Dietro questo progetto c'è un pensiero profondo che ha mosso Masa Kolar per convincerla a metterlo in scena, ma io non sono riuscito a coglierlo rapito com'ero dalla sua bravura, dalla fluidità e dallo splendido connubio creato con Tayuka Sumitono, l'altro danzatore in scena. Così belli da rubarmi qualche lacrima.
Trijada parte da Ecate, Demetra e Persefone per parlare di una madre, una donna, una figlia, ma anche del collegamento femminile alla Luna, misteriosa presenza delle nostre notti. La mia percezione mi ha fatto pensare ad uno strano passaggio, ad una formazione fatta di forza e mistero, visto che il make up iniziale di Masa diventa poi quello finale di Tayuka. In ogni caso l'eterno dubbio del "ho capito o no cosa voleva dire?" può essere tranquillamente superato dalla bellezza della danza.
Sul vuoto palcoscenico della HNK di Susak sono state sistemate tre tribune per le sedute degli spettatori che avvolgono la scena, eliminando la classica visione frontale: i due danzatori agiscono su una unica striscia di linoleum da danza che li aiuta nella sezione in cui hanno lavorato maggiormente su una danza scivolata, finalmente libera dalla forza di gravità. I due esplorano tutte le direzioni possibili: in alto, a terra, in coppia o da soli, addirittura sotto il sopracitato linoleum, ma senza mai perdere la loro meravigliosa qualità e un affiatamento prezioso e a dir poco raro. Volano, respirano, giacciono, corrono come se fossero uno e, se vi è già capitato di vedere qualcosa di simile, ciò costituisce già da solo un'emozione. Le tre sezioni in cui è suddiivisa questa piece sono preannunciate dall'intervento del make up artist Dino Baksa, a suo tempo danzatore classico in Germania e in patria, che con giusta e attenta teatralità, trasforma i due personaggi nel percorso di compenetrazione di uno nell'altro.
Il tappeto musicale è composto da brani di Nils Frahm e dai brani improvvisati da una bella e giovane pianista, Josipa Kukor a piedi nudi, che supportavano i momenti di cambio scena e trucco.
Informandomi su Masa Kolar ho scoperto la sua prestigiosa carriera in numerose compagnie internazionali, anche lei obbligata a lasciare il proprio paese per sviluppare una personalità artistica autonoma. Ma, per fortuna dei Croati, è tornata e si è stabilita a Zagabria, dove insegna presso il Centro Croato per la Danza, spargendo il seme di quanto appreso e formando, ne sono sicuro, danzatori interessanti, motivati e intelligenti.
Scena e libretto di Jasmina Holbus, eleganti e minimali costumi di Petra Dancevic, luci di Nuno Salsinha, fotografie di scena di Jelena Jankovic, drammaturgia di Tena Bosnjakovic, suono di Tomica Kralijc e supporto tecnico di Dusko Richtermoc.
Platea piena, tre chiamate alla ribalta per tutta la compagnia e un sentito grazie al Teatro Nazionale Croato Ivan Zajc per aver organizzato questo meraviglioso appuntamento!Trailer dello spettacolo
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