mercoledì 29 gennaio 2014

UN BALLO IN MASCHERA 18/1/14

Locandina dello spettacolo
Comincia con il piede giusto la Stagione 2013/2014 del Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste, con questa classica, ma bellissima produzione de "Un ballo in maschera" che il Verdi prende in prestito
 dal Teatro Regio di Parma e dal Pavarotti di Modena.
Allestimento sontuoso, elegante, raffinato e godibilissimo; regia tradizionale, ma scorrevole e non banale; ottimo cast; orchestra in super forma: bene!

"Un ballo in maschera" mancava già da un decennio ed è un peccato perché al pari delle più conosciute opere verdiane, meriterebbe la stessa frequenza di rappresentazioni e messe in scena.
Al pari di Aida e della Traviata, ha la stessa grandiosità delle scene corali, dei concertati, della presenza del ballo e di tutto il corredo necessario a trasformare un'opera in una  grand-opéra! Eppure è una opera che mi azzarderei a definire intimista, attenta com'è alle sfumature psicologiche dei personaggi.

L'apparato scenografico è magnifico: imponente e monumentale lo scalone del primo quadro; fiabesco l'antro di Ulrica; tetro e romantico il cimitero del secondo; austera e inquisitoria la sala da musica del terzo e splendido il salone del finale: tutte le scene sono accomunate e caratterizzate da fasci di luce che le attraversano, siano essi pittorici o realizzati con l'elettricità, ed hanno un che di Caravaggesco che resta impresso. Le firma quel genio indiscusso di Pierluigi Samaritani, così come i costumi altrettanto splendidi e indimenticabili.
La regia, a firma di Massimo Gasparon che riprende un'idea dello stesso Samaritani, è tradizionalissima e godibile al contempo: chiara, essenziale, logica. Scade solo nella parte delle danze del terzo atto che hanno una buona idea di fondo, ma sono poco interessanti, pasticciate e danzate amatorialmente.

La direzione orchestrale di Gianluigi Gelmetti rispetta esattamente quello che mi aspettavo e mi è parsa molto rispettosa anche di Verdi: clamori e pianissimi quando e come si deve, mano sicura e grande attenzione agli artisti in palco, oltre al piacere di vederlo vivere le pagine musicali con trasporto e coinvolgimento.
L'Orchestra lo segue docile, ma con personalità e piglio, senza sbavature e senza rischi o passi palsi anche nella sezione dei fiati, spesso un po' debole. Adeguati e inappuntabili gli interventi del coro, anche rigorosamente allineati nel terzo atto, durante la festa.

Venendo alla compagnia di canto, ho trovato la voce di Gianluca Terranova meravigliosa, ma bisognosa di riscaldarsi in palco, di fronte al pubblico. Nel primo quadro, indubbiamente tecnicamente impegnativo, mi ha lasciato un po' interdetto, ma come lo sviluppo psicologico del personaggio, mi è sembrato migliorare ed evolversi nel corso di tutti e tre gli atti, fino a raggiungere vette altissime.
L'Amelia di Rachele Stanisci è molto, molto gradevole anche se ho l'impressione che quando scurisce la voce abbia problemi di volume. Interpretativamente toccante e musicalmente convincente.
Il vero trionfatore della serata è stato sicuramente il baritono Devid Cecconi, al cui indirizzo sono volate anche un paio di richieste di bis dal freddino, ma folto, pubblico triestino. Grande volume, bel timbro, intonazione sicura: veramente convincente.
Ho trovato l'Oscar di Sandra Pastrana fastidioso come me lo ricordavo...ma non per colpa sua che ha cantato correttamente e interpretato con sentimento! Odio Oscar: detesto la superficialità e la sua invadenza nonché la voce sopranile con cui canterella in mezzo ad un dramma! Scusate lo sfogo: fosse vivo Verdi glielo direi di persona!
Sono rimasto perplesso dei comprimari Dario Giorgelè, Giampiero Ruggeri e Giacomo Selicato: mi riservo un giudizio su di loro alla prossima occasione

Bravo Orazi e le sue maestranze: avanti tutta!




martedì 28 gennaio 2014

Charlie and the Chocolate Factory

Ospito con piacere la recensione ad opera della mia sorellina....adottata da adulto! ;-)

