Io che ho avuto la fortuna di vivere gli anni '70 e '80 del secolo scorso nell'Italia dei festival, ne ho una nostalgia pazzesca...anni in cui ci si accampava a Spoleto, a Venezia, a Nervi e ci si nutriva solo di danza di altissimo livello...che perdita per la nostra cultura!
Tornando a Mittelfest, lode e gloria a chi lo tiene ancora in vita, tra gli ultimi baluardi della festivaliera resistenza. E stessa lode e gloria all'attuale direttore Franco Calabretto che, dopo alcuni anni di scarna e banale programmazione, ha presentato un cartellone che anche in merito alla danza lascia ben sperare.
Le souffle de l'esprit, che inaugura la sezione danza del Mittelfest 2014, è però un'operazione riuscita a metà. Mette in scena dei danzatori superbi, meravigliosi, perfetti; ma le coreografie di Jiri Bubenicek mi hanno lasciato insoddisfatto e perplesso.
Nella splendida cornice di Piazza Duomo, seduto sulla solita (scomodissima) tribuna assisto ad una serata dalle grandi aspettative che, come dicevo prima, sono andate deluse; in scena ci sono i gemelli Bubenicek attorniati da un blasonato gruppo di danzatori e danzatrici che opera in vari teatri tedeschi. Si esibiscono nelle coreografie di Jiri Bubenicek, figlie della sua splendida carriera di danzatore con Neumeier, con Forsythe, con Balanchine, ma che non portano molto di nuovo: sono molto frammentate, senza un filo logico e alla lunga lasciano il posto ad una lieve delusione....tanti splendidi talenti avrebbero potuto regalare emozioni infinite, raccontare storie e portarci altrove...invece li vediamo volare, dipanare matasse tecniche ardite, regalare salti, giri e potenza infinite, ma poche emozioni. E mi dispiace moltissimo perchè al centro di questa operazione ci sono due dei miei danzatori preferiti: i gemelli Otto e Jiry Bubenicek per l'appunto. Grandi e spettacolari interpreti dei migliori coreografi contemporanei e del passato, in questo spettacolo riescono a dimostrare tutta la loro maestria - assieme anche nel duetto Les Indomptés di Claude Brumachon - e la bella danza maschia che li caratterizza: intensi, presenti e geenrosi. Così come gli altri danzatori della serata Jon Vallejo, Francesco Pio Ricci, Michael Tucker, Arsen Mehrabyan e Dominik Strobl. Mi ha fatto effetto rivedere dei fisici che oggi sembrano fuori moda per gli stilemi della danza classica; corpi maschili, per nulla efebici e senza l'assurda necessità di avere gambe e linee tipicamente femminili, che danzano con forza e consapevolezza, senza arrivare agli estremi negativi di alcuni "tarchiatelli russi"... Al loro fianco sfilano delle danzatrici meno notabili (Iana Salenko, Katherina Markowskaja, Anna Merkulova, Duosi Zho e Raquel Martinez) seppur puntuali e precise, in questo che resta uno spettacolo prettamente maschile e al maschile.
Non riuscirò a vedere altre produzioni ospitate dal Mittelfest, ma sono sicuro che lo spettacolo conclusivo del 27 luglio con lo Scapino Ballet di Rotterdam saprà riportare il bilancio in positivo.
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