martedì 23 maggio 2023

HERO IS TIRED sabato 20 maggio 2023

Locandina dello spettacolo 

Giuseppe Spota è un Coreografo, come non ne vedevo da un po'. No, la C maiuscola di Coreografo (lo ripeto), non è un refuso. È che è proprio bravo e se lo merita. Non che la tematica di Hero is tired mi sia particolarmente vicina o interessante ma è talmente lampante la sua abilità nel comporre che non posso che sottolinearlo. Lo spettacolo porta in scema un'indubbia riflessione sulla rapidità dell'odierno scorrere del tempo, sull'onnipresente smartphone, sullo sguardo sfuggente all'altro, egoisticamente rinchiusi in noi o in comunicazione con qualcuno che non è presente adesso, forse non lo è mai. Spesso alienati ma sempre con la speranza che un'amore salvifico ci riporti ad un livello di umanità che sembriamo aver perduto. Fin qui nulla di particolarmente nuovo a parte l'utilizzo della torcia, presente in molti dei nostri terminali, come elemento illuminante ad integrazione e sostituzione dei riflettori e forse, in un prossimo futuro, anche dei datori luce... 


È stupefacente invece la maestria con cui Spota gestisce la coreografia, in continua alternanza tra gruppi, soli, duetti e ogni altro tipo di formazione. Anche qui nulla di nuovo, visto che è quello che ci si aspetta da un coreografo. Ma a lui riesce bene, molto bene e i nostri occhi sono continuamente sollecitati da infiniti stimoli: movimenti di massa che evolvono costante come quelli di un caleidoscopio; assoli mai banali; duetti con sollevamenti inaspettati, quasi in controspinta; terzetti perfettamente bilanciati; insomma una Signora Coreografia.



La musica composta da Frano Đurović è interessante e ricca di stimoli e di rimandi alla narrazione di Spota, evidentemente creata appositamente, così come i costumi e gli elementi scenografici di Petra Dančević Pavičić, che il coreografo sa muovere con la sua maestria. Interessante anche il progetto illuminotecnico di Nuno Salsinha.


Ho molto apprezzato gli interpreti del duetto iniziale, Andrei Köteles e Laura Orlić, e quelli dello splendido duetto al centro della composizione Anna Zardi e Michele Pastorini, eccelsi, ma tutto l'ensemble fiumano si spende senza alcun risparmio in termini di energia e voglia. La compagnia è irriconoscibile rispetto a dieci anni fa, nonostante alcuni danzatori siano ancora gli stessi: danzare tanto e danzare belle cose sono alimenti vitali per i tersicorei! 




Un bravo a Maša Kolar per quanto ha saputo costruire in questo decennio e alla direzione artistica del Teatro Nazionale Croato Ivana pl. Zajca di Fiume per l'impegno e la buona volontà di continuare a tenere in vita la danza.




Piccola riflessione a parte

Hero is tired è andato in scena in all'Exportdrvo, ex magazzini dell'omonima azienda, ideale scena off e alternativa, presente in tante capitali europee come Lubiana e Vienna giusto per restare in zona. Fiume è più piccola di Trieste ma, mi domando, quanti decenni ancora dovremo aspettare per vedere, ad esempio l'ex gasometro, riconvertito in uno spazio simile qui da noi?!?

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