  • Chi non ha adorato Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato alzi la mano!!!! 
  • Gene Wilder era favoloso in quella parte, mentre per quanto sia perdutamente innamorata di Johnny Deep da sempre, non mi è piaciuto per niente nel remake di Tim Burton. 
  • Ero titubante nel prenotare questo musical vista la delusione del remake cinematografico ma siccome a teatro è quasi tutto sempre più bello che sul grande schermo l'ho fatto! E non potete perdervelo se andate a Londra!!!! 
  • Le scenografie sono strabilianti! Vi ricordate la parte del film in cui il bambino che gioca con i soldatini viene rimpicciolito e reincarnato nella televisione? Beh, al Drury Lane Theatre è anche meglio! E il finale? Vi chiederete come avranno fatto a riprodurre l'ascensore che vola fuori dal palazzo...e invece...l'ascensore sale da sotto il palco e vola sulla platea con gli attori dentro!!!!
  • Spero che anche a voi farà lo stesso effetto: io sono saltata sulle poltrone per la meraviglia e la genialità di chi ha costruito e diretto il tutto! I ragazzini che interpretano i bambini fortunati che hanno vinto la visita alla cioccofabbrica hanno voci strepitose e la capacità di tenere il palco come professionisti consumati; la dizione è perfetta e facilmente comprensibile anche per chi non mastica benissimo l'inglese. L'interprete di Willy Wonka è fantastico, l'ho amato da subito, proprio come nel film! 
  • Se passate da Londra non potete perdervelo! P.s.: all'entrata del teatro non ho resistito ed ho acquistato anche io una Wonka Bar e conteneva il biglietto d'oro! Chissà che quando andrete a vedere lo spettacolo voi non mi vediate tra gli Humpa Lumpa!!!

Cinzia Galletto


Il sito dello spettacolo

venerdì 17 gennaio 2014


Grafico delle visualizzazioni di pagine di Blogger

Non so chi tu sia, ma sei stato il mio 10.000 lettore...grazie! A te e a tutti voi per l'affetto, la stima, l'interesse....evviva lo spettacolo dal vivo!!!!

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10.000


iD Cirque Eloize 15/1/14

Locandina dello spettacolo

Accipicchiettonzola!! Scusate, ma non trovo aggettivi migliori per questo spettacolo...No, anzi, ci provo!
Splendido. Mozzafiato. Perfetto. Immaginifico. Trasognante.
Esistono tutti? Comunque il Cirque Eloize se li merita tutti perché anche questo iD, come il loro precedente capolavoro Rain, é uno spettacolo indimenticabile.


 Lo spettacolo inizia con i rumori che ci disturbano quotidianamente: vocio, automobili, traffico...niente di meno desiderabile. Anche visivamente nulla di nuovo: gente che passa, che attraversa la scena senza un vero perché. Anche l'incontro tra un uomo e una donna sembra la sagra del deja vu. Poi, durante il duetto iniziamo a capire di che pasta sono fatti i nostri: lift aerei precisissimi, amore del rischio, fluidità. Tutto lo spettacolo sarà così: artisti e acrobati generosi e spericolati; virtuosismi e acrobazie mozzafiato accompagnati da una precisione che incanta; fantasia e creatività ai massimi livelli...fantastico!


É uno spettacolo che non si può raccontare, merita vederlo tale è il piacere che regala alla vista.
Mi accontento solo di segnalarvi il romanticismo e delicato duetto tra una contorsionista ed un breaker; un uomo che precipita dall'alto mentre il video proiettato sulla scenografia frantuma tutto in pezzi; un canguro umano dotato di protesi degne di Oskar Pistorius; la donna nel cerchio e le galassie che ci vengono incontro;  la ragazza con i teli e l'uomo sui pattini; infine il ritmo incalzante, strepitoso e ipnotico di tutte le cadute sul trampolino e le conseguenti camminate sulla parete di fondo.


Poesia del corpo e del pensiero.
Divertimento e adrenalina.
Veramente impossibile da raccontare, andate. Al Politeama Rossetti di Trieste fino a domenica 19 gennaio.

Team superlativo, dal regista ai tecnici, dagli artisti ai fonici, dalle sarte ai macchinisti. Trovate i loro nomi nella locandina: sono tutti da lodare e nessuno di cui esprimere riserve o pareri negativi.

