Locandina dello spettacolo
Ma quanto gesticoliamo noi italiani?!?
Agli occhi di una coreografa croata moltissimo evidentemente, visto che l'inizio di questo Giulietta e Romeo è una gazzarra tra Capuleti e Montecchi in cui gli uomini tirano di spada e le donne gesticolano come le protagoniste di una sceneggiata napoletana...non me l'aspettavo e, francamente, mi faceva parecchio sorridere invece di crearmi tensione. Ma forse è proprio così: facciamo più ridere che paura. Anzi, forse facciamo solo ridere...
Venendo allo spettacolo - bellissimo - ho apprezzato molto il talento coreografico di Valentina Turcu che ha saputo rileggere un grande classico senza farmi rimpiangere le più celebri versioni, come quella di Mac Millan o di John Cranko. L'abilità della Turcu sta nel saper raccontare la vicenda senza indugiare troppo nella mimica; nell'aver ridotto la lunghezza rispetto all'originale di circa un'ora e, per me che conosco la partitura a menadito, nel non farmi accorgere della gran parte dei tagli; nell'utilizzare un linguaggio molto personale, restando nell'ambito della danza classica, riuscendo a rendere la maestosità di uno spettacolo dove le scene corali sono fondamentali. Devo riconoscerle ancora un merito: quello di essere riuscita a creare una drammaturgia esaustiva da un classico che, spesso, risulta intoccabile e irrestringibile. Brava!
La vicenda non ha certo bisogno di essere raccontata. Ma questa versione merita di essere vista per la grande qualità di questa piccola compagnia che danza con le gambe, con la testa e con il cuore. Un ensemble che il direttore Edward Clug è riuscito a trasformare in una compagnia internazionale di ottimo livello, basata a Maribor, una piccola cittadine tra le montagne slovene, quasi al confine con l'Austria. Bravo!
La Giulietta di Catarina de Meneses è fresca e bella come la sua interprete: punte solide e linee ideali, splendido salto, bella apertura, grande interpretazione...complimenti! Al suo fianco un altrettanto bello e potente Anton Bogov che rende il suo Romeo un ragazzo meno spensierato del solito e più uomo: belle anche le sue linee, splendido ballon e buon interprete. In questa versione svetta anche il ruolo di Tebaldo affidato al danzatore olandese Sytze Jan Luske che lo fa risplendere di ardore, di tecnica e di grande forza; lo stesso può dirsi per la mirabolante tecnica di Yuya Ornaki nel ruolo di Mercuzio. Forte ed accattivante anche l'interpretazione di Sergiu Moga come Lord Capuleti mentre ho trovato un po' sopra le righe, sicuramente una scelta coreografica, la Lady Capuleti di Tanja Baronik.
Un'altra lode va sicuramente alla scenografia di Marko Japelj che con una decina di colonne di enormi dimensioni riesce a ricreare i vari ambienti necessari al dipanarsi della vicenda. Molto belli anche i costumi di Leo Kulas dai cromatismi inaspettati ma indovinati e una super lode allo splendido disegno luci di Pascal Merat.
Mancava l'orchestra che avrebbe reso praticamente perfetta questa serata, anche se la registrazione audio dell'Orchestra Sinfonica della SNG di Maribor, condotta egregiamente da Aleksej Baklan, suonava perfettamente.
La colossale Gallusova Dvorana dello Cankarjev Dom era quasi piena, il che è un evento veramente raro per gli spettacoli di danza: applausi scroscianti, con numerose chiamate, meritatissimi.
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