domenica 31 gennaio 2016

LA BELLA ADDORMENTATA 30 gennaio 2016

Locandina dello spettacolo

Coraggiosi e, in fondo, vincenti in una scelta così ardita.
C'è chi dice che Etudes di Harald Lander sia il vero banco di prova di una compagnia che affronta il repertorio della danza classica.
Secondo me La Bella Addormentata di Peter Ilijc Cajkovski è anche peggio, sia per le difficoltà tecniche e la purezza cristallina stilistica da rispettare, sia per lo stuolo di Primi Ballerini e Solisti che richiede.
La piccola compagnia slovena se la cava egregiamente.
Gli ensemble, specialmente quello della scena della visione, sono curatissimi; i solisti sono affidabili e i Primi Ballerini...lo sono quasi.
 

Venendo alle mie impressioni, l'allestimento scenografico è suntuoso come si conviene ad una compagnia nazionale e ad un titolo così famoso: bellissime scene, arricchite da alcune proiezioni, realizzate in economia ma con intelligenza, come richiede l'attuale situazione economica, ad opera di Andrej Strazisar (emozionante il momento in cui il palcoscenico si solleva per svelare l'antro di Carabosse); costumi immaginifici e fantasiosi, dai colori sgargianti e dalle stoffe - falsamente - ricche firmati da Marija Levitska (strepitosi quelli di Catalabutte!). Efficaci ed eleganti le luci di Andrej Hajdinjak.
La coreografia di Irek Mukhamedov è fedelissima all'originale di Marius Petipa o comunque ne rispetta perfettamente lo stile e l'epoca. Lo condanno solo per alcuni tagli musicali veramente raccapriccianti, ma lo assolvo per aver condensato questo balletto in 135 minuti incluso l'intervallo! E' da un po' di tempo che asserisco che il pubblico non riesce più a restare attento e concentrato per lunghezze troppo imponenti, come di moda nei secoli scorsi, ma credo anche che i tagli potevano essere apportati più armoniosamente. Per il resto, riesce a raccontare perfettamente la storia, a renderla piacevole e moderna, senza toglierle gli aspetti favolistici, né la suntuosità.


L'attuale direzione della SNG di Lubiana, da parte di Sanja Neskovic Persin, ci tiene ad alternare produzioni contemporanee ad altre prettamente classiche e non posso che condividerne le scelte visti i risultati della precedente produzione contemporanea e di questa Bella: sono convinto anche io che questa sia la strada giusta per mantenere i danzatori "pronti a tutto"!
Loro, infatti, rispondono benissimo. Come già dicevo l'ensemble femminile è affiatato e di buon livello; quello maschile idem ma pecca ancora più visibilmente di una certa disomogeneità fisica: è anche vero che, per le ragioni di repertorio di cui sopra, è preferibile avere delle personalità spiccate piuttosto  che 32 danzatori diafani, tutti della stessa altezza!

Tjasa Kmetec è una Aurora quasi perfetta se non fosse per delle proporzioni fisiche desuete per un ruolo di questo tipo. Ha migliorato la sua prestazione scena dopo scena, per cui preferisco dimenticare l'Adage à la rose molto teso e titubante e ricordare un radioso passo a due finale, in cui ha sfoggiato una tecnica sicura e la giusta allure. Kenta Yamamoto è un Principe Desirè solo nel fisico: tecnicamente è poco pulito, le discese dai salti sfiorano il rimbalzo ma resta un ottimo partner.
La nostra Rita Pollacchi è una Principessa Fiorina con i fiocchi: pulita, sicura e radiosa come si deve, ottimamente accompagnata da Yujin Muraishi, un Uccellino Azzurro dalla tecnica sicura e adamantina.
Sono rimasto letteralmente folgorato dalla bellezza, dall'eleganza e dalla precisione tecnica di Barbara Potokar, una Fata dei Lillà che ricorderò a lungo: strepitosa! Le auguro una lunga carriera, piena di ruoli importanti: se li meriterebbe, almeno in seno a questa compagnia!
Divertente il Catalabutte di Tomaz Horvat, imponente la Carabosse di Lukas Zuschlag e bene tutti i solisti delle favole, con una menzione particolare per la Cappuccetto Rosso di Tasja Sarler.

