domenica 14 maggio 2017

LAGO DEI CIGNI 13 maggio 2017

Locandina dello spettacolo

Difficile trovare una chiave di narrazione per questa recensione...

Alla fine dello spettacolo mi sono detto che questa versione danzata solo con la mimica e la parte superiore del corpo non era male, aspettando fiducioso, però, di vedere quella fatta solo dalle gambe per poi mettere assieme le due immagini e farmi un'idea più precisa di Stasa Zurovac, il coreografo.
Ma non avevo letto le sue note sul sito del teatro.
E inizia il solito gioco di citazioni colte e rimandi che sembrano giustificare l'aria fritta.
Va bene, tutto può essere motivato ma se vado a toccare un feticcio come Il Lago dei Cigni poi non posso cavarmela con un vago "cercando di spiegare l'uomo" o "l'opposto, il riflesso dello specchio" per poi declinare due ore abbondanti praticamente di pura e solo pantomima...

Comunque, il risultato finale non è dei peggiori e il terzo e quarto atto aiutano a dimenticare la pochezza del primo e la confusione del secondo.
Del linguaggio coreografico ho già detto: interessante per quanto riguarda l'espressività del viso e del busto ma veramente misero per quanto riguarda le gambe: inesistenti salti, giri e lavoro di partnering... Oltretutto alla piccola compagnia di Fiume vengono affiancati una ventina di attori e qualche allieva (immagino, visto il livello molto basso) ma, ad esempio, sono gli interpreti delle danze solistiche del terzo atto...non so se mi spiego...

Le sei pretendenti del Principe nel terzo atto sono una delle parti danzate più interessanti, assieme all'ingresso in scena dei cigni (uomini e donne) del secondo e quarto atto, caratterizzate ossessivamente da cerchio e canone per piazzarsi in posa.
L'allestimento scenografico di Dalibor Laginja, le luci di Deni Sesnic e i costumi di Bjanca Adzic Ursulov sono invece interessantissimi e meriterebbero una coreografia riuscita e di qualità.

Passando agli interpreti Joseph Cane, con il suo viso angelico e il fisico da danseur noble, esce sempre indenne da queste strane produzioni del Teatro Nazionale Croato di Fiume; lo stesso si può dire per la professionalità e l'eleganza di Daniele Romeo; non riuscivo a staccare gli occhi dal meraviglioso port de bras di Svebor Sguric e dalla forza di Andrej Koteles. Ma il vincitore della serata è Ali Tabbouch che disegna un Rothbart con i fiocchi: bello, seducente, misterioso e intrigante e anche l'unico a sfoderare un minimo di tecnica nel 4° atto...bravo!

Evito intenzionalmente di parlare di Odette/Odile.
Strepitosa la Regina di cui però ignoro il nome.
Insopportabili ai miei occhi, come in qualunque versione, il giullare in questo caso (cruda sorte!) raddoppiati!

L'Orchestra del HNK Ivan Zajc di Fiume suona con buona volontà ma i colori e le sfumature decise dal Direttore Matija Fortuna, virano troppo spesso sul bandistico con un risalto veramente esasperato e fastidioso  degli ottoni.
Teatro pieno.



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