"L'OLANDESE
VOLANTE"
Opera romantica su libretto di Richard Wagner
Musica di Richard Wagner
Daland PETER MARTINCIC
Opera romantica su libretto di Richard Wagner
Musica di Richard Wagner
Daland PETER MARTINCIC
Senta
REBEKA RADOVAN
Erik BRANKO ROBINSAK
Mary SONJA MILENKOVIC
Il timoniere di Daland ANDREJ DEBEVEC
L’Olandese ROBERT VRCON
Erik BRANKO ROBINSAK
Mary SONJA MILENKOVIC
Il timoniere di Daland ANDREJ DEBEVEC
L’Olandese ROBERT VRCON
Orchestra
e coro del Teatro Nazionale Sloveno di Opera e Balletto, Orchestra
Sinfonica della Radiotelevisione Slovena e Coro da Camera
Sloveno
Direttore ALEKSANDAR MARKOVIC
Maestro del coro ZELJKA ULCNIK REMIC e MARTINA BATIC
Regia MATIAZ BERGER
Direttore ALEKSANDAR MARKOVIC
Maestro del coro ZELJKA ULCNIK REMIC e MARTINA BATIC
Regia MATIAZ BERGER
Coregrafia
MAGDALENA REITER
Scene MARKO JAPELJ
Scene MARKO JAPELJ
Costumi
ALAN HRANITELJ
Luci SIMON ZIZEK e ZORAN NAJDENOV
Luci SIMON ZIZEK e ZORAN NAJDENOV
Videoproiezioni
GASPER BREZOVAR
Cankarjev
Dom, Gallusova Dvorana, Lubiana, 19 gennaio 2013
Ecco
l'ennesima dimostrazione di come non c'é bisogno di miliardi per
allestire un'opera. Anzi, non una semplice opera: addirittura
"L'olandese volante" di Richard Wagner!
Basta un tulle, della sabbia sul palco, 4 videoproiettori, un po' di attrezzeria e 3 ore di spettacolo volano come niente fosse. Beh, quasi. I primi 100 minuti filati di musica sono una quantità alla quale non siamo più abituati...ma le suggestioni visive che la regia di Matiaz ci propone sono tali da distrarci, trasportarci, ammaliarci. Le immagini sono di mari burrascosi con navi che rischiano gli abissi, ideali femminini, paesaggi invernali e sciatori: dettagli di tutto ciò che diventano immagini a grandezza reale, prima sul tulle in proscenio e poi sui lati della quintatura "alla tedesca" bianca. La quintatura alla tedesca si ottiene mettendo davanti alle quinte laterali dei fondali con il risultato di chiuderle e di ottenere così che il palcoscenico si trasformi in una specie di scatola o camera.
Basta un tulle, della sabbia sul palco, 4 videoproiettori, un po' di attrezzeria e 3 ore di spettacolo volano come niente fosse. Beh, quasi. I primi 100 minuti filati di musica sono una quantità alla quale non siamo più abituati...ma le suggestioni visive che la regia di Matiaz ci propone sono tali da distrarci, trasportarci, ammaliarci. Le immagini sono di mari burrascosi con navi che rischiano gli abissi, ideali femminini, paesaggi invernali e sciatori: dettagli di tutto ciò che diventano immagini a grandezza reale, prima sul tulle in proscenio e poi sui lati della quintatura "alla tedesca" bianca. La quintatura alla tedesca si ottiene mettendo davanti alle quinte laterali dei fondali con il risultato di chiuderle e di ottenere così che il palcoscenico si trasformi in una specie di scatola o camera.
Fino
al grandioso finale che inghiottisce Senta e l'Olandese nell'inferno
del sottopalco mobile, altro che farli salire al paradiso....
