lunedì 19 settembre 2022

LA SERVA PADRONA venerdì 16 settembre 2022

Locandina dello spettacolo  

Ho concluso la precedente stagione parlando di Oscar Cecchi e riapro con lui con immenso piacere! Oltretutto mi sembra veramente di aver ripreso soltanto un discorso interrotto...

Ad Oscar stavolta è stata commissionata, dalla Direzione della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste, la messa in scena una di quelle opere che io inquadro nel "se ti eri persa in qualche archivio, una ragione c'era!". In verità l'opera non si era persa ma l'orchestrazione di Respighi si. Spesso certi ripescaggi sono più esercizi di stile che riscoperte di rare perle smarrite. Così è, per quanto mi riguarda, anche per questa "La serva padrona" con musica di Giovanni Paisiello orchestrata da Ottorino Respighi ma devo precisare che gran parte del '700 operistico mi annoia da morire ed è sicuramente un mio limite: Mozartiani, odiatemi a piacimento!


Detto ciò onore e gloria ad Oscar per essersi industriato nel cercare di inventare l'inventabile per affabulare le scolaresche cui questo spettacolo è destinato, che faranno ancora più fatica di me nel cercare di comprendere testi incomprensibili (l'acustica del Ridotto del Verdi non è esattamente dì aiuto), suoni vetusti e linee di canto ben diverse da quanto in auge oggigiorno. 


I tre interpreti si danno da fare come pochi per tenere in vita questo canovaccio liso e non si può che apprezzarli: la Serpina dell'ottimo soprano Olga Dyadiv e l'Uberto del prestante baritono Francesco Auriemma sono apprezzabili a tutto tondo; così come il Vespone di Giacomo Segulia, un servo muto che in realtà parla e canta molto bene.


L'orchestra della Fondazione, diretta da Serhii Nesteruk, suona bene e con partecipazione ma non riesce ad essere solo accompagnamento, tanta è la sproporzione con i cantanti. Bene il coro, diretto da Paolo Longo (ma basta con 'ste mascherineee!) che si adopera ad animare la scena con gran partecipazione