta un brano di grande sensualità, dolcezza ed eleganza.
Chiude il primo tempo il duetto da Carmen di Roland Petit con Abbagnato e Le Riche strepitosi: lui con la maschia presenza, lei nella civettuola seduttrice. Veramente perfetti e grandiosi.

Tutto il secondo tempo è dedicato a In the night di Jerome Robbins che, anche grazie alla bellissima musica di Frédérick Chopin suonata al pianoforte con grande attenzione ai danzatori da Enrica Ruggero, crea un'atmosfera rarefatta e di grande eleganza. Tre storie d'amore si intrecciano in altrettanti duetti.
Su tutte vince nuovamente la coppia Abbagnato/Le Riche: belli, appassionati e affiatati come solo certe grandi coppie di danzatori che danzano spesso assieme sanno essere. Segue la bella rivelazione di
 Alessandra Amato e Damiano Mongelli, primi ballerini del Teatro dell'Opera di Roma, perfettamente a loro agio e al livello dei colleghi francesi: lei solida e dalle belle linee; lui serio, ma preciso e affidabile. Meno convincenti la Osta e Pech.

In the night resta una coreografia poco comprensibile, poco accattivante, insidiosa in molti passaggi, ma viene affrontata con grande maestria dai 6 danzatori che sciorinano tutto il loro sapere, il loro mestiere per uscirne vincenti e regalarci un ultimo momento di sogno e di altissimo livello tecnico e artistico.

Grazie, tornate presto!



OTHELLO, la h è muta 5/2/201

Beh, due cose prima di parlare un po' più nel dettaglio di questo "Othello, la h è muta" vorrei sottolineare due cose: la prima è che andare a vedere uno spettacolo degli Oblivion é una gioia rara in questo periodo cupo e uscire con le guance indolenzite dal perenne sorridere non ha prezzo!
Secondo : impossibile raccontare un loro spettacolo!! Sono novanta minuti di argute facezie, di inarrestabili giochi di parole, di canzoni rivisitate e di tanta fantasia!

Approdati a Trieste il 4 e 5 febbraio, nella cornice del Politeama Rossetti che li ha co-prodotti come Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, hanno registrato due all sold out di tutto rispetto visto il momento economico!

Dopo l'enorme successo che li ha lanciati nel firmamento teatrale italiano, grazie a più di 2.7 milioni di visualizzazioni su YouTube del video"I promessi sposi in 10 minuti" continua il loro desiderio di rivisitare e rivitalizzare i grandi classici: stavolta tocca ad Otello. Quale occasioni migliore dei festeggiamenti per le ricorrenze di Verdi e Wagner? E quale titolo migliore se non la tragedia del tradito per antonomasia?!? Lo definiscono amabilmente (e molto diversamente biondo; poi fanno confusione tra Othello e Nuthella, sempre riferendosi alla carnagione; segue una telecronaca sulla scia di quelle di Enrico Ameri di qualche decennio fa; poi una serie di terribili e sboccati stornelli/osterie romaneschi che hanno il loro apice in una splendida, indimenticabile "Morte del cigno" con armatura medievale di Fabio Vagnarelli....insomma, come vi anticipavo, impossibile raccontare: bisogna proprio
vederlo!! E ci sono date fino a lla fine di Maggio....andate!!! Piacevolissima la zona dello spettacolo nella quale rielaborano canzoni tratte da musical e cartoni animati adattandoli alle necesità del copione Shakesperiano....indimenticabile!
 politically correct)

Istrionici, affabulatori, vocalmente ineccepibili nel momento iniziale a cappella o nei vari motteggiamenti lirici, simpatici, esplosivi, coreografici....mi voglio rovinare: belli e bravi! Ma più bravi che belli... ;-)

Insomma veramente una necessità sapere che sono in giro a creare qualche altra pazzia; sapere che prima o poi tornano in città a farci passare del tempo spensierato, con il sorriso sulle labbra; sapere che se non ci fossero andrebbero inventati! Grazie a tutti e cinque: Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli. Grazie. E bravi!