Locandina dello spettacolo
Eccellente serata di danza con le Stelle del new York City Ballet che hanno irradiato tutto il loro charme e la loro energia infuocando la sala del Politeama Rossetti di Trieste.
Ad onor del vero le stelle erano 4, mentre gli altri danzatori sono membri del corpo di ballo, neanche solisti, ma poco importa: hanno dato tutti il massimo ed è ballando e facendo esperienza in giro che si diventa star.
Dovendo recensire uno serata composita come questa, occorrerà tenere sempre presente questo distinguo, perché una differenza tra gli uni e gli altri c'è e si sente.
Non si poteva iniziare meglio, presentando al pubblico Other Dances che Jerome Robbins compose nel 1976 per omaggiare i due transfughi dell'allora Teatro Kirov di Leningrado, Natalya Makarova e Mikhail Baryshnikov. Tutto il brano profuma di Russia e ricorda le qualità tecniche ed artistiche dei primi alla creazione, sia nell'atteggiamento delle braccia che nei richiami alle danze di carattere, ma i due interpreti odierni sono riusciti a farlo loro invece di scimmiottare quei due importanti predecessori. La classe e la presenza di Ashley Bouder uniti alla verve ed alla brillante tecnica di Joaquin De Luz, hanno reso un gran servigio a questo bel duetto, accompagnati al pianoforte dall'attenta Enrica Ruggiero.
Seguivano altri passi a due e un assolo.
Nell'Infiorata a Genzano di August Bournonville, i due danzatori funzionano meglio singolarmente che in coppia: Spartak Hoxha ha un'aria fragile ed instabile che svanisce nel momento in cui può sfoderare il suo possente lavoro di ballon e di batterie; Alexa Maxwell ha un trucco troppo forte che la appesantisce, ma danza con il giusto piglio e tecnica sicura, questo passo a due delizioso ed ormai poco rappresentato.
Segue una brutta, proprio brutta versione del passo a due del Cigno Bianco da Il lago dei cigni. Una coppia mal assortita, con un Cigno bianco troppo agitato ed isterico, lift evitati ed un finale inaspettato e poco gradevole.
Five Variations on a theme è una gradevole coreografia di David Fernandez per esibire la bravura di Joaquin De Luz e affascinare il pubblico in una serata come questa. Brano gigione ma interessante, coreograficamente ben strutturato, mette in risalto tutte le capacità di de Luz e non possiamo che ringraziarne il coreografo.
Chiude questo blocco un sempreverde passo a due di Balanchine Tchaikovsky Pas de Deux danzato da Indiana Woodward e Joseph Gordon. Lei è una danzatrice rara e generosa - prevedo per lei una bella carriera - come poche se ne vedono: indiavolata al punto di rischiare la musata per terra, quasi incosciente, con la tendenza a buttarsi vada come vada che non possiamo non apprezzare! Il suo partner è meno scatenato, anzi è molto misurato (e tanto giovane) ma ha stile e tecnica.
E per farci uscire con il sorriso sulle labbra, la serata non poteva considerarsi conclusa senza il solito, ma meraviglioso, Who Cares? Melodie di bellezza rara ad opera di George Gershwin, coreografie leggere e musicalissime di George Balanchine e la bravura di tutti, dico tutti, i danzatori! Emozionanti, trascinanti, delicati, ironici, sicuri, brillanti, luminosi...e potrei andare avanti ancora a lungo! L'eterea Ashley Bouder, il prestante Amar Ramasar, la precisa Emilie Gerrity, la turbinante Indiana Woodward, l'affascinante Andrew Veyette hanno reso i duetti e gli assoli indimenticabili ed esaltanti.
Grazie.
Teatro abbastanza pieno, ma non quanto avrebbe meritato uno spettacolo di questo livello, pubblico molto soddisfatto e plaudente. Sempre ed ancora grazie alla Direzione dello Stabile regionale per il coraggio e la tenacia nel portarci questi spettacoli a pochi passi da casa!
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