Balletto
in un atto liberamente ispirato all'omonimo balletto di repertorio
Coreografia
Fabrizio
Monteverde
Musica Leo Delibes
Coppelius NICOLA SIMONETTI
Coppelia DEBORA DI BIAGIFranz MARTIN ANGIULISwanilda TATIANA MARTINEZ
Musica Leo Delibes
Coppelius NICOLA SIMONETTI
Coppelia DEBORA DI BIAGIFranz MARTIN ANGIULISwanilda TATIANA MARTINEZ
Compagnia
Junior Balletto di Toscana
Costumi originali di Santi Rinciari
Luci Andrea Narese
Cervignano, 16 gennaio 2013 Teatro Pasolini, Stagione teatrale 2012/2013
Costumi originali di Santi Rinciari
Luci Andrea Narese
Cervignano, 16 gennaio 2013 Teatro Pasolini, Stagione teatrale 2012/2013
Serata
a doppio esito: da un lato una compagnia di giovani agguerriti e
strepitosi; dall'altra uno spettacolo incompleto, acefalo. Peccato:
poteva essere una bellissima serata!
Ringraziamo
in ogni caso il Circuito Danza Friuli Venezia Giulia, emanazione di
a.Artisti Associati di Gorizia, per aver portato in regione così
tanti spettacoli di danza, decentrandone le rappresentazioni su tutto
il territorio, consentendo a tanti appassionati dell'arte di
Tersicore di assistere ad uno spettacolo di qualità a pochi passi da
casa.
Sulle
note del programma di sala il coreografo, Fabrizio Monteverde,
dichiara che "da
molto tempo aveva voglia di fare un balletto vero e proprio. Ovvero
coreografare secondo la gloriosa struttura della coreografia
classica; con danze moderne sviluppate secondo le geometrie classiche
con file e incroci".
Ecco, ci domandiamo, tanto per cominciare, dove sia finita questa sua
buona e lodevole intenzione. Lo spettacolo che ci propone è
estremamente slegato: procede per quadri senza veramente raccontare
una storia, ma solo suggerendola. Troviamo, è vero, la sua personale
e apprezzabile cifra stilistica, i fantasiosi port
de bras,
le prese macchinose. Ma è troppo poco, anche per una storia semplice
come quella del balletto di repertorio al quale dice di ispirarsi
liberamente. La danza manca di respiro (ancor di più sul piccolo e
poco adatto palco per la danza del Teatro Pasolini di Cervignano) e,
soprattutto, proprio dei disegni tipici degli ensemble
del repertorio ballettistico ottocentesco: file che diventano cerchi,
righe che si incrociano a
pettine,
e così via. Mancano queste geometrie che rispecchiano la costruzione
musicale così banalmente prevedibile, ma anche così confortante
nella sua "semplicità". Tutte le danze di assieme di
Monteverde si sviluppano con movimento a blocco: i singoli o le
coppie si posizionano in un determinato punto del palco e si muovono
all'unisono, senza mai variare i disegni. Dopo un po' questi
"blocchi" diventano ripetitivi e pesanti. La costruzione
dei personaggi è poco approfondita e l'unica nota caratteristica che
li accomuna è il gran baciarsi tra di loro che trasforma noi
spettatori in voyeurs
involontari.
Non
giova allo spettacolo la mancanza di una qualche forma di
scenografia: dalle abusate videoproiezioni ai fondali dipinti,
qualunque cosa avrebbe aiutato a creare suggestioni al posto del
fondale nero drappeggiato. Idem per le luci che, immaginiamo,
sacrificate e riadattate come capita negli spettacoli di giro: in
qualche teatro si trova tutto, in altri meno....peccato che ci
rimetta lo spettacolo e, poi, lo spettatore.
Tutto
ciò, però, è stato danzato egregiamente. Perché questi allievi
(anche se molti di loro sono tutt'altro che allievi sia per
preparazione che per età) sono dei danzatori eccellenti: hanno dalla
loro il legato, l'energia, la voglia di fare, la preparazione
tecnica, la bellezza. Sono guidati con mano sicura dall'infallibile
Cristina Bozzolini, a suo tempo Prima Ballerina di MaggioDanza a
Firenze, poi artefice del primo e indimenticabile Balletto di
Toscana, poi del Balletto di Roma, poi di questa compagnia, infine
Direttrice dell'Aterballetto di Reggio Emilia, gloria e eccellenza
della danza italiana. La Bozzolini ha designato un'altra Prima
Ballerina di MaggioDanza, recentemente pensionata, al ruolo di Maitre
de Ballet,
ossia la figura professionale che si occupa di insegnare, correggere
e supervisionare tutti i ruoli, dai solisti al corpo di ballo, il cui
rigore professionale abbiamo ritrovato infuso e profuso in questi
giovani: stiamo parlando di Sabrina Vitangeli, fresca di nomina, ma
che possiamo già riconoscere perfettamente idonea e validissima. I
momenti di assieme sono unisoni e curatissimi, pur nella gestualità
complessa e velocissima che Monteverde chiede ai suoi danzatori.
Tornando
ai ragazzi e alle ragazze, dobbiamo sottolineare la bravura e la
presenza scenica del Coppelius di Nicola Simonetti: forte,
accattivante, sicuro. Bravo! A seguire il Franz di Martin Angiuli
anche lui tecnicamente saldo e scenicamente ineccepibile. Nel
comparto femminile notiamo una "dinoccolata
smidollatezza"
che ben si addice alla bambola Coppelia, interpretata da Debora Di
Biagi, incantevole per la sua capacità di contraction&release
che pervade l'automa che interpreta, ma che apprezziamo meno nella
Swanilda di Tatiana Martinez. Deliziosa all'ingresso (non si riesce a
staccare gli occhi dalla sua incantevole mimica facciale nel pezzo in
cui danza con le altre amiche), dalle linee prodigiose con arabesque
e seconde interminabili, la troviamo troppo "fragile e spezzata"
a livello di busto in alcuni passaggi, forse anche non aiutata dallo
sproporzionato costume a vita altissima.
Insomma,
peccato per questa occasione incompleta: sala non molto affollata, ma
pubblico attento e generosamente plaudente.
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