domenica 11 settembre 2016

LE CORSAIRE 7 settembre 2016

Locandina dello spettacolo

Resto sempre affascinato dal fatto che uno Stato così piccolo, come la Slovenia con una popolazione di poco più di due milioni di persone, possieda due ottime compagnie stabili di danza...considerando che su sessanta milioni di italiani le compagnie stabili sono 6! Sarà sicuramente un retaggio dell'ex cortina di ferro che almeno in campo culturale ha lasciato un patrimonio inestimabile.
Ho qualche difficoltà quindi a scrivere di questo Le Corsaire perché è un'operazione non del tutto riuscita.

Il Corsaire è uno dei titoli più impegnativi anche per la grandi compagnie, perché prevede un dispiego di solisti e primi ballerini che devono essere dei puristi della danza classica. La SNG di Maribor invece ha un repertorio molto misto, influenzato dalle bellissime coreografie di taglio decisamente contemporaneo del suo direttore Edward Clug. Inoltre, è un balletto dove, specialmente nel primo atto, la musica riesce raramente a decollare e ad andare oltre la lunghezza di una variazione o di un passo a due: il pubblico è costretto ad applaudire continuamente e si nota solo la tecnica visto che la narrazione è piuttosto scarna e di immediata comprensione. Infine, se sulle locandine, nei programmi di sala e sul sito trovo scritto "coreografia di Aivars Leimanis" mi aspetto che sia una nuova rilettura, possibilmente radicale del classico che siamo abituati a vedere e non solo una manipolazione di alcune scene e qualche assolo, sfruttando per il resto la grandezza di Marius Petipa. Per non parlare dell'introduzione di una variazione tratta da La Bayadere che continuo ancora a domandarmi cosa c'entrasse...sembrava di essere tornati nell'800 quando ogni artista inseriva i propri pezzi di bravura in qualunque opera o balletto..

Detto ciò il lavoro fatto dai maestri ripetitori specialmente sul corpo di ballo femminile era stupefacente, avendo amalgamato fisicità e stili all'origine diversi, creando un assieme di altissima qualità. Meno precisa la compagine maschile (ma è un problema diffuso) che invece si distingue in una brillante danza di carattere con le spade.
Scene e costumi sono di qualità e livello e li dobbiamo a Luca Dall'Alpi e Juan Guillermo Nova, così come il disegno luci di Elvis Butkovic.
L'Orchestra della SNG suona senza particolare amore una partitura piuttosto pacchiana ad opera di Adolphe Adam che il direttore Simon Robinson non abbellisce un granché, oltretutto anche poco attento alle necessità dei danzatori.

La Medora di Tetiana Svetlicna è soddisfacente così come il Conrad di Anton Bogov; eccellenti la Gulnare di Asami Nakashima e lo Schiavo di Yuya Omaki; Sergiu Moga inizia ad essere un po' appesantito nei salti e le tre Odalische di Galina Cajka, Tijuana Krizman Hudernik e Hristina Stojceva, come un po' tutti i solisti, mostrano qualche incertezza.

Il problema principale è che si percepisce lo sforzo della compagnia ad affrontare un titolo così impegnativo, a sostenere la tecnica necessaria e a cercare di non farlo vedere al pubblico: spero che nelle prossime recite il rodaggio aiuti ad ottenere un auspicato e meritato successo.

Il pubblico riempiva a metà la gigantesca sala dello Cankarjev Dom che il Festival di Lubiana ha "invaso" così come molti altri spazi teatrali cittadini, creando anche quest'anno un evento fantasmagorico e di ottimo livello che in Italia raramente vediamo



Nessun commento:

Posta un commento