Ancora bravi e grazie!



sabato 11 gennaio 2014

IL MAGO DI OZ 3/1/14

Locandina dello spettacolo

Oh, come sono contento di poter scrivere una recensione positiva! Dopo l'ultima brutta esperienza, "Il Mago di OZ" del Kaos Balletto di Firenze mi ha risollevato l'umore, gli occhi, le orecchie e il cuore! Spettacolo di danza, di vera danza, dove i danzatori fanno quello che dovrebbero fare: danzare!

Ma anche spettacolo nel vero senso della parola: scenografia, costumi, luci e delle magnifiche proiezioni, hanno fatto di questa produzione toscana, ospitata dal Teatro Sloveno di Trieste per il Circuito Danza del Friuli Venezia Giulia diretto da Walter Mramor, una bella occasione con la quale iniziare l'anno nuovo nel rispetto di Tersicore!

Entrando in sala troviamo il sipario aperto e scorgiamo già la scenografia dello spettacolo, composta da alcuni solidi che suggeriscono i luoghi che verranno poi definiti dalle videoproiezioni: una scalinata, una porta, una struttura con il tetto a falde e qualche altro solido. Le proiezioni sono molto interessanti e riescono a creare un climax emozionale. Così nella scena iniziale il tornado che travolge la casa di Dorothy ci fa capire anche lo sconvolgimento emotivo che sta vivendo nel passaggio dall'infanzia all'adolescenza; oppure l'apparizione del Mago che evoca perfettamente inquietudine e mistero. Il video ha un momento protagonistico nel momento in cui si "costruisce" l'abitazione del Mago e, da buon vecchietto, resto sbalordito da come possa essere così preciso da segnare il solo contorno delle strutture, come se fosse fatto a mano con un evidenziatore: spettacolare!

 Dobbiamo citarne gli autori, Jamaica De Marco e Piero Fragola, e dedicare loro uno speciale Bravi! Belle, curate, protagoniste e fantastiche anche le luci di Beatrice Ficalbi e i costumi di Stefania Coretti che riesce ad amalgamare assieme il costume "storico" a quello quasi nudo necessario per la danza, mantenendo stile e coerenza. Bella anche la colonna sonora composta da alcune pagine originali a cura dei Kousagi Project e da altre celeberrime (ma piuttosto abusate nel mondo della danza contemporanea) composizioni contemporanee.

Venendo alla regia dello spettacolo dobbiamo riconoscere a Roberto Sartori l'abilità di saper raccontare una storia, senza cadere nel didascalico, che può essere facilmente letta e compresa anche da un pubblico di bambini. Tutta la vicenda della piccola Dorothy e del suo viaggio iniziatico verso l'età adulta è rispettato: la ricerca di intelligenza, cuore e coraggio la porteranno a scoprire nuovi amici e a capire che i fantasmi del passato sono superati. La coreografia premia e sottolinea i danzatori: li fa danzare fino allo stremo, ma appaga noi spettatori; è ricca di inventiva, anche se inevitabilmente cita il passato che Sartori ha avuto come danzatore di spicco del Balletto di Toscana e di altre compagnie italiane. Lo stile coreografico è quindi già visto, ma arricchito dal tocco del creatore che si rivela un ottimo artigiano! E' assistito nella direzione artistica da Katiuscia Bozza, anche lei protagonista delle stagioni d'oro del Balletto di Toscana, nonché compagna di vita. E pensiamo di averla vista anche in scena...


Purtroppo anche stavolta non siamo in grado di citare il nome degli interpreti, vista la mancanza di un programma di sala, ma li aggettiveremo dicendo che Dorothy era acerba ed energetica; lo Spaventapasseri sinuoso ed affascinante; l'Uomo di Latta atletico e dolce; la Leonessa una splendida mattatrice. Tutti gli altri danzatori erano adeguati, affiatati e unisoni nell'esecuzione, anche se manifestavano inesperienza e risultavano spesso artisticamente molto, troppo acerbi, ma risolvevano questa piccola defaillance con l'energia e la forza.

Sala piena a metà (peccato avrebbe sicuramente meritato più spettatori e più successo!), pubblico plaudente e soddisfatto: speriamo in altri spettacoli di questa livello per proseguire bene questo 2014! Auguri a tutti i miei lettori....