martedì 11 febbraio 2020

SHINE/PINK FLOYD martedì 11 febbraio 2020

Locandina dello spettacolo

Aspetti positivi
Ogni produzione firmata da Daniele Cipriani significa garanzia di grande qualità artistica, altissimo livello di danzatori, pulizia tecnica dell'ensemble e originalità progettuale.

Aspetti negativi
Mai amato i Pink Floyd e le coreografie di Micha van Hoecke.

Quindi la serata inizia un po' di malavoglia, ma il piacere di andare a teatro vince sempre su tutto.


Il palco è dominato da una struttura metallica che ospiterà immagini, scritte e videoproiezioni, circondato a sua volta da diversi fari led motorizzati. Sotto di lui prende spazio la band mentre il resto del palco è libero per ospitare i danzatori.

All'ingresso del pubblico, sullo schermo ruota lentamente una proiezione della luna che ce la mostra magica, quasi in rilievo. Poi entra la band, seguita dai danzatori e lo spettacolo ha inizio.
I primi tre, quattro brani sono per me digeribili, poi, vuoi il volume, vuoi delle canzoni che non mi toccano l'anima, il resto diventa frastuono. Ma per me, e mi scuso con gli appassionati dei Pink Floyd.

Micha van Hoecke coreografo continua a non piacermi. Non ama la danza astratta, fine a sé stessa, e la farcisce qui e là di gesti che dovrebbero darle più spessore, mentre spesso il risultato scade nel mimo. I momenti puramente coreografici sono migliori ma la cifra stilistica è molto povera, priva di particolare interesse.
Costruisce con equilibrio la regia dello spettacolo, da esperto uomo di teatro qual è ma, di nuovo, non mi tocca l'anima.
Sobri ma interessanti i costumi di Anna Biagiotti, strepitoso, ricco e fantasioso il disegno luci di Alessandro Caso.

In scena viene sfoderato un mostro sacro, Denis Ganio, memorabile interprete dei maggiori capolavori di Roland Petit e di qualche stagione nella Maison parigina, nel ruolo di Syd Barrett, uno dei componenti della band originaria che si perse nelle regioni sconosciute della luna, intesa come malattia mentale. È un dolore vedere Ganio muoversi così, sofferente fisicamente, e interpretativamente un po' caricaturale e ammiccante: elegante, bellissimo e sobrio come invece lo ricordavo. Ma tiene, ovviamente, magistralmente la scena e il pubblico lo ripaga con una splendida ovazione durante i ringraziamenti finali.

L'alter ego giovane di Ganio/Barrett è uno splendido danzatore, Mattia Tortora, potente, bello e concreto, dotato di epico ballon: come si usa dire, una promessa della danza.
Accanto a lui una splendida compagine di danzatori che meritano di essere citati tutti (visto che non c'è un programma di sala che ricordi chi ha danzato cosa): Alessandro Burini, Andrea Caleffi, Benedetta Comandini, Umberto Desantis, Susanna Elviretti, Maria Vittoria Frascarelli, Mattia Ignomiriello, Ilaria Grisanti, Marco Lo Presti, Francesco Moro, Davide Pietroniro, Lara Rocco e Madoka Sasaki.

Non capendo nulla della loro musica, prendo atto della bravura dei Pink Floyd Legend (Fabio Castaldi, 
Alessandro Errichetti, Emanuele Esposito, Simone Temporali, Paolo Angioi, Michele Leiss, Martina Pelosi, Sonia Russino, Giorgia Zaccagni e Andrea Arnese), riferendo dell'entusiasmo sfegatato con cui i tanti appassionati del gruppo hanno osannato, applaudito e ringraziato la band e i cantanti.

Teatro sold out e applausi soddisfatti.

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