Locandina dello spettacolo Visavì è tornato, fortunatamente, come ogni anno! E porta con sé arte, bellezza e respiro. Tutto ciò grazie alla splendida e attenta organizzazione di Artisti Associati di Gorizia che, guidati con inesauribile energia da Walter Mramor, portano a casa un'ennesimo successo, tutt'altro che scontato quando ci sono così tanti fattori in gioco!
Il "mio" festival inizia sabato 19 ottobre con l'assolo That's all, presentato nel suggestivo Salone degli Stati Provinciali del Castello di Gorizia da Artemis Danza di Monica Casadei. È un'opera prima di Davide Tagliavini e, come tale, risente della voglia di proporre tanto, troppo materiale mentre manca una drammaturgia leggibile che renda il suo pensiero, ma soprattutto il messaggio che vuole condividere, fruibile per noi pubblico. Davide è uno splendido performer dotato di fisico, di emissione vocale e di presenza scenica. Indubbiamente, continuando a frequentare questo filone non potrà che migliorare e rendere sempre più godibile la sua ricerca.
Ci spostiamo al Castello di Kromberk in Slovenia per ammirare un gioiello prezioso che, assieme alla particolarità di questo maniero di campagna, è rappresentato da un cesellato "duetto per tappeto" ad opera di due danzatori e coreografi italiani Emanuele Rosa e Maria Focaraccio, che si esibiscono sotto il nome EM+. HOW TO - just another bolero è tutt'altro che un altro Bolero: questa è una nuova, sensibile, particolare, raffinata lettura della famosissima partitura di Maurice Ravel, dove tutto si svolge nel limite fisico imposto dalla dimensione di un tappeto sul quale troviamo i due danzatori già sdraiati in posizione prona. Nei primi minuti sono a terra o in quadrupedia, usando solo il lato B come veicolo espressivo. Ma non è un limite, tale è la musicalità con la quale seguono la partitura senza apparire pedissequi, utilizzando archi plantari, gastrocnemi e bicipiti femorali come se fossero muscoli facciali. Con il crescendo musicale, si alzano dal tappeto in contrappesi, lift e salti fino all'apice anche della musica che non è sufficiente a terminare la coreografia...così, poco dopo, ripartono le prime battute del capolavoro di Ravel e ci illudiamo che tutto continui o ricominci per andare avanti, all'infinito. Ma non sarà così, comprensibilmente, e accettiamo che la musica sfumi con gli occhi e i sensi appagati, assieme ad una pioggia scrosciante di applausi.
Ci spostiamo ancora, stavolta con destinazione Cormons, per assistere a Decisione consapevole, una creazione di Roberto Tedeschi che viene presentata come una mappa concettuale per le sessioni di improvvisazione, che indicava percorsi, intenzioni e limiti imposti, tipici di questa tecnica. La sensazione è che continui ad essere un po' tale, senza raggiungere lo slancio e l'autonomia di una vera e propria coreografia, nonostante l'eccellenza dei quattro danzatori (Mattias Amadori, Eleonora Dominici, Laila Lucchetta Lovino e Francesco Misceo) e il grande lavoro di assieme che nobilita di molto il risultato finale. Di grande impatto e qualità il light design di Giacomo Ungari e quello del suono di Giuseppe Villarosa.
Si torna a Gorizia dove, al Kulturni Dom, va in scena Amateur Smugglers ad opera di Silvia Garibaldi e Andrea Rampazzo per la compagnia slovena En-Knap. Per un festival di danza, secondo me, è una produzione un po' troppo al confine con il teatro fisico e l'intrattenimento, tanto è il materiale che mette in scena. Gli interpreti sono, anche in questo caso, strepitosi anche se, in particolare rispetto ai momenti di interazione con il pubblico, sono ancora un po' troppo bisognosi di indicazioni, che cercano con occhi avidi al banco della regia dove siedono i due autori, segno che il processo di introiezione e maturazione non è ancora completo. Lo spettacolo è un melting pot di resistenza umana (ammirevole quella di Mattia Cason che sembra inesauribile), obbedienza e sottomissione ai comandi dello "stop&go" che siano visti come partenza dai blocchi o, come si capirà strada facendo, come quelli ad un controllo di frontiera, ma troppi altri elementi restano non approfonditi, ad esempio il tentativo di coinvolgere il pubblico che, onestamente, riesce malamente.
A chiudere la giornata del sabato, arriva il momento della MM Contemporary Dance che propone un dittico composto da Skirk di Adriano Bolognino e Weirdo di Enrico Morelli. Per entrambi i coreografi ho gridato al capolavoro in occasione sia di Chopin for us del primo che di Elegia del secondo ma in questa occasione mi concentrerò sulla qualità di una compagnia che non delude mai. Ci sono delle gemme preziose che vengono affidate alle menti creative dei coreografi (Nicola Stasi, Giuseppe Villarosa, Federico Musumeci e Giorgia Raffetto, tra gli altri) ma è l'assieme generale, la capacità di essere acqua e aria e vento e fuoco che resta una peculiarità di tutti i danzatori della compagnia, a qualunque generazione appartengano e non posso esimermi dal riconoscere questo merito a Michele Merola, nonché a Enrico, per aver saputo portare avanti questo progetto con forza, sapienza e testardaggine.
Domenica 20 ottobre inizia con il Visavì Experimental Context che è una bellissima occasione di vedere l'energia, il talento e la freschezza di 16 ballerini di stili diversi ma legati alla scena hip hop o a quella della danza contemporanea, che si sfidano a coppie e vengono eliminati da una giuria tecnica. Anche quest'anno è stato un momento divertente (specie quando ai competitori veniva chiesto di interpretare assurde motivazioni per la loro esibizione, quali "basso Profilo" o "stare sott'acqua" tutt'altro che facili da rendere durante una improvvisazione coreografica di 1 solo minuto, senza il tempo di poter pensare a come renderla...), intenso e interessante, grazie anche alla vivace conduzione di Massimiliano Mosti, che ha rivelato vincitori Lele e Gianni all'unanimità, sia per la giuria che per il pubblico invitato ad esprimere il proprio pensiero.
A chiudere il Festival ci pensano la MN Dance Company che presenta in prima nazionale Flights, ispirato al romanzo di Olga Tokarczuk, con uno spettacolo tecnologicamente molto interessante. Michal Rynia e Nastja Bremec hanno incentrato tutta la produzione sull'utilizzo di una serie di barre luminose led che sono senza cavi e comandabili a distanza, prestandosi a numerosi effetti luce, cui i due hanno dedicato molta cura e attenzione, dalla programmazione alla messa in scena. Tutto ciò distrae noi spettatori dalla coreografia che di suo, invece, non porta niente di nuovo al panorama coreutico generale. Buona fattura, buona energia ma niente di nuovo all'orizzonte.
Lunga vita al Visavì Dance Festival di Gorizia che, per l'edizione 2025 in cui Gorizia e Nova Gorica diventeranno Capitale Europea della Cultura, si preannuncia un'edizione ricca e molto più lunga, dal 9 al 19 ottobre 2026: non vedo l'ora!
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