martedì 21 marzo 2023

ROMEO E GIULIETTA martedì 21 marzo 2023

 Locandina dello spettacolo 

Chissà quante volte Renato Zanella, veronese e coreografo di questa nuova versione di Romeo e Giulietta, avrà ascoltato, incontrato, vissuto la storia dei due infelici amanti...infinite, credo. Forse è per questo che la sua lettura è molto più incentrata sulle due famiglie che sui due poveri giovani

Il primo atto introduce la attualizzazione della vicenda, spostandola dal medioevo ai giorni nostri, e si concentra principalmente sulla famiglia Capuleti, raccontandone sfarzo, agio e potere. Zanella costruisce con intenzione i caratteri dei genitori di Giulietta e del loro clan, Paride e Tebaldo in primis, più di quanto non fa con Giulietta stessa, confinandola alla classica scena con la balia e nella presentazione al ballo. Il secondo atto, invece, è incentrato sui Montecchi, sulla loro goliardia, sulla voglia di leggerezza e di gaudio, evidenziandone un livello culturale e sociale infinitamente più semplice. Il terzo, unito al secondo, è finalmente dedicato ai due giovani amanti, pur con qualche variante di cui la più evidente è che concede loro un abbraccio lucido tra le loro morti.



Complessivamente l'operazione di attualizzazione operata da Zanella è interessante,  rendendo lo spettacolo più godibile e capace di somigliarci, nonostante la partitura mostri il fianco della eccessiva lunghezza al pubblico sbrigativo e impaziente di oggi. Tante le idee messe in campo per tenere l'interesse sempre vivo, tra le quali i Montecchi visti come atleti di scherma, l'ambiguità del rapporto tra Madonna Capuleti e Tebaldo, la festa da ballo in casa Montecchi al posto della scena in piazza, che concorrono a tenere alto il tono e lontano il dramma. 

Il terzo atto precipita in una china non preparata, cogliendoci impreparati al dramma che sta per compiersi davanti ai nostri occhi. Zanella attinge a molti stili e generi di danza, non riuscendo a trovare un linguaggio veramente suo: in questo ultimo atto cita Martha Graham e altri coreografi contemporanei, togliendo addirittura le scarpe da punta a Giulietta, secondo me forzato e inutile. Il coreografo veronese può vantare un paio di coreografie di grande successo ma, a mio modesto parere, è più a suo agio nella creazione astratta che in quella narrativa, dove inanella una quantità infinta di passi che però non sono di supporto al chiarimento della vicenda.  L'allestimento scenico di Alessandro Carnera, elegantemente fatto di tendaggi e di pochi altri essenziali elementi tridimensionali, è illuminato magnificamente da Jasmin Sehic, e aderisce perfettamente al progetto coreografico così come i contemporanei costumi di Alexandra Burgstaller che mancano però di coesione di stile. 




La compagnia della SNG di Lubiana brilla per talenti e per capacità di assieme: attenti, senza sbavature nell'esecuzione tecnica, unisoni e teatralmente presenti, sono una vera gioia per gli occhi! 

Giulietta è una deliziosa e tenera Nina Noc, convincente su tutta la linea, che dovrebbe soltanto virare l'esagerata energia del suo primo ingresso in fanciullesca spensieratezza. È affiancata da Yujin Muraishi che sciorina qualunque difficoltà tecnica come niente fosse ma che fatico a vedere come un tenero e baldanzoso Romeo, avendo lineamenti talmente orientali da rischiare l'inespressività. Non potendo citare tutti i ruoli, devo ricordare l'elegante forza interpretativa di Tjasa Kmetec come Madonna Capuleti e la virile presenza di Iulian Ermalai, assieme alla forte interpretazione di Tjasa Sarler, una Rosalinda dalle belle linee e dalla tecnica salda. Vince su tutti Lukas Zuschlag che disegna un Tebaldo capace di passare dal seduttivo all'arrogante, dal perverso al beffardo: bravo! 




L'Orchestra del Teatro Verdi guidata dalla bacchetta di Ayrton Desimpelaere avrebbe avuto bisogno di qualche altra prova ma sono sicuro che alle prossime repliche riuscirà a calarsi in una partitura per niente facile come è questa di Prokofiev.

Pubblico della prima numeroso e molto caloroso.




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