Locandina dello spettacolo
Quanto mi piace ricredermi! Sono partito non prevenuto...di più! Gli anni '70 non mi hanno fatto impazzire neanche mentre li vivevo; Jesus Christ Superstar mi è sempre piaciuto poco; le regie di Massimo Romeo Piparo idem.
E invece.
E invece è stato un bellissimo spettacolo. No, non illudetevi, qualcosa da dire ce l'ho comunque.
L'impianto scenografico, le proiezioni, l'uso dello spazio e la pedana girevole hanno reso questo spettacolo un piccolo/grande kolossal italiano. I miei primi complimenti vanno quindi a Teresa Caruso che firma le scene, ai costumi di Cecilia Betona e, SOPRATTUTTO, alle incredibili, magiche, potenti, geniali ed irresistibili luci di Umile Vainieri. Gradevoli le coreografie di Roberto Croce, eseguite con energia e generosità da un ottimo ensemble.
Lo spettacolo è ben oliato e rodato ed ha un buon cast su cui svetta inarrivabile la Maria Maddalena di Simona Distefano, splendido timbro, bei colori, grande e solida tecnica. Lo stesso direi del Pilato di Emiliano Geppetti e del Simone/Pietro di Claudio Compagno...veramente bravi! Molto bene anche l'Hannas di Paride Acacia, il Caifa di Francesco Mastroianni e l'Erode di Salvador Axel Torrisi.
I dubbi me li scatenano i ruoli principali.
Ted Neely è intoccabile. Non mi permetto di criticare questo mostro sacro che canta questo ruolo da 40 anni...ma vedere questo signore minuto di 70 - troppo minuto per la sua stessa tunica - mi ha impedito di riconoscere la figura di un uomo di 33 anni, dritto, pronto a tutto, sapiente, pieno di energia. Anche la sua recitazione, le sue controscene, mi sono sembrate frutto di una maturità, di un pensiero anziano che non corrispondono al mio immaginario di questa figura epica.
Anche il Giuda di Feysal Bonciani (forse non in serata) mi ha lasciato insoddisfatto. Non dal punto di vista interpretativo o scenico, ma nel canto, con qualche problema di registro.
Fatemi parlare della fonica, supporto tecnico fondamentale per un musical: si può risparmiare su scene e costumi, ma non su microfoni, mixer e amplificazione. Magari è colpa dell'esser tornato da Broadway 4 giorni fa...francamente questo spettacolo ha un supporto tecnico, a mio modesto parere, imbarazzante. Inneschi, fruscii, suoni saturi e altre cose che tecnicamente non so descrivere ma che trovavo fastidiose.
Si vede che questa non è la prima versione registica di Jesus che Piparo propone al pubblico: il suo stile era poco riconoscibile. Le scene corali sono ben organizzate, i cambi funzionano e il fatto che la musica sostenga lo spettacolo senza soluzione di continuità, evita i calando degli intermezzi recitati tipici del nostro. A parte qualche inutile sottolineatura (le fotografie delle maggiori sciagure create dall'uomo associate alle 39 frustate a Cristo; la proiezione della Sindone nel finale; Pantalone, Balanzone, Colombina, Pulcinella, Arlecchino e...Pinocchio (!) nella canzone di Erode...chissà poi perché...se ha mantenuto gli hippies nel numero iniziale non vedo che senso ha questa carnevalata...ma va beh, io sono ignorante) lo spettacolo vive, come dicevo all'inizio, di grande ritmo.
Lo ripeto, mi è piaciuto. Figurarsi cosa avrei scritto se non mi fosse piaciuto...
Teatro stracolmo, pubblico in delirio.
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