lunedì 17 aprile 2023

LJUBEZEN sabato 15 aprile 2023

 Locandina dello spettacolo 

Insisto: il talento di Renato Zanella si sprigiona qundo si esprime nell'astratto. Così come in questa serata, per la compagnia della SNG di Lubiana della quale è anche Direttore, intitolata Ljubezen (Amore) che riunisce due partiture estremamente complicate: Verklärte Nacht (Notte trasfigurata) di Arnold Schönberg e Das Lied von der Erde (Il canto della Terra) di Gustav Mahler.

Per cominciare ho la sensazione che la serata scorrerebbe meglio con i titoli invertiti, chiudendo quindi con Mahler. Ed è così che ve la racconterò, in perfetta escalation

Das Lied von der Erde non mi ha pienamente convinto, né soddisfatto. Il sito della SNG la descrive così: "Canto della terra di Renata Zanella è uno spettacolo di danza in stile neoclassico. L'interpretazione mistica di un viaggio nel passato ci ricorda di riscoprire il valore della natura e tutti quei valori che si sono persi nel presente." Faccio sempre più fatica a trovare un nesso tra quello che i coreografi scrivono nei programmi di sala e quello che poi mettono in scena. Ho visto un nugolo di danzatori in cappotti e cappelli neri, dotati di valige retrò; lo stesso gruppo far finta di essere bambini ridanciani e scherzosi; coppie, trii e ensemble di danzatori fare varie cose che poco mi sembrava avessero a che fare con quanto scritto sopra. Intendiamoci, stavolta la danza c'è ed è ben interpretata dagli ottimi artisti della compagnia slovena. Ma ho l'impressione che il collante tra la descrizione e il danzato sia quasi inesistente, a parte il finale dove si svela cosa c'è in un misterioso panno bianco: sulle mani congiunte di due danzatori, alcuni colleghi pongono della terra, su cui poi verrà poggiato un prezioso, verdissimo bonsai.




Alle parti corali già citate e poco chiarificatrici per la narrazione, si controbilanciano diversi duetti, molto ben danzati, per tre coppie composte da Anastasia e Denis Matvienko, Ana Klasnja e Filip Juric, Nina Noc e Lukas Zuschlag. Bene anche i quattro solisti Lukas Bareman, Matteo Moretto, Aleks Theo Sisernik e Yuki Seki.


Mi è piaciuta moltissimo, invece, la trasposizione coreografica di Zanella della Notte trasfigurata di Arnold Schonberg: lieve, poetica, vibrante dove "in primo piano è posto il tema dell'amore, padrone della nostra vita, del suo continuo mutamento e della sua immortalità". Questa suggestione era presente anche in scena, con il pregio di mettere in evidenza le notevoli qualità tecniche e artistiche di una strepitosa Tasja Sarler nel ruolo della Vanità, sempre più salda, convincente e avvincente: brava! Assieme a lei, svetta Tiasa Kmetec, elegante e regale come non mai, in un ruolo che le calza a pennello, accompagnata dall'intenso e inossidabile Kenta Yamamoto: ma bene anche tutti i solisti e tutto il resto della compagnia.


L'orchestra della SNG regge bene l'impegnativa prova di misurarsi in delle composizioni prettamente sinfoniche, mostrando diversi solisti di grande valore, diretti con maestria dalla bacchetta di Mojca Lavrencic, capace di esaltare la qualità dei suoi orchestrali, di leggere con cura e rispetto queste due pagine del 900 musicale mitteleuropeo e di non trascurare gli artisti sul palco, inclusi il tenore Branko Robinsak e la potente Nuska Drascek, mezzo soprano di bel colore e grande tecnica.

Sala quasi piena, pubblico generosamente plaudente.




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