La
regia di Matjaz Berger è lineare, elegante, Toglie piuttosto che
aggiungere, ma lo fa con perfetta consapevolezza, lasciando grande
spazio al potere immaginifico del pubblico di tradurre i suoi stimoli
visivi in immagini interiori. Eppure non trascura nessun dettaglio,
aiutato dalle Magistrali (si, con la M maiuscola) luci disegnate da
Simon Zizek e Zoran Najdenov: bellissime! Concorrono le suggestive
videoproiezioni di Gasper Brezovar: indimenticabile il momento in cui
Sanja Neskovic Persin, la Senta danzante, sembra fuoco puro dietro al
tulle dove vediamo proiettata una piccola colata lavica. Tutto il
team artistico ha lavorato perseguendo un risultato comune di uguale
levatura, incluse le asciutte scenografie di Marko Japelj e i costumi
essenziali di Alan Hranitelj.
La
musica di Wagner é da vivere, é un'ondata di emozioni che non ci si
può troppo soffermare ad analizzare o a "capire". Bisogna
conoscerla. Io pur apprezzandola la frequento poco e sentirla cantata
in tedesco con i sopratitoli in sloveno non mi é stato di grande
aiuto :)
Ma ho avuto la fortuna di assistere ad un'allestimento intelligente, per nulla didascalico che ha lasciato la nostra fantasia libera di viaggiare; con orchestra e coro potenti, veramente ben preparati e allenati ai volumi e alle potenze richieste dalle partiture del maestro tedesco.
Ma ho avuto la fortuna di assistere ad un'allestimento intelligente, per nulla didascalico che ha lasciato la nostra fantasia libera di viaggiare; con orchestra e coro potenti, veramente ben preparati e allenati ai volumi e alle potenze richieste dalle partiture del maestro tedesco.
In
questa occasione l'Orchestra del Teatro Nazionale Sloveno di Opera e
Balletto di Lubiana è stata affiancata dall'Orchestra Sinfonica
della Radiotelevisione Slovena: Wagner non badava a spese... Mi è
sembrata un'operazione molto intelligente e, da un punto di vista
prettamente musicale, ho trovato grande coesione in tutti i settori,
fiati inclusi che, in genere, sono a mio avviso la parte più a
rischio.
Uguale
considerazione per il Coro diretto da Zeljka Ulcnik Remic e Martina
Batic che, anche in questo caso, integra l'organico del complesso
lubianese con quello del Coro da Camera Sloveno.
La direzione orchestrale di Aleksandar Markovic (incantevole nel suo smoking orientale bianco) mi é sembrata molto attenta e "comme il faut", esattamente come me l'aspettavo: ricca di colori, di fortissimi come di pianissimi. Molto più attento a gestire l'orchestra invece che le voci che, in effetti, mi sono sembrate ben legate con il golfo mistico
La direzione orchestrale di Aleksandar Markovic (incantevole nel suo smoking orientale bianco) mi é sembrata molto attenta e "comme il faut", esattamente come me l'aspettavo: ricca di colori, di fortissimi come di pianissimi. Molto più attento a gestire l'orchestra invece che le voci che, in effetti, mi sono sembrate ben legate con il golfo mistico
I
cantanti, quasi tutti sloveni e scritturati a stagione come usa
all'estero, mi sono sembrati perfettamente adeguati: dalla
cristallina Senta di Rebeka Radovan, al potente e preciso Daland di
Peter Martincic; dalla notevole Maria di Sonja Milenkovic all'esperto
Eric di Branko Robinsac, all'adeguato timoniere di Daland
interpretato da Andrej
Debevec.
Unico neo l'Olandese di Robert Vrcon che mi è sembrato avere spesso
problemi di intonazione e di volume, forse a causa di qualche malanno
di stagione.
Molto
gradevole anche le controfigure di Senta e dell'Olandese, danzate da
Sanja Neskovic Persin e Juki Seki: precisi, eleganti e molto
concentrati nel loro ruolo, così come il gruppo di danzatrici che
interviene nel primo atto coreografati, con stile minimalistico ma
d'effetto, da Magdalena Reiter.
Insomma,
veramente un bellissimo spettacolo che rende la maestosità di
Wagner, senza appesantirla di inutili sottolineature, ma anzi
spogliandolo dell'inutile per rivelarne la totale bellezza. Sala
(enorme!) quasi piena e pubblico entusiasta.
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