Nonostante questa prima fotografia inquietante, quasi violenta, lo spettacolo Shadowland, che il Pilobolus Dance Theatre di New York ha presentato in esclusiva italiana al Politeama Rossetti di Trieste a conclusione della stagione Danza 2013/2014, è quanto di più adatto proprio al pubblico dei giovanissimi.
E si è capito anche dai tanti applausi a scena aperta che partivano sempre da un gruppone di ragazzi seduti alle mie spalle, impressionati da qualcosa che invece per noi adulti sembrava normalissimo e non meritorio di lode.
Ad onor del vero, superata la prima parte introduttiva, lo spettacolo rallenta e si appesantisce, tendendo alla noia, ma si riscatta quando finalmente si giunge all'epilogo della vicenda della povera ragazza trasformata in cane. Con il gesto della foto qui affianco "la mano" toglie la testa alla ragazza e gliene inserisce una da cane, costringendola ad avventurarsi in mondi a lei estranei e sconosciuti, talvolta pericolosi, altre volte ameni e divertenti, inclusa una splendida invasione/escursione al circo. L'epilogo è dei più rosei e prevedibile: non lo svelerò, ma...quanto bello è risvegliarsi dopo un incubo?
Tutto lo spettacolo è basato su retro proiezioni e giochi di luce, utilizzando però il suo opposto: l'ombra. A volte diventa gigantesca e rassicurante; altre piccola e pericolosa...insomma ombre in tutte le accezioni possibili e immaginabili!
Le creano degli atleti strepitosi e precisissimi, capaci di bei, ma purtroppo rari, momenti di danza dal bellissimo legato, anche se coreograficamente non particolarmente rilevanti. Uno di loro, credo si tratti di Derek Stratton, è un vero e proprio montacarichi umano, cui sono affidati lift incredibili di donne...e uomini! Riesce a farli volare sopra la propria testa con una leggerezza che - da ex danzatore - posso assicurarvi essere frutto di tecnica e forza portentose! Questi sono i momenti che ho preferito, impreziositi da questa danza semplice e fluida, ariosa e sensibile.
Non so chi sia la ragazza che ha interpretato il ruolo protagonistico, ma desidero ricordarla per l'espressività e la dolcezza con cui ha affrontato il suo ruolo.
Tutto il cast sarebbe da citare perché sono ugualmente bravi, precisi e professionali come solo nel mondo anglofono si trovano...
Ho apprezzato meno l'idea di fondo e la colonna sonora spesso piuttosto insignificante; lode e gloria vanno all'ideazione delle luci di Neil Peter Jampolis che valgono tanto quanto una scenografia e ai costumi di Liz Prince che reinventa un circo molto elegante. Spettacolo perfetto per i bambini e per gli adulti in cerca di evasione e leggerezza. Penso che poteva terminare nel momento in cui la mano riappare e restituisce per poco la vera testa alla povera ragazza, ma si sa che la sintesi è dono di pochi....neanche mia!
Vi lascio con il video del finale dello spettacolo che si è visto in diverse trasmissioni televisive e che è stato personalizzato da un graziosissimo e generoso omaggio alla città di Trieste che li ospita fino a domenica 11 maggio....
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