È stato proprio bravo Oscar Cecchi, il regista di questa produzione de Il Pipistrello, a chiusura della stagione invernale 21/22 del Teatro Giuseppe Verdi di Trieste. Bravo perché è un'operetta con una corposa parte recitata che la avvicina ad una commedia ma è riuscito a tenere la tensione della trama dall'inizio alla fine, con un esplosivo secondo atto. Per le mani ha avuto un buon cast di interpreti capaci di passare dal canto al parlato senza particolari deficit o voci impostate, liricamente parlando. Questa operetta di Johann Strauss jr è giustamente un capolavoro. A cominciare dall'ouverture che sciorina gran parte dei temi che ascolteremo nel corso dei tre atti e che è da sola un'opera d'arte compiuta. Come scrivevo poc'anzi, il libretto di Carl Haffner e Richard Genée, basato su Le Reveillon di Henri Meilhac e Ludovic Halévy, ha un peso non indifferente per la trama intricata e scoppiettante che ne fa un vaudeville perfetto con piacevole morale finale: chi la fa l'aspetti!
L'allestimento è di quelli che mi piacciono per eleganza e parsimonia di spesa, semplice ma efficace: bravo Paolo Vitale per averlo così concepito! Cecchi muove i suoi interpreti con maestria e consapevolezza dei pesi scenici, evitando il più possibile sbavature e gigionerie da operetta (quanto è difficile sembrare ubriachi quando non lo si è, come nel terzo atto) e concentrandosi sui piani e contropiani che la scenografia gli offre. E ancora più bravo è stato a lasciare tanto respiro alle belle coreografie di Lukas Zuschlag, interpretate dai danzatori della SNG Opera e Balletto di Lubiana: fresche, con un interessante tocco contemporaneo, molto musicali e dai fantasiosi disegni! Un bravo in particolare a Filippo Jorio a suo agio sui tacchi come nelle scarpette da mezza punta, ma veramente a tutti che seguo, come ben saprete miei stimati lettori, con passione e stima nelle mie trasferte slovene!
Dalla potente Rosalinde di Marta Torbidoni al notevole Gabriel von Eisenstein Manuel Pieratelli, dal brillante e acutissimo Alfred di Alessandro Scotto di Luzio alla portentosa Adele di Federica Guida, dal duro Principe Orlofsky di Anastasia Boldyreva al geniale Dottor Falke di Fabio Previati, questo casr ha tecnica, timbro, volume e capacità attoriale da vendere, capaci di imporsi sul "chiasso" della musica da operetta! E sono ben affiancati e sostenuti da Stefano Marchisio, Andrea Binetti, Federica Vinci e Andrea Schifaudo che completano una compagnia di artisti di tutto rispetto.
Le masse artistiche del Verdi non sono da meno: l'Orchestra suona perfettamente a proprio agio la brillante musica di Strauss, guidata dalla bacchetta attenta di Nikolas Nagele, così come il coro diretto da Paolo Longo che, purtroppo, continua ad essere silenziato e sfregiato dalla mascherina...
Sono invece rimasto stupito nel vedere quanto poco pubblico era presente! Ma come, si sono sentite per anni lamentele per la scomparsa del Festival dell'Operetta e quando il teatro la ripropone questa è la risposta della città?!? Che peccato...
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