lunedì 3 giugno 2013

APOLLO/SALOME´ 29 maggio 2013

Locandina dello spettacolo

Quale onore! La compagnia del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo (il leggendario ex Kirov di Leningrado) onora proprio Trieste con una nuova coproduzione in prima mondiale: accidenti!
Dobbiamo riconoscere al Sovrintendente Orazi meriti non comuni di creatore di partnership!! Giá é difficile vedere questa compagnia in tournée in italiane, figurarsi poi per una simile occasione....bravo! E grazie...

Venendo allo spettacolo, questo dittico inizia con la ripresa della versione in due scene di Apollo che George Balanchine creó a Parigi nel 1928, molto meno frequentata e conosciuta di quella che normalmente viene utilizzata nei galá e dalle compagnie di tutto il mondo, che vede eliminata la prima scena in cui si assiste alla nascita di Apollo. In questo caso il palcoscenico é ingombrato da una scalinata, simbolo della discesa e dell´ascesa all´Olimpo, che ci toglierá il piacere di vedere la posa finale della versione "da concerot" dove Apollo si ferma in una quarta posizione davanti alle sue Muse, che lo abbelliscono con una sorta di coda di pavone, formata dai loro arabesque a diverse altezze: una scultura vivente che, in questo caso, possiamo ammirare solo di sfuggita, prima che gli interpreti si inerpichino sulla scala...peccato!
Venendo alla danza, il Balanchine Trust mantiene come sempre fede alle proprieintenzioni e abbiamo l´assoluto privilegio e piacere di vedere la coreografia fedelmente riprodotta e danzata: dagli accenti musicali agli atteggiamenti, un balletto di Balanchine é lo stesso in tutto il mondo! Fenomeno rarissimo considerando l´abitudine di tramandare da ripetitore a danzatore le coreografie...


Eccezion fatta per il carattere e le linee di questi danzatori russi. Abbiamo avuto il privilegio di vedere Xander Parish nel ruolo del titolo che, giá dal nome, denuncia origine tutt´altro che russe, essendosi formato al Royal Ballet di Londra: é un danzatore di grande bellezza fisica, l´ideale per questo balletto, e di grande presenza scenica e tecnica :un Apollo indimenticabile, perfetto!


Meno convincenti le sue muse, in qualche modo troppo russe, sia nelle linee delle gambe (bellissime, ma non per questo repertorio) che nella rigiditá del tronco. Nonostante il lavoro di modellatura fatto da Francia Russel nel rimontare la coreografia, qualcosa resta stonato nella loro esecuzione.
Forse il poco abituato pubblico triestino, che non riesce ad applaudire alla fine delle quattro variazioni solistiche (immaginate se succedesse qualcosa di simile alla fine di "Casta diva" o di "Recondita armonia....che tristezza!) voleva dire proprio questo? Forse non ha dimenticato la caduta dalle punte della Tersicore di Ekaterina Osmolkina dovuta ad un´eccessiva estensione del collo del piede? Magari...ma illudiamoci che fosse cosí e non per ignoranza, nel senso puro del termine "colui che ignora"., e poco rispetto per la fatica e il rischio che un danzatore, come qualunque altro artista, corre esibendosi...


In merito alla seconda parte dello spettacolo, questa rilettura di Salomé mi convince solo parzialmente.
Dal punto di vista della concezione, speravo che il team creativo avrebbe osato di piú: sembra di assistere ad una ricostruzione molto poco filologica dal punto di vista della scrittura coreografica, ma tradizionalissima nella drammaturgia cosí come nell´allestimento. Per caritá scene elegantissime e costumi adeguati ad opera di Pierpaolo Bisleri, genius locii, con adeguato disegno luci di Claudio Schmid, video intessantissimo durante tutto il balletto (ma interminabile e inutile quello sull´ouverture) di Antonio Giacomin, coreografia di Emil Faski interessante in alcuni passaggi e finalmente poco "modernamente sovietica" e molto piú vicina ai gusti occidentali, ma...resta un ma.
I danzatori sono magnifici! Su tutti posizionerei l´Erode di Anton Pimonov: salti iperbolici, presenza carismatica e sguardo incendiario! É seguito da un manipolo di quattro danzatori anche loro assolutamente strepitosi e che meritano di essere citati: Alexsandr Savel´ev, Grigorij Pjateckij, Jaroslav Pusov e Vladislav Smakov. Segue lo splendido Giovanni Battista di Andrej Ermakov dallo strepitoso ballon e dalla notevole estensione degli arti inferiori.


Il comparto femminile mi é parso decisamente piú debole: se una volta gli assieme dei "russi" erano inarrivabili e invidiati da qualunque compoagnia occidentale di balletto, le quattro danzatrici che vediamo in scena in questa Salomé fanno fatica a raggiungere l´unisono, pur essendo solo quattro! Forse a causa della troppo recente messa in scena di questo titolo che necessita maggior rodaggio oppure di uno stile che, come noi occidentali ben sappiamo, lascia molto margine all´espressivitá individuale e ai conseguente sfasamenti ritmici. Stesso discorso per le due soliste: una precisa ma pallida Lubov Kozarskaja interpretava Erodiade e una fremente, ma non del tutto convincente, Viktorija Brileva nel ruolo di Salomé ci lasciavano poco soddisfatti. Ad avercene di ballerine cosí, ma l´aspettativa di fronte ad una troupe di questo livello era altissima e siamo rimasti leggermente delusi.


Teatro abbastanza pieno che potrebbe esserlo ancora  di piú riallocando i posti che molti sciatti abbonati non occupano, poco interessati come sono all´arte di Tersicocre, magari distribuendoli tra gli allievi delle scuole di danza a prezzo popolare, visto che saranno loro il pubblico del futuro. Ancora un eoncomio alla Direzione del Lirico Triestino per questo meraviglioso regalo...


2 commenti:

  1. Magnifico Corrado, e grazie sopratutto per per l'ultima parte...riempire i teatri non di pensionati, ma di ragazzi appassionati !!!

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  2. Grazie Erica! Per la lirica il Verdi lo sta già facendo...la danza resta sempre la Cenrentola...:-(

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