Locandina dello Spettacolo
Non poteva esserci apertura più grandiosa ed esplosiva per il 65° Festival di Lubiana, se non programmando i Carmina Burana di Carl Orff, riletti da La Fura dels Baus!
Amo questo gruppo di visionari catalani da molto tempo, più di 25 anni, e li ringrazio per gli stimoli che da sempre offrono con le loro performance.
Anche in questo frangente non mi hanno deluso, sottolineando la splendida cantata scenica composta da Carl Orff nel 1936, basata su poemi medievali, e arricchendone le immagini potenti che già da sola questa musica crea. E via con cascate proiettate che bagnano delle ninfe, creature demoniache e grotteschi di ogni tipo, soprani volanti, immagini potentissime su un cilindro di stoffa semi trasparente che ingloba tutta l'orchestra, un enorme tino di vetro nel quale l'acqua si trasforma a vista in vino rosso, discese nella platea degli artisti, un carrello controbilanciato che simula il volo degli interpreti principali in diversi momenti e tutta un'altra infinita serie di idee e suggestioni. Bravi, veramente.
Accurata e precisa la direzione dei tanti musicisti coinvolti in questa produzione da parte di Carlus Pedrissa, cui rimprovero solo il ritmo per i miei gusti troppo sostenuto di In taberna quando sumus.
Ottima la prestazione dell'Orchestra e del Coro della Filarmonica Slovena, supportati per l'occasione dai Cori Ave Chamber e Vinko Vodopivec.
Strepitosa la prestazione del contro tenore Jordi Domenech e di altissimo livello anche quella del baritono Carlos Daza, mentre mi sono sembrate meno sicure ed avvincenti le prove del comparto femminile...
L'unica vera pecca è stata la discutibile scelta di amplificare così prepotentemente i complessi in scena: ha cancellato la magia di essere pervasi dalla musica, mentre penso che tutti noi spettatori avremmo fatto volentieri lo sforzo di cercare i suoni più piccoli che, inevitabilmente in uno spettacolo all'aperto, per di più nella splendida ed enorme Kongresni Trg, andrebbero persi...
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