La prima di West Side Story ha avuto anche il pregio di farci fare un tuffo nella dimenticata normalità, riportandoci all'assenza di distanziamenti e mascherine: la platea del Krizanke era festante e gremita all'inverosimile!
L'opera composta da Leonard Bernstein per quanto riguarda la musica, con libretto di Arthur Laurent e parole di Stephen Sondheim, è un capolavoro assoluto del teatro musicale americano del secolo scorso. La grandezza della musica di Bernstein racconta, anche ascoltandola ad occhi chiusi, lo svolgersi della vicenda, sottolineando i caratteri dei personaggi e lo svolgersi della vicenda, laddove le parole possono risuonare talvolta un po' datate. Il libretto non può fallire basato com'è sulleterno dramma d'amore di due amanti infelici.
La versione cui abbiamo assistito è ad opera di Mykal Rand, affermato artista multisettoriale basato a Londra, che ne firma regia e coreografie. Sembra diventato quasi un vincolo ormai, quello di trovare un regista anche coreografo, quando potrebbe essere più semplice tornare a due figure distinte, come per la gestione Robert Wise/Jerome Robbins, della versione cinematografica di riferimento.
Venendo alla regia, ne apprezzo la buona artigianalità che in un solo mese di allestimento ha saputo essere logica, curata e molto fedele all'allestimento di riferimento. La parte meno riuscita sono le coreografie, con qualche intromissione hip hop fuori epoca, e troppo tecnica specialmente per i portoricani nella scena epica di America. Indubbiamente competere con il genio di Jerome Robbins, che è riuscito a creare sequenze ancor oggi attuali, è impresa titanica.
Questa produzione conferma la tendenza degli ultimi anni, in cui a spiccare maggiormente è il comparto maschile. Abbiamo visto svettare su tutti il Tony di Adam Felipe e il Riff di Christopher Parkinson. Se Felipe è un cantante dal naturale timbro tenorile e un gradevole attore, Parkinson aggiunge a queste anche la capacità di essere un ballerino di grande talento. Bravi! Accattivante l'Action interpretato da Travis Ross. Bene tutti gli altri protagonisti Fernando Mariano, Alex Abad Cabedo e il resto degli artisti.
Venendo al comparto femminile la Maria di Rosalia Morales era deliziosamente fresca ma quando la sua voce sale diventa fastidiosamente di testa per i miei gusti. Equilibrata e brava a tutto tondo - anche se l'avrei preferita più fiammeggiante - l'Anita di Philippa Stefani. Bene le altre interpreti anche se meno evidenti-
L'Orchestra Sinfonica Slovena della RTV ha suonato benissimo una partitura tutt'altro che facile, specialmente nel reparto dei fiati e delle percussioni. La guida di Michael Bradley deve essere stata preziosa per dirimersi in un territorio così impervio!
Lo spettacolo replica fino al 1° luglio e può essere una buona motivazione per fare una gita a Lubiana! Purtroppo non sono ancora disponibili foto di scena: le aggiungerò appena possibile...
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