Avrei voluto non scrivere di questo spettacolo perché mi ha lasciato piuttosto perplesso ma di fronte alla presenza di Iana Salenko e di Dinu Tamazlacaru non si può tacere, così parlerò solo delle cose che mi sono piaciute.
Il secondo atto continua l'atmosfera sognante della fine del primo e ci fa entrare in un magazzino di automi, vestiti da quelle che saranno poi le danze solistiche dei vari paesi, come da tradizione. Gli stessi venti danzatori saranno poi gli interpreti del riuscitissimo Valzer dei fiori. Tutto l'atto scorre via con un'impostazione prettamente danzata, fatta di coreografie di Luciano Cannito, piacevoli, fresche e di ottimo livello, tra cui spiccano sicuramente i due solisti della danza araba, Giorgia Picca e Valentino Neri, per bellezza e sinuosità e Juri Mastrangeli per la tecnica adamantina e la semplicità e la sicurezza con cui affronta qualsiasi difficoltà tecnica. Del primo atto merita citare la grande presenza scenica di un veterano come Manuel Parruccini che però presta corpo ad un personaggio poco chiaro e incisivo.
Teatro pienissimo e pubblico consapevole della qualità dei due primi ballerini cui ha tributato giustamente ovazioni da stadio
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