Da una parte ho trovato molto piacevole l'idea di dare un senso compiuto ad una performance di danze folkloristiche. Per decenni abbiamo assistito a serate costruite a galà, dove il collante era solo la bravura dei danzatori. Qui per la prima volta, ho visto utilizzare la danza folkoristica per raccontare una storia, anzi una serata particolare della tormentata vita dell'imperatrice Sissi, quella in cui si trovava nella sua amata Ungheria, innamorata ma come sempre pervasa dall'infelicità.
Dall'altra l'ensemble è talmente disomogeneo che si fa fatica a seguire la storia senza essere distratti da questa strana miscellanea artistica.
Quindi lode e gloria a Sandor Roman per aver creato la Compagnia ExperiDance Evolution, con la quale ha saputo costruire diversi spettacoli di successo ed essere arrivato a questa produzione, ma mi permetto di suggerirgli di rendere più amalgamato il livello della compagnia. Alcune idee sono molto gradevoli, come l'intermezzo delle marionette umane, guidate da due artisti sui trampoli sull'Ouverture dal Guglielmo Tell di Rossini o la danza degli uomini eseguita solo con il suono prodotto dal battito delle scarpe sul pavimento, ma lo spettacolo pecca in generale di voler piacere al pubblico a qualunque costo.
Figura benissimo la Budapest Symphony Gipsy Orchestra con uno strepitoso cembalista e virtuosi di ogni tipo nelle varie sezioni orchestrali. Giustamente sono posizionati in fondo al palcoscenico perché sono spettacolari sia da vedere che da sentire.
L'allestimento scenografico è molto, troppo semplice: un fondale dipinto con un disegno incomprensibile (forse delle volte a sesto acuto ma con una prospettiva indecifrabile) e sei colonne corinzie semi costruite che si stagliavano dallo stesso; costumi gradevoli ma non brillanti; un disegno luci poco curato e piuttosto impreciso.
I danzatori ce l'hanno messa tutta, ma se la compagine femminile era abbastanza omogenea, quella maschile aveva un paio di ballerini altissimi affiancati da altri 7/8 decisamente di piccola statura e nell'insieme il risultato era decisamente comico, anche quando di comico in scena c'era poco. Poco omogeneo anche il livello tecnico e lo stile: Sissi era una ballerina di formazione decisamente classica e come tale spesso usata e poco c'entrava con gli altri; il Conte Andrassy era un elegante danzatore mentre la Zingara che chiudeva il trio amoroso era poco incisiva.
In generale mancava la spettacolarità e il virtuosismo tipico delle danze folkloristiche per cui si è rimasti un po' a bocca asciutta, ad eccezione dell'interpretazione del danzatore protagonista di un cammeo in perfetto stile russo.
La bella arena del Krizanke di Lubiana, mutilata della bellissima copertura in tela dall'abbondante nevicata di aprile, era piena ma il pubblico mi è parso non pienamente soddisfatto...
Nessun commento:
Posta un commento