Locandina dello spettacolo
Masa Kolar conferma di essere una coreografa molto, molto interessante.
Dopo averla scoperta a Rijeka nel suo Triad ero molto curioso di vedere questa sua nuova fatica per la compagnia nazionale del balletto di Zagabria e...sono stato premiato.
Masa ha scelto di portare in scena il celeberrimo Bolero di Maurice Ravel e lo ha fatto partendo ragionando su come ogni individuo sia una parte, una componente del ritmo comune con cui viviamo, ci muoviamo, amiamo e così via. Riesce a farlo utilizzando un suo personale e fantasioso linguaggio coreografico, rotondo e fluido ma anche forte e fatto di molti grand plié à la seconde e di piccole sequenze di grande musicalità.
E' stata coraggiosa perché, dopo la versione di Maurice Bejart che è scolpita nella memoria visiva di noi ballettofili, è sempre un rischio avventurarsi su questa musica ma ha fatto bene perché ci consegna una lettura completamente diversa, intrigante e suggestiva. Così come Viseslav Labos fa per la parte musicale, elaborando e campionando passaggi del Bolero, allungandolo senza snaturarlo o danneggiarlo, restituendolo alla contemporaneità con stile e sapienza.
Nella sua semplicità è molto suggestiva anche la scenografia, composta com'è da fili supportanti delle piccole sfere dorate che dalla graticcia scendono a lambire il palco, riflettendo le luci di scena e delimitando gli spazi che i danzatori creano spostando questa sorta di tende dorate. Minimali e adeguati anche i costumi, così come il bel disegno luci che sottolinea questa riuscita creazione.
Gli audaci, versatili, appassionati e forti danzatori dell'ensemble croato, assecondano bene la coreografa arrivando a sembrare completamente integrati nel suo stile, come se non danzassero altri, invece che essere principalmente dei danzatori classici.
Perdonerete l'orgoglio nazional-popolare, ma non posso fare a meno di citare un mio ex allievo ora solista della compagnia Andrea Schifano, fluido e potente com'era fin da bambino; Duilio Ingraffia, a lungo nelle fila del Balletto di Milano, ed ora interprete di spicco di questa serata, nonostante sia un semplice membro del copro di ballo; Guilherme Gameiro Alves che spicca per presenza e carattere; Atina Tanovic, dalle lunghe linee e con una bella qualità di movimento.
Detesto dover scrivere recensioni negative, per cui mi limiterò a ricordare che la serata era aperta da un'altra coreografia di una inutilità scioccante, retta dalla bravura dei danzatori che avevano tutta l'aria di non sapere cosa fare, se non improvvisare passi e sequenze a caso, senza che questo creasse alcuna reazione negli spettatori, ad eccezione della noia.
La sala del bellissimo Teatro Nazionale Croato era strapiena e il pubblico ha saputo perfettamente riconoscere la qualità del secondo brano, rispetto al primo, al punto da poterlo misurare con il famoso applausometro...
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