Anche perché sorrideva spesso e con piacere.
Si, la cosa che più ricordo di Thomas bambino era il sorriso aperto e solare che ha ancora. E un bellissimo caschetto biondo, frutto di lunghe estati al mare, che incorniciava un musetto adorabile. E poi quanto era chiuso - parlando in termini danzerecci, mi riferisco alla poca apertura ed elasticità delle gambe - ma quanto ballare fosse un piacere fisico, un istinto irrefrenabile, un bisogno innato anche per lui. Come me, alla sua stessa età.
Ne è passato di tempo e di strada, prima andando all'Accademia del Teatro alla Scala - accompagnato e sostenuto dalla sua intrepida e inossidabile nonna - poi in America per danzare, in Cina e infine a Lubiana, quasi a casa, insomma. Ma Tommy non si è mai dimenticato di Trieste e neanche di noi, dove ha iniziato a muovere i primi passi, guidato da Silvia Califano. Ad ogni ritorno, è sempre passato per un saluto, per fare lezione o anche solo per un abbraccio veloce e questo la dice lunga su chi è, sui suoi valori umani, su come è stato cresciuto.
È andato via di casa a 11 anni per vivere a Milano, città ben più complicata di Trieste, lontano dall'abbraccio di mamma e papà ma volenteroso di farcela. E così è stato. Ha conquistato un'apertura (vedi sopra) invidiabile, di cui ha fatto ampio sfoggio nel passo a due dal terzo atto del Don Chisciotte che ha danzato ieri sera al Castello di San Giusto, volando in un paio di grand ecart da brivido. Oltre a ciò era sicuro, presente, con lo sguardo vivido, curioso e intelligente che lo contraddistingue e che arrivava dritto fino a noi, in platea. Thomas ha "spaccato" per sicurezza tecnica, per padronanza del mestiere, per bellezza e per presenza. Ha portato in scena un pas de deux che, generalmente, chiude i galà per briosità e spettacolarità. In questo caso ha dovuto riscaldare la platea essendo stato posizionato in apertura di serata, ma non è stato un problema. Anzi. Ha un po' velato quello che seguiva, come spesso succede dopo un'emozione forte.
Ed è su questo che vorrei soffermarmi, sulla capacità di Thomas di emozionare, di coinvolgere.
Ce l'aveva sin da bambino. Lo ricordo ancora al centro di un cerchio di compagne che danzavano e gli occhi degli spettatori erano tutti per lui: in divisa turchese e oro da postino di altri tempi, doveva consegnare a Cenerentola l'invito al ballo, nel saggio di fine anno del 2007. Le altre ragazze si muovevano e tu guardavi lui, perché era gioia di vivere. Felicità di danzare. E lo è tuttora.Questa dote, unita alla caparbietà, alla lungimiranza di progettazione, al carisma e alla bellezza, gli regaleranno ancora tutti successi che vorrà raccogliere, sul palcoscenico, come nella vita, mantenendolo sempre e per sempre un uomo dal cuore grande e generoso e, per me, il sorriso indimenticabile incorniciato dal caschetto biondo.
Vola Tommy, vola.
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