martedì 9 maggio 2017

FAUNO/CARMEN/WALKING MAD 9 maggio 2017

Locandina dello spettacolo


No, la danza non riempe i teatri, no.
La Gallusova Dvorana di Lubiana è una immensa sala con 1545...saremo stati in 1500...no, la danza non riempie i teatri, no.

Abbiamo assistito anche ad una bellissima serata di spettacolo grazie al Balletto della SNG di Maribor. La serata era un trittico composta da Prélude à l'après-midì d'un faune, Carmen e Walking Mad, intelligentemente venduto come Bolero...

Il Faun così come è stato rititolato dal coreografo Edward Clug è il brano che meno mi ha convinto. Mi piace molto lo stile di Clug e ho trovato il suo Peer Gynt meraviglioso, ma in questo caso la partitura così romantica di Claude Debussy, cozzava malamente con lo stile sempre molto nevrotico e velocissimo di Clug. Peccato.
In scena i superbi Gaj Zmavc e Tetiana Svetlicna, fluidi, potenti ed accattivanti.


















Valentina Turcu, coreografa della seconda coreografia in programma, è stata brava, ma così brava da meritare un successo ancora più importante di quello che ha avuto finora: glielo auguro di tutto cuore.

Questa Carmen, basata sulla rilettura di Rodion Scedrin della partitura di Georges Bizet, è un piccolo gioiello che meriterebbe di essere visto da molti.
Non solo riesce nella difficilissima operazione di farci dimenticare le sequenze ideate da Alberto Alonso e immortalate per l'eternità dalla grandissima Maya Plisetskaja, ma è capace di narrarci la storia secondo un canovaccio drammaturgico originale e leggibilissimo, cui si aggiunge solo la morte di Zuniga ad opera di Don José


Il linguaggio coreografico è neoclassico, ed è pieno di dettagli, di sfumature e di piccole, grandi trovate. Avevo visto e apprezzato il suo Giulietta e Romeo di un paio di anni fa, ma qui devo dire che ha veramente fatto un gran balzo qualitativo in avanti.
Complice anche un allestimento semplicissimo ma di grande effetto creato da Dinka Jericevic: quattro grandi tavoli neri, serigrafati con delle immagini che possono sembrare rose o carne umana, e un tappeto di rose rosse in proscenio. Solo le quinte, senza il fondale e il brillante, musicalissimo disegno luci di Aleksandar Cavlek. Semplici ma d'effetto i costumi di Michal Negrin e Vesna Novitovic.
Carmen è stata una brillante Jelena Lecic, dal raffinatissimo uso delle punte, scenicamente incisiva e con splendide linee.
Ho trovato il Don José di Anton Bogov prestante ma con un'enfasi un po' troppo alla Grigorovich...
Sempre valido Sergiu Moga stavolta come Toreador che dispensa tecnica e presenza con generosità.
Molto bene il resto della compagnia presente e affiatata come sempre.


Dopo l'intervallo, la chiusura della serata era affidata a Walking Mad di Johan Inger, brano che ho molto amato, contrariamente ai suoi Bliss e Rain Dogs  che ho visto due settimane fa al Rossetti di Trieste e che avevo trovato datati e scontati.
Questa coreografia deve molto al muro scenografico, ideato come i costumi sempre da Inger, che spinge, sostiene, separa gli interpreti e le situazioni. Difficile raccontare e farvi credere che un muro (potete vederlo nelle foto anche nella sua trasformazione in pedana) possa essere il protagonista di una coreografia, eppure è così. Riesce anche a commuovere in qualche momento. O a creare suspance come quando una danzatrice ci si schianta contro e lui si piega ad angolo retto, costringendo anche il direttore d'orchestra a sospendere l'esecuzione del Bolero (sospensione voluta, ovviamente). Una coreografia che riesce a far ridere, a sognare, ad incupire....
Strepitosi tutti gli interpreti che doverosamente (e volentieri) cito: le tre fantastiche donne Olesja Hartmann Marin in bianco, Asami Nakashima in rosso e Tijuana Krizman Hudernik in marrone e i super uomini Matjaz Marin, Filip Juric, Yuka Omaki e Mircea Golescu capitanati da Gaj Zmavc e Sytze jan Luske.

Molto bene l'Orchestra della SNG di Maribor, guidata dalla mano esperta di Simon Robinson, uno dei pochi direttori che ho visto guardare più la scena che l'orchestra: grazie a nome di tutti noi danzatori!! 

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