giovedì 14 aprile 2016

CENERENTOLA 12 aprile 2016

Locandina dello spettacolo

E' sempre affascinante il gioco di rimandi che si crea rappresentando il teatro a teatro, ma raramente come in questa produzione ne risulta una lettura così divertente e riuscita! La regista Rodula Gaitanou ha spostato l'immortale fiaba di Cenerentola - come ideata da Charles Perrault - in uno spazio tempo assolutamente diverso, anche rispetto a quello pensato da Gioacchino Rossini e dal suo librettista Jacopo Ferretti. Quindi niente più palazzi, carrozze e altri trionfi del barocco, ma il retropalco di uno scadente teatro di varietà dove le sorellastre Tisbe e Clorinda si esibiscono come pessime attrazioni, circondate da scalcagnate ballerine, e il cui impianto di riscaldamento, dotato di enorme e sbuffante caldaia, è affidato alla povera Angelina, sotto il nome di Cenerentola.

L'adattamento pensato dal team creativo composto dalla sopracitata regista, dallo scenografo Simon Corde e dalla costumista Alexia Theodoraki funziona perfettamente al punto che il libretto originale
sembra scritto proprio per questa lettura contemporanea. E siamo sempre più fermamente convinti che queste operazioni di "svecchiamento" facciano un gran bene al tetaro d'opera che, specialmente qui a Trieste, è stato lungamente conservatore e museale. E' vero però che alcune cadute di stile sembrano più consone all'operetta che non all'opera ma speriamo che abbiano divertito i tanti giovani in sala, il vero pubblico del domani se non vogliamo veder sparire del tutto il teatro lirico.

L'Orchestra e il Coro del Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste superano egregiamente la prova confermandosi come degli assiemi rodati e altamente professionali. Una menzione particolare va ai coristi, capitanati dall'ottimo Maestro Fogliazza, che si prodigano in scene e controscene come se non ci fosse un domani!
Il Maestro George Petrou ha una sensibilità rara per quello che succede in palcoscenico e tutto l'entusiasmo della sua (sembra) giovane età: è attento ai cantanti, li sostiene e favorisce gli abbellimenti e le colorature. Dalla platea non si vedeva ma mi dicono che fosse lui stesso a suonare il fortepiano durante i recitativi...quanta energia e bravura!

Venendo ai cantanti abbiamo assistito ad una recita molto equilibrata.
José Maria Lo Monaco è una Angelina deliziosa per adeguatezza fisica e anagrafica, dotata di un bel timbro, con buone agilità e sillabati preziosi; il Don Ramiro di Leonardo Ferrando conferma le sue buone qualità, come già scritto in occasione dell'Elisir d'amore di qualche mese fa; divertentissime la Tisbe di Irinni Karaianni e la Clorinda di Lina Johnson il cui canto viene quasi trascurato dalla verve interpretativa; strepitoso, e tanto deve alla scrittura Rossiniana del ruolo, Fabio Previati nel ruolo di Dandini: buon fraseggio e potenza nell'emissione del suono; molto convincente anche la prestazione di Vincenzo Nizzardo nel ruolo di Don Magnifico, in questo caso impresario teatrale, che unisce capacità attoriali e di canto di ottimo livello; lo stesso dicasi per il roboante Alidoro di Filippo Polinelli.

Uno spettacolo piacevole, vivacissimo, adatto a tutti, con bellissime scenografie e costumi, una regia divertente e attenta ai dettagli e a tenere alto il morale del pubblico. Una vera cattiveria invece i primi due atti uniti, senza intervallo: una sofferenza nelle striminzite poltroncine di platea per chi è alto più di 180 cm!
Teatro pieno ma pubblico un po' impacciato.



































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