Insomma, veramente una piacevole produzione! Sala abbastanza piena, pubblico plaudente.

domenica 24 gennaio 2016

BILLY ELLIOT 17 gennaio 2016

Locandina dello spettacolo

Scrivo di questo spettacolo in grande ritardo, e me ne scuso con i miei lettori, ma l'influenza mi ha devastato.
Ed è strano scriverne dopo, perché si ha più tempo per raccogliere le impressioni di chi l'ha già visto.
Lo aspettavo preceduto da un coro di lodi che mi arrivava direttamente da Roma, dal debutto. Qui ne ho sentito parlare come sempre con alterne recensioni ma a me è piaciuto parecchio.
E sono tutt'altro che un fan di Massimo Romeo Piparo.

In questo caso bisogna lodarlo perchè ha ritoccato solo alcune cose rispetto alla versione anglofona, senza voler stravolgere o personalizzare troppo lo spettacolo, aspetto che lo ha invece punito in molte altre occasioni. Spesso i registi non si rendono conto che i titoli più conosciuti sono già impressi nei cuori e negli occhi delle persone: piuttosto che ritoccarli, per lasciare il proprio necessario imprint autoEGObiografico, sarebbe più conveniente farne una lettura totalmente nuova oppure occuparsi di
prime mondiali. Figuratevi che, nei vari ascolti di cui parlavo sopra, qualche amico mi ha detto che il musical lo aveva deluso perché il finale era aperto mentre il film riportava i successi di Billy ormai adulto e i cambiamenti fatti da Michael...in che modo curioso lavora il nostro cervello!

Ma a parte ciò, lode e gloria a Piparo e alla sua casa di produzione per questo sforzo molto ben riuscito!

A iniziare dal bellissimo allestimento, ad opera di Teresa Caruso, caratterizzato da un impianto a scena fissa con un ponte mobile, capace di trasformarsi in cortile, sala di danza, appartamento della famiglia Elliot e altro ancora! Intonati e adeguati i costumi di Cecilia Betona e bellissimo il gioc di luci di Umile Vainieri. Adeguate le coreografie di Roberto Croce, ben supportato nel tap da Marco Rea, e molto ben inserite anche le allieve del Toc Toci di Trieste, guidato da Michela Bianco, che interpretavano le compagne di danza di Billy.

Venendo agli interpreti, ho trovato straordinario il Billy di Alessandro Frola, che è talmente bravo da
meritarsi che tutti noi ci si dimentichi che è un figlio e fratello d'arte! Preciso, partecipe, con buone doti per il canto e la danza, recita naturalmente e ama stare in scena: che ci stia a lungo!
Angelica, soave, dolce e meravigliosa come sempre è stata Sabrina Marciano nel cameo della Mamma di Billy: una delizia per gli occhi e per le orecchie. Ho trovato il Papà di Billy, Luca Biagini, a volte un po' troppo impostato ma ha saputo farsi perdonare con una presenza scenica formidabile.
Mrs Wilkinson era greve, sfacciata e fuori forma, come si conviene ad una maestra di danza di provincia, di un piccolo paese di minatori, ed era molto ben interpretata da Elisabetta Tulli. Tony, il fratello di Billy, era Donato Altomare, buona voce e un personaggio antipatico da portare fino in fondo. Simpaticissima e scalmanata la Nonna di Billy, interpretata da Cristina Noci, molto applaudita anche dal folto pubblico presente in sala. Simpaticissimi Jacopo Pelliccia nel ruolo del maestro di boxe, e Maurizio Semeraro - wow, che scioltezza! - nel ruolo del pianista.


Stre pi to so il Michael di Christian Roberto: grintoso, scatenato, simpatico, travolgente, ironico....bravo! Un bravo generale a tutti i membri della compagnia e a quelli che non ho citato: bella energia, grande cura alle controscene e alta professionalità! Bravi.

Veramente una bella serata della quale ringraziare il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, nella persona di Franco Però, per averli voluti a Trieste, la Peep Arrow Entertainment per aver prodotto lo spettacolo, e noi pubblico per avere ancora la voglia di andare a teatro nonostante la stanchezza, i prezzi e...l'influenza!