Questa la presentazione dello spettacolo sul sito del Teatro Verdi di Pordenone:
"Metti una notte a casa di Ennio Morricone: il Maestro lavora alla sua scrivania, prende appunti, immagina temi per film che non esistono ancora. È metodico, serio e lì, tra i fogli e le note musicali “appare il ragazzo, quello che voleva fare il dottore, l’infaticabile giocatore di scacchi, quello che sapeva che non avrebbe mai suonato la tromba come Chet Baker, il destino gli aveva riservato un posto migliore, che lo avrebbe reso un’icona per l’eternità"
L'elaborato del coreografo e regista Marcos Morau segue alla lettera quanto sopra scritto ma al punto da risultare irriconoscibile nella narrazione, data la quantità di introspezione, concetti, materiali e azioni che propone. Lo spettacolo inizia proprio così, con dei lampioni accesi tenuti a mano da alcuni danzatori a ricordare che è notte, poi con un uomo, poi il suo doppio, una scrivania, dei suoni, la sua voce. Poi un lungometraggio di un'ora e mezzo che fila via velocissimo, che segue i pensieri affastellati, i ricordi, le immagini di ognuno di noi ma che, in questo caso, sono quelle del premio Oscar Ennio Morricone. Ma senza aver letto quelle poche righe di presentazioni tutto sarà meno chiaro, con dei confini che saranno fusi gli uni negli altri e una quantità infinità di materiale proposto da digerire e organizzare.
È un lavoro che conquista scena dopo scena, che si svela lentamente, come un sogno analizzato freudianamente. Gli splendidi danzatori dell'Aterballetto sono sacrificati nella poca danza così come la speriamo ogni volta noi spettatori, ma sono enormi nella capacità di vibrare, di raccontare, parlare, cantare e far vedere di cosa sono capaci nelle minute e frammentate sequenze coreografiche.
È grande il talento di Morau che sa costruire tensione e attesa, sciogliendole poi in momenti di pura magia: sono curioso di vederlo in un lavoro astratto o di puro movimento per completare la mia impressione sulla sua creatività a tutto tondo.
Finale toccante, teatro pieno, pubblico stordito agli applausi che vanno in un vero e proprio crescendo rossiniano: un grazie alla direzione artistica del Teatro Verdi di Pordenone per aver portato questo spettacolo nella nostra regione!






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