Strepitosa.
Unica. Accattivante. Talentata. Divina. Sublime. Indimenticabile.
Inconfondibile.
Credo
che questi aggettivi possano essere sufficienti per raccontare una
serata passata a teatro con Ute Lemper.
Artista
con la A maiuscola, anche se non è a capoverso, stupisce per la
padronanza e la tecnica con cui gestisce lo strumento che la natura
le ha donato e che lei ha sapientemente forgiato e migliorato.
Filati, acuti, pianissimi, note basse e note alte, mezzevoci: tutto
sembra possibile per questo apparato fonante dalle infinite risorse!
A
questo unisce una simile consapevolezza sul versante fisico, sapendo
gestire un corpo dagli arti infiniti con scioltezza, armonia e
maestria che pochi danzatori professionisti, dotati di simili
squilibri, hanno. Ha un viso mobile, fortemente espressivo e intenso
che racconta e amplifica tutto quello che scorre nella sua
interpretazione. Generosa è stata la natura, ma si intravvede forte
la capacità di studiarsi, di migliorarsi, di aspirare al genio.
Grande, grandissima artista
Il
concerto, anzi meglio sarebbe definirlo Recital,
percorre gli autori più rappresentati e amati dalla Lemper: Kurt
Weill, Astor Piazzolla, Jacques Brel, Leo Ferrè...
Uno
dei suoi doni principali è quello di regalarci interpretazioni
sempre nuove, riletture di gusto sopraffino che sebbene snaturino le
canzoni al punto da renderle riconoscibili solo grazie ai testi, lo
fa con tale garbo, con tale ironica raffinatezza che non possiamo non
restarne soggiogati. In questa serata lubianese a cui ho assistito allo Cankarjev Dom, abbiamo scoperto un altro volto della Lemper: quello della cantante jazz.
Questo concerto era inserito all'interno del festival del Jazz di Lubiana e credete che Lei si sia scomposta? Neanche un po', inziiando a svisare e a praticare lo scat come se non avesse fatto altro nella sua carriera!
Questo concerto era inserito all'interno del festival del Jazz di Lubiana e credete che Lei si sia scomposta? Neanche un po', inziiando a svisare e a praticare lo scat come se non avesse fatto altro nella sua carriera!
La
Lemper e il suo manipolo di fidi musicisti/arrangiatori può
permettersi di giocare con il fuoco, di osare l'inosabile:
probabilmente gli autori stessi sarebbero compiaciuti dei risultati
raggiunti.
La
sua voce riesce a rendere perfettamente la dolcezza di Brel, la
tristezza di Ferrè, la satira di Weill, la passionalità di
Piazzolla e la romantica dolcezza di Edith Piaf
Nel
corso del Recital
ci regala, tra gli altri, "Ich bin von Kopf bis Fuss", "Milord", "Bilbao song", "Lili Marlene",
"Libertango", "Avec le temp" e una nuova creazione su una poesia di Pablo Neruda.
L'altro
aspetto incredibile è il carisma di questa interprete che riesce a
tenere con il fiato sospeso tutto il teatro, ad ammutolire la sala. Nei
momenti in cui si avvicina al microfono, in cui sussurra direttamente
nelle nostre orecchie, accade che il pubblico trattiene il fiato e
c'è una tensione palpabile ed emozionante.
Le frasi che dice sono piene di messaggi tutt'altro che subliminali, come quella sulla follia dell'uomo e del suo bisogno di "costruire nuovi muri dopo averne abbattuto il peggiore da non molto tempo"...grande Ute.
Le frasi che dice sono piene di messaggi tutt'altro che subliminali, come quella sulla follia dell'uomo e del suo bisogno di "costruire nuovi muri dopo averne abbattuto il peggiore da non molto tempo"...grande Ute.
E'
un continuo crescendo di finezze musicali, di atmosfere, di viaggi e
di confidenze che Ute ci regala. Non vorremmo lasciarla andare via e
non riusciamo a trattenerci dal fischiettare con lei "Die
Moritat von Mackie Messer" (la ballata di Mackie Messer): ci
invita a farlo, come rifiutare il piacere di farlo assieme a lei, di
viaggiare sulle stesse note, all'unisono....
Il
sogno è finito, gli applausi liberatori scrosciano generosi. Ci
regala come bis "Ne me quitte pas".
Applausi fragorosi ed entusiasti:
successo meritatissimo....si era capito?
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