Locandina dello spettacolo
Arrivare al Krizanke di Lubiana è già di per sé emozionante: l'imponente struttura architettonica, la fiumana di persone che affolla gli ingressi, gli spettacoli proposti, generalmente di grande richiamo: ogni volta che vado, so che assisterò ad un bello spettacolo, in una cornice prestigiosa. Così è stato anche in occasione di questo "Galà serale con le stelle mondiali del balletto" che ha avuto luogo lunedì 21 luglio 2014, grazie ai programmatori del Festival di Lubiana.
La prima sorpresa è stata quella di trovare un'orchestra (sinfonica!) invece della solita musica registrata, molto più comoda per i danzatori che ne conoscono la velocità alla perfezione (e non rischiano l'osso del collo per colpa di direttori disattenti...), ma molto meno appassionante.
La seconda è stata, appunto, la qualità di questa serata: ottimi danzatori di buona scuola con un programma che spaziava dai grandi classici al contemporaneo. Certo le "stelle mondiali del balletto" erano 3 su 12...ma va beh!
Volendo stilare una graduatoria (si, lo voglio fare) porrei al primo posto la coppia formata da Yolanda Correa e Joel Manuel Carreno, entrambi sotto contratto con il Balletto Nazionale Norvegeseo: tecnicamente strepitosi, fulminei e capaci di notevoli virtuosismi tecnici nel passo a due da "Il Corsaro" che ha chiuso il primo tempo e sublimi, affiatati, coesi, elegantissimi, fluidi in "Elegia", una splendida e musicalissima coreografia di Raimond Rebeck.
A seguire posizionerei Liudmila Konovalova, prima solista dell'Opera di Vienna, e Gabriel Davidsson, primo ballerino del Balletto Nazionale Estone: meno brillanti nel duetto dal Regno delle Ombre da "La Baiadera", ma molto più convincenti nel pas de deux del Cigno Nero dal terzo atto de "Il lago dei cigni" dove la Konovalova si conferma un'eccellente virtuosa e Davidsson recupera un po' di verve rispetto alla prima esibizione dove le sue lunghe linee (forse troppo) lo rendevano poco incisivo.
In terza posizione il nostro Vito Mazzeo in coppia con Viktorija Ananjan splendida Carmen, ma Giselle terribilmente insicura): lui presenta un gradevole assolo di Riccardo Di Cosmo, che premia il suo fisico spigoloso e contemporaneo, e accompagna la Ananjan nel passo a due del secondo atto, dove si conferma al contempo virtuoso ed elegante.
Seguono in ordine sparso Dinu Tamazlacaru e Dmitrij Gudanov buoni virtuosi nei rispettivi assoli, ma affiancati a ballerine meno interessanti; una Julija Mahalina ormai verso la fine della carriera, molto interessante scenicamente sia ne "Le spectre de la rose" che in "Sheherazade", ma malamente assortita con Giacomo Bevilacqua, poco affidabile come partner, invece sicuro ed elegante nello "Spectre"; Margarita Rudina è poco nel ruolo de "La Sylphide" e sembrava in grande e grave difficoltà nella variazione e nella coda del passo a due del terzo atto del "Don Chisciotte", dove Tamazlacaru spadroneggiava alla grande la scena e sciorinava la giusta tecnica; un'appannata Anastasija Gorjaceva accompagnava Gudanov in un duetto dall'Onjegin" con coreografia di Vasilij Medvedev, dimenticabile.
L'Orchestra della Radio Televisione Slovena ha suonato con impegno, passione e buona volontà sia la "Polonaise" dall'opera "Evgenij Onjegin" di Piotr Iljic Cajkovski che la "Danza delle ore" da "La Gioconda" di Amilcare Ponchielli, ma anche tutti i brani musicali che accompagnavano l'esibizione delle nostre Etoilse. L'unica nota dolente è stata il Maestro Aleksander Anisimov che ha avuto molta poca attenzione per i danzatori sul palco, costringendo alcuni di loro ad adeguarsi a dei tempi spesso troppo lenti per sostenere i virtuosismi tecnici che affrontavano, saltando qualche accordo finale e mostrandosi poco interessato alla conduzione, indubbiamente composta da brani poco raffinati...ma tant'è.
