Locandina dello spettacolo
Ero al primo ascolto di quest'opera giovanile di Bizet e mi ha colpito molto positivamente per la semplice e accattivante bellezza.
Musicalmente, in questa produzione del 2008 voluta dalla Fondazione Lirica del Verdi di Trieste, tutto fila liscio: una buona compagnia di cantanti, l'Orchestra del Verdi ben guidata dalla mano ferma e raffinata di Oleg Caetani, il coro potente e vibrante grazie alla direzione di Francesca Tosi.
Visivamente, mi sono affiorate nella mente alcune regie di Luca Ronconi e di Giorgio Strehler, giocate su paesaggi pallidi e lunari, ambientate in questo caso nelle lineari ed eleganti scenografie di Giorgio Ricchelli e colorate con i raffinati ma anche sgargianti costumi di Alessandra Torella.
La regia di Fabio Sparvoli, qui ripresa da Carlo Antonio De Lucia, non brilla per profondità né per maestria nel movimento delle masse. Si affida molto alle coreografie di qualche ignoto che propone un guazzabuglio di stili piuttosto commerciali, affidandole a volenterosi allievi di qualche scuola di danza amatoriale. L'impianto generale si salva grazie ad una buona prestazione scenica del coro e soprattutto alla eccellente presenza scenica di Mihaela Marcu.
Tornando alla parte musicale, è sicuramente la Marcu la carta vincente di questo spettacolo. Dotata di un bellissimo timbro rotondo e con un fraseggio limpido, domina tecnicamente una parte complessa che la annovera di diritto come una eccellente soprano di coloratura dei giorni nostri!
La segue a ruota Domenico Balzani nel ruolo di Zurga: buon interprete scenicamente parlando, dai bei colori vocali e dalla voce possentemente virile. Meno incisivo, seppur corretto, il Nadir di Jésus Léon, un tenore messicano dalla voce limpida ma che canta sempre in mezzopiano.
Bene il Nourabad di Gianluca Breda.
Nel complesso uno spettacolo scorrevole, gradevole, musicalmente molto ben presentato che avrebbe bisogno soltanto di una regia più studiata e curata. Sala piena, pubblico festoso.
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