Benvenuti nel mio blog! Per sapere chi sono visitate www.corradocanulli.it In questi post vi racconterò la mia personale, personalissima opinione degli spettacoli che andrò a vedere a Trieste & dintorni! Aspetto i vostri commenti, ma non siate spietati come me! ;-)
sabato 26 luglio 2014
domenica 20 luglio 2014
LE SOUFFLE DE L'ESPRIT 19/07/2014
Io che ho avuto la fortuna di vivere gli anni '70 e '80 del secolo scorso nell'Italia dei festival, ne ho una nostalgia pazzesca...anni in cui ci si accampava a Spoleto, a Venezia, a Nervi e ci si nutriva solo di danza di altissimo livello...che perdita per la nostra cultura!
Tornando a Mittelfest, lode e gloria a chi lo tiene ancora in vita, tra gli ultimi baluardi della festivaliera resistenza. E stessa lode e gloria all'attuale direttore Franco Calabretto che, dopo alcuni anni di scarna e banale programmazione, ha presentato un cartellone che anche in merito alla danza lascia ben sperare.
Le souffle de l'esprit, che inaugura la sezione danza del Mittelfest 2014, è però un'operazione riuscita a metà. Mette in scena dei danzatori superbi, meravigliosi, perfetti; ma le coreografie di Jiri Bubenicek mi hanno lasciato insoddisfatto e perplesso.
Nella splendida cornice di Piazza Duomo, seduto sulla solita (scomodissima) tribuna assisto ad una serata dalle grandi aspettative che, come dicevo prima, sono andate deluse; in scena ci sono i gemelli Bubenicek attorniati da un blasonato gruppo di danzatori e danzatrici che opera in vari teatri tedeschi. Si esibiscono nelle coreografie di Jiri Bubenicek, figlie della sua splendida carriera di danzatore con Neumeier, con Forsythe, con Balanchine, ma che non portano molto di nuovo: sono molto frammentate, senza un filo logico e alla lunga lasciano il posto ad una lieve delusione....tanti splendidi talenti avrebbero potuto regalare emozioni infinite, raccontare storie e portarci altrove...invece li vediamo volare, dipanare matasse tecniche ardite, regalare salti, giri e potenza infinite, ma poche emozioni. E mi dispiace moltissimo perchè al centro di questa operazione ci sono due dei miei danzatori preferiti: i gemelli Otto e Jiry Bubenicek per l'appunto. Grandi e spettacolari interpreti dei migliori coreografi contemporanei e del passato, in questo spettacolo riescono a dimostrare tutta la loro maestria - assieme anche nel duetto Les Indomptés di Claude Brumachon - e la bella danza maschia che li caratterizza: intensi, presenti e geenrosi. Così come gli altri danzatori della serata Jon Vallejo, Francesco Pio Ricci, Michael Tucker, Arsen Mehrabyan e Dominik Strobl. Mi ha fatto effetto rivedere dei fisici che oggi sembrano fuori moda per gli stilemi della danza classica; corpi maschili, per nulla efebici e senza l'assurda necessità di avere gambe e linee tipicamente femminili, che danzano con forza e consapevolezza, senza arrivare agli estremi negativi di alcuni "tarchiatelli russi"... Al loro fianco sfilano delle danzatrici meno notabili (Iana Salenko, Katherina Markowskaja, Anna Merkulova, Duosi Zho e Raquel Martinez) seppur puntuali e precise, in questo che resta uno spettacolo prettamente maschile e al maschile.
Non riuscirò a vedere altre produzioni ospitate dal Mittelfest, ma sono sicuro che lo spettacolo conclusivo del 27 luglio con lo Scapino Ballet di Rotterdam saprà riportare il bilancio